giovedì 16 giugno 2016

FUTURO IN PRESTITO

Il ministro del lavoro ma non dei lavoratori Giuliano Poletti,oltre che inutile pure dannoso,nelle sue notti insonni oppure dopo aver ascoltato qualche suggerimento in sogno di qualche commerciante di schiavi vissuto qualche secolo fa,è uscito con un'altra perla di saggezza che ha fatto rabbrividire chi vede la tanto agognata pensione avvicinarsi e che ha la possibilità di anticipare il meritato(non i tutti i casi)riposo.
Ma c'è l'inganno del governo che prevede sì l'uscita anticipata nella misura temporale di tre anni,ma l'Inps allo stesso modo spalma nel ventennio successivo(arco di tempo calcolato sull'aspettativa di vita dopo aver finito di lavorare)una penalizzazione sui soldi anticipati con degli interessi.
Praticamente si va in pensione prima ed i soldi che sono prestati dalle banche e non direttamente dall'Inps andranno ripagati nel giro dei vent'anni successivi maggiorati dagli interessi,e questo denaro anticipato,essendo le banche dei creditori privilegiati,dovrà essere risarcito dagli eredi in caso di morte del pensionato prima della data stabilita per la cessazione del debito.
Mentre i sindacati confederali non si sbottonano più di tanto ma comunque indicano questo obbrobrio come un'apprezzabile novità,chi sa fare due conti scopre da subito che questo modello ipotizzato-da colui che non ha mai lavorato un giorno in vita sua Poletti-sa già che è una proposta inaccettabile così come è stata formulata.

I titoli  dei giornali e i servizi delle televisioni enfatizzano :”In pensione prima con il prestito senza penalizzazioni”.
 
Maurizio Scarpa - tratto da http://contropiano.org

Il Governo, ed il rubicondo ministro Poletti, come tutti i truffatori sono maestri nell'enfatizzare ciò che non esiste e a nascondere la fregatura.
La proposta del prestito è  peggio della penalizzazione.
Perché? Semplice. Il prestito è esattamente la penalizzazione, con l’aggiunta del pagamento degli interessi. Mazziati e cornuti.Spieghiamolo meglio.
 
Con la penalizzazione. Calcolando che la tua aspettativa di vita (cioè quando passi a miglior vita) sia di 20 anni  dopo essere andato in pensione, e tu vuoi anticipare la pensione mettiamo di 3 anni,  il costo di questo anticipo viene tolto mensilmente dal reddito della pensione in modo tale che la cifra totale spesa dall’INPS nell'arco dei 23 anni sia identica a quella che avrebbe pagato per i 20. La famosa penalizzazione del 3%  non è  altro che la rata con cui l’INPS si riprende ciò  che ti ha dato in anticipo. È  esattamente ciò che ripropone il Governo con il prestito. Ti do i soldi in anticipo e poi me li restituisci nei prossimi 20 anni.
Guardate, i numeri non sono casuali: 67 età anagrafica  per la pensione meno 3 (l’anticipo previsto ) fa 64, più  20 fa 84 anni che è  l’aspettativa di vita calcolata con abbondanza, dato che la proposta riguarda proprio i nati dal 1951 al 1955, quindi con un età  nel 2017 tra i 62 e 66 anni.
 
I conti come si vede  tornano, ma i soldi  no. Perché?
La prima truffa. Il prestito è elargito dalle banche, con gli interessi  pagati ovviamente dagli neo pensionati.
La seconda: essendo  un prestito,va pagato anche quando il pensionato è  deceduto,  mentre la penalizzazione no.
 
Questi signori sono proprio dei mascalzoni.
Non ho parole invece per Cgil, Cisl, e Uil, che parlano di “apprezzabili novità “…
La cosa più incredibile non è solo questo giudizio sulla nuova rapina ai danni dei lavoratori,  ma che con la probabile firma dell’accordo col governo si convalida per la seconda volta, da parte di Camusso e soci,  e si accettano i contenuti della riforma Fornero. Prima con il silenzio, ora addirittura con una firma che “migliora” la controriforma, lasciando immutato l’impianto: cioè  67 anni ed il sistema contributivo. E poi si mandano le lettere di solidarietà  ai lavoratori francesi. L’ipocrisia  non ha limiti!
 
Ora però  spetta a noi un colpo di orgoglio e di dignità.
Facciamo vedere che esistiamo  e non siamo solo bamboccioni di ogni età  da truffare a piacimento.
 
 
15 giugno 2016

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