giovedì 30 giugno 2016

DON INZOLI,L'OTTO PER MILLE E 4 ANNI E NOVE MESI


L'errore della dicitura di Cremona scambiata con Crema è l'unico della frase scritta qui sopra,perché purtroppo Don,anzi ex Don ma ultimamente ancora Don Inzoli ha pagato ben 125 mila Euro in totale di "risarcimento danni" alle cinque vittime tra i 12 e i 16 anni caduti nelle sue sporche mani da pedofilo.
Ma questo era emerso già qualche mese fa,ed invece è notizia di ieri che Don Mercedes,elemento cardine della setta di Cielle e famoso per la bella vita che conduceva e che forse continuerà a condurre nonostante la condanna a 4 anni e nove mesi di reclusione.
Da sottolineare il fatto che il Vaticano non ha fornito nessuna prova contro il prete e non ha collaborato minimamente alle indagini che hanno visto al lavoro i procuratori ed i giudici del tribunale di Cremona.
Il sito Crema on line(cremaonline.Abusi+su+minori,+don+Mauro+Inzoli+condannato/ )fornisce la cronaca delle ultime ore ed un breve riassunto della vicenda dell'ex parroco di Santa Trinità di Crema,aggiungo anche uno dei tanti link dedicati a questo spregevole uomo di merda che ha segnato l'esistenza di decine di giovani e delle loro famiglie visto che ci sono state parecchie prescrizioni e chissà quante altre vittime(chiesa-nostra ).
Chissà che dicono gli amici della Lega,se proporranno la castrazione coatta,oppure i cattolici cremaschi bigotti amici e parenti che hanno sempre difeso Inzoli su social e sulle pagine della (dis)informazione nostrana,attaccando ed offendendo chi l'aveva vista lunga.
E' comunque una sconfitta per tutta la chiesa che predica sempre bene ma chi in fondo razzola sempre malissimo,e questa vergognosa vicenda ne è l'ennesima prova.

Cremona. Abusi nei confronti di minori, Mauro Inzoli condannato a 4 anni e 9 mesi.

"Quattro anni e nove mesi di reclusione per abuso nei confronti di minori, a piede libero, con il divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori”. Questa la sentenza nei confronti di Mauro Inzoli, 66 anni. Il dispositivo è stato reso pubblico dal Gup del Tribunale di Cremona Letizia Platè alle 16 di oggi pomeriggio, dopo 3 ore di camera di consiglio. Il procuratore Roberto di Martino aveva richiesto per il prete cremasco, tenuto conto dello sconto di un terzo della pena previsto per il rito abbreviato, la condanna a 6 anni di reclusione per violenze sessuali ai danni di cinque vittime, minori all'epoca dei fatti. Il mese scorso Inzoli aveva risarcito il danno, provvedendo a versare 25 mila euro a ciascuna delle sue cinque vittime, all’epoca dei fatti minorenni, il più piccolo di 12 anni, il più grande di 16.

Sentenze e prescrizioni
L’ex parroco della Ss. Trinità di Crema, preside dell’istituto linguistico Shakespeare di Crema ed esponente di spicco del banco alimentare e di comunione e liberazione, si è avvalso della difesa dei legali milanesi Corrado Limentani e Nerio Diodà. Di Martino s’è detto soddisfatto perché nonostante il Vaticano non abbia collaborato, si è riusciti ad accertare la verità dei fatti, commessi tra il 2004 ed il 2008. Risultano prescritti per decorrenza dei termini un’altra quindicina di episodi, mentre un elevato numero di episodi, “oltre un centinaio” per Di Martino, non possono essere contestati. Dimesso allo stato laicale dalla Congregazione per la fede, Inzoli ha vinto il ricorso e la pena è stata attenuata: è rimasto sacerdote ma ha l’obbligo di celebrare la messa in privato, non può rientrare in territorio del comune di Crema ed è obbligato a “condurre una vita di preghiera e di umile riservatezza come segni di conversione e penitenza”.

Il commento del deputato Franco Bordo
“La giustizia italiana ha fatto il suo corso – ha commentato il deputato di Sinistra Italiana Franco Bordo, autore del primo esposto alla Procura nei confronti del parroco - dopo anni di silenzi, omertà e coperture, nonostante la mancata collaborazione da parte del Vaticano, in questo caso si è riusciti a ricostruire i reati legati a circa 20 episodi accertati e purtroppo forse non tutti, che hanno portato prima al risarcimento delle vittime da parte del sacerdote, poi a questa condanna. Dopo questa sentenza rimangono la vicinanza al dolore delle vittime e tanta amarezza: se i fatti fossero stati denunciati da chi di dovere e con tempestività, alcune di esse non avrebbero subito quella terribile esperienza”.

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