giovedì 9 giugno 2016

LE AFFINITA' SULLA MORTE DI CUCCHI E REGENI

In molti all'indomani della conferma della morte di Giulio Regeni per delle torture subite dai militari e polizia egiziani paragonarono la sua morte a quella di Stefano Cucchi,lasciato morire dopo essere stato pestato dopo il suo arresto ed in carcere e deceduto all'ospedale Pertini di Roma.
Ed infatti nel processo bis per la sua morte sono state chieste cinque condanne per i medici del nosocomio,compreso il primario,con pene tra tre anni e sei mesi e quattro anni con l'accusa di omicidio colposo.
Infatti Cucchi,trasferito dal carcere in ospedale in condizioni critiche ma si pensa comunque non letali,non venne curato in maniera adeguata dal personale medico presente e morì dopo cinque giorni di agonia.
Il procuratore generale Rubolino ha quindi fatto questa richiesta essendo sicuro che la morte del suo assistito tramite i familiari e soprattutto la sorella Ilaria,che la fine sia avvenuta per le torture subite e per la mancanza di cure,proprio come lo studente Regeni in Egitto.
Articolo di Contropiano:http://contropiano.org/news/malapolizia-news/2016/06/09/cucchi-torturato-chiesta-la-condanna-cinque-medici-080223 .

"Cucchi torturato",chiesta la condanna per cinque medici.

di Mario Di Vito.
«Stefano Cucchi è stato ucciso dai servitori dello Stato, si tratta soltanto di stabilire il colore delle divise».
La requisitoria del pg Eugenio Rubolino al culmine del processo-bis sulla morte di Stefano Cucchi, è la più dura mai pronunciata dalla procura durante l’intero caso giudiziario. «Non vorrei che Cucchi venga ucciso per la terza volta, la prima volta lo hanno ucciso dei servitori dello Stato in divisa, la seconda volta lo hanno ucciso dei servitori dello Stato in camice bianco», ha detto il pg.
Così, con l’accusa di omicidio colposo, Rubolino ha chiesto cinque condanne: quattro anni per il primario Aldo Fierro, tre anni e sei mesi per i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Silvia Di Carlo e Luigi De Marchis Preite.
Stefano è morto il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Pertini, nel reparto di medicina protetta dove era stato ricoverato in seguito al suo arresto avvenuto una settimana prima. I cinque medici erano già finiti sotto processo: condannati in primo grado, assolti in secondo, giudizio che poi è stato annullato dalla Cassazione e allora ecco che si sta celebrando il nuovo giudizio d’Appello.
«Annullando l’assoluzione dei medici – ha detto ancora Rubolino – la Cassazione ha evitato che sulla vicenda calasse una pietra tombale. Già all’ingresso del Pertini sono state riportate circostanze false sulla cartella clinica di Cucchi: era un brachicardico patologico, eppure i medici non gli hanno mai preso il polso». E ancora: «Presentava una frattura alla vertebra sacrale per il pestaggio avvenuto nelle fasi successive all’arresto. Aveva un trauma sopraccigliare con scorrimento del sangue, per migrazione, sotto gli occhi, aveva un forte dolore fisico in conseguenza di quell’aggressione, eppure al Pertini gli è stato solo somministrato un antidolorifico che ha contribuito a rallentare il cuore, muscolo già indebolito perché non sufficientemente irrorato. L’apparato muscolare nel suo complesso, in quella cartella clinica fasulla, venne definito tonico e trofico ma il paziente non aveva neppure i glutei per poter ricevere una iniezione».
Poi, l’accusa: «Cucchi rifiutava le terapie e non mangiava perché nessuno lo metteva in contatto col suo avvocato. Nessuno si è preoccupato di riferire ad altri le sue esigenze. La sua morte è arrivata dopo cinque giorni di vera agonia». La conclusione di Rubolino: «Cucchi non doveva stare in quel reparto perché non era stabilizzato. Eppure si è fatto in modo che venisse ricoverato lì, in quella struttura protetta lontana da occhi e orecchi indiscreti».

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