mercoledì 8 ottobre 2014

LE PESANTI RICHIESTE DEI PIEMME TORINESI NEL PROCESSO AI NO TAV

Preso dal sito sito Infoaut ecco un articolo che racchiude l'amarezza e anche l'incredulità a fronte della richiesta di condanna dei pubblici ministeri torinesi Pedrotta e Quaglino che hanno sostituito fisicamente Rinaudo e Padalino nel processo inquisizione contro i manifestanti No Tav accusati di molti reati tra i quali figura pure il terrorismo.
In uno Stato in cui proprio il terrorismo,non quello delle reti tagliate a protezione dei cantieri che sventrano una valle e una popolazione,ma quello dei massacri delle bombe nelle stazioni e nelle piazze dove i colpevoli mandanti ed esecutori sono liberi o peggio ancora individuati e lasciati stare penalmente,ci sarebbe da vergognarsi e fare subito battaglia.
Senza entrare troppo nel merito delle questioni legali ora la lenta burocrazia italiana sentirà le difese delle decine di imputati,alcuni dei quali in carcere ed altri ai domiciliari,per poi arrivare alla sentenza vera e propria prevista per il 20 gennaio 2015,dove in ballo oltre ai compagni sotta accusa su cui pendono quasi due secoli di condanna,c'è pure il destino di un intero territorio.

Notav: richiesti due secoli di condanne!


È il momento delle richieste esemplari...
Al termine di una lunga giornata di dibattimento la procura torinese, nelle vesti dei pm Pedrotta e Quaglino, ha fatto richiesta di condanne alte per un totale di oltre 190 anni per i notav.

La pena più alta è di 6 anni e così a scalare a 3 anni e 10 mesi fino ad 1 anno e due mesi. La procura torinese ha voluto così dare un segnale chiaro: la lotta notav deve essere l'esempio di pene esemplari per tutti quelli che oggi vogliono lottare per il proprio futuro.

La requisitoria dei pm non è stata certamente brillante e un processo di questa portata richiederebbe dei contenuti più corposi che vadano aldilà del background degli imputati e del “Non vorremmo mica credere che si sia limitato a questo episodio, saremo degli ingenui...” ipotizzando reati per nulla provati ma solo evocati dalla procura per creare un certo effetto sulla corte.

Quindi sulla base della personalizzazione dei reati supposti i pm hanno fatto capire che oggi là dove il movimento notav non si riesce a farlo desistere dalla lotta, arrivano le condanne esemplari e le alte richieste di risarcimento – per questo dovremmo aspettare le prossime udienze ma pensiamo di non sbagliarci vista l'aria che tira – per danni e lesioni, visto che ormai è tardi per la tav le richieste di risarcimento esagerate serviranno per cercare di recuperare qualche migliaio di euro dai notav per poter sopperire ai tagli dei fondi europei per l'opera.Nella requisitoria dei pm si faceva spazio la solita retorica della lotta notav come palestra per i professionisti della violenza, una scusa per praticare “guerriglia campestre” lontana, nei metodi, anche dal popolo della valsusa...questo un esempio del “taglio” della requisitoria della procura, una lettura univoca di un movimento che da sempre ha saputo coniugare una lotta in difesa del territorio, con una pratica conflittuale e di resistenza che da sempre ci mette la faccia e rivendica le sue azioni.

Con le richieste di quest'oggi si chiude una parte del maxi processo; nelle prossime udienze, il 14 e il 21 ottobre, ci saranno le esposizioni delle parti civili per poi passare alle requisitorie della difesa e al verdetto della corte il 20 gennaio.



vedi anche notav.info

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