giovedì 12 giugno 2014

IL CASO LIVORNESE

Il sito satirico di Don Zauker non poteva non commentare l'elezione di Nogarin del Movimento 5 stelle a sindaco di Livorno in quanto nella città ove nacque il Partito Comunista Italiano e dove dal dopoguerra aveva sempre vinto(mettiamoci pure le ultime vittorie dei vari Pds,Ds e Pd)era difficile un pronostico del genere.
Il resoconto di questo risultato esula dal contesto italiano,in quanto Livorno è una città a se stante,e avendo avuto la fortuna di starci un po' di volte posso capire lo stato di cose che si è avuto negli ultimi anni.
Di sindaci evidentemente scarsi negli ultimi tempi ce ne sono stati,con Lamberti padre del primo progetto di rigassificatore e amante delle colate di cemento,e Cosimi che ormai era diventato la barzelletta di se stesso,ed ecco ai nastri di partenza del ballottaggio Nogarin e Ruggeri con quest'ultimo che s'è giocato l'appoggio del candidato sindaco più serio,Raspanti,e dell'altro candidato Cannito(che se si fosse messo assieme a quello appena citato avrebbe quasi certamente vinto).
Quindi il voto uscito da Livorno è stato un voto antidemocristiano,in disaccordo con le politiche nazionali del Pd,che governano l'Italia senza elezioni con gente del calibro di Alfano,Monti,Lupi e con l'appoggio di Berlusconi per la modifica delle leggi costituzionali,un Pd per il progetto Tav e che talvolta strizza l'occhio a rappresentanti di Caga Povnd e che cerca nell'elettorato scontento della destra nuove leve.
Tutto questo a livello nazionale...ed il discorso in una certa percentuale si è visto anche domenica scorsa,ma ricordiamoci che Livorno è capitale di se stessa.


Stelle di mare.


Non abbiamo fatto tempo a tornare da Etna Comics (a proposito: un grazie enorme a Sergio, Monia, tutto lo staff e tutta la città, siete stati meravigliosi), che siamo stati sommersi di email, sms e commenti circa un nostro parere su quello che è successo al ballottaggio a Livorno.
E che vi dobbiamo dire? Oltre a ciò che trovate su tutti i giornali, intendiamo, vista la portata simbolica del caso, diventato ormai nazionale (toh, perfino il Guardian). Prendete un quotidiano, scrematelo dalle espressioni letterarie, ai paragoni col libeccio, col salmastro e cazzate del genere, e vi farete un’idea, comunque parziale. Perché la maggior parte dei pur interessanti articoli e delle opinioni che si sono affastellate in questi giorni sui principali organi d’informazione, provengono da persone che non hanno capito una sega; non già per loro limiti, ci mancherebbe, ma perché in questa città non ci hanno vissuto, né lo fanno tuttora.
In molti, molti davvero, ci hanno scritto scandalizzati dal fatto che Livorno non sia più a sinistra, o che sia passata – addirittura – con i fascisti.
Ora, a parte il fatto che un elettore del PD, quel PD che ha per segretario e duce Matteo Renzi, che governa da mesi con gente come Alfano, Monti, Casini, Schifani, Lupi e compagnia bella e che vuole riformare la legge elettorale e la Costituzione con Berlusconi, dovrebbe avere perlomeno il buonsenso di non parlare di destra e sinistra, il discorso è comunque profondamente diverso.
Potremmo stare qui a sviscerare punto per punto i motivi che hanno spinto il 53% di cittadini che hanno avuto voglia di andare al seggio, di mettere una croce su un posto diverso da quello previsto dalla tradizione, ma sarebbe inutile: se non abitate qui da almeno vent’anni non lo capireste. Perfino Grillo, che ha giustamente esultato per la vittoria, sembra non aver capito una sega nulla.
Forse è un modo un po’troppo sbrigativo e semplicistico di chiudere il discorso, ma credeteci: a Livorno non siamo impazziti. E solo chi ha vissuto qui negli ultimi vent’anni può capire cos’era diventato il PD (e gran parte della sinistra istituzionale) livornese.
Per questo, la legittima esultanza del M5S nel municipio avrà vita breve, quando si renderanno conto del culo immane che si dovranno fare nei prossimi giorni. A noi non resta che augurargli, e davvero, un buon lavoro.
Perché di venti forti non c’è solo il libeccio.
P.S. Ora, pop corn alla mano, aspettiamo con divertita curiosità per vedere in quanti, tra i fedeli sostenitori (e sostenuti) del PD locale, a tutti i livelli, cambieranno bandiera pur di continuare ad avere i vantaggi e la visibilità a cui erano abituati.

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