La scelta della squadra cilena di serie A del Deportivo Palestino di far stampare sulla propria maglia i gioco l'immagine stilizzata della mappa della Palestina storica con lo sfondo dei colori rosso verde e nero ha fatto arrabbiare molto la comunità ebraica cilena e anche Israele stesso che ha asserito di utilizzare lo sport per fomentare la menzogna e l'odio.
Nulla di tutto questo hanno replicato i dirigenti del club nato nel 1920 da una delle comunità palestinesi al di fuori dal Medio Oriente più grandi e datate,che rivendicano i confini dello Stato palestinese come quelli prima del 1947,anno in cui Israele è stato creato e ha di fatto invaso e violentato l'antico territorio della Palestina.
L'articolo di Infoaut parla brevemente della cronaca di questa diatriba creata ipocritamente dagli israeliani cileni seguiti dai sionisti di tutto il mondo e della lenta ma continua campagna di boicottaggio di Israele che avviene da parecchi anni ovunque.
La maglia che non piace a Israele.
Ha
fatto il giro del mondo la scelta di una squadra della massima serie cilena, il
Deportivo Palestino, di indossare sulle nuove maglie per la stagione 2014, al
posto del numero uno, un’immagine stilizzata della Palestina. Sulla divisa
bianco, rosso, nero e verde -i colori della bandiera dello stato palestinese- è
stato posto un simbolo che rappresenta la forma del territorio inteso fino al
1947, ovvero prima del piano di spartizione dell’Onu e della progressiva
occupazione illegale dei territori da parte di Israele.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Il
presidente della comunità ebraica cilena, Gerardo Gorodischer, ha chiesto che
venga vietato l'utilizzo delle maglie e ha preteso le scuse da parte della
squadra per «aver utilizzato lo sport al fine della menzogna e dell'odio».
Si è scomodato perfino il Centro Simon
Wiesenthal, organizzazione statunitense che prende il nome dal famoso cacciatore
di nazisti, che ha chiesto alla Fifa e alla Federcalcio cilena di sanzionare il
Deportivo Palestino, colpevole di “fomentare istinti terroristici”.
Neanche la risposta del club si è fatta
attendere, mandando una missiva in cui ricorda come il Cile nel 2011 abbia
riconosciuto l’indipendenza dello Stato Palestinese e come «i simboli
palestinesi esistono in Cile da 28 anni prima che avvenisse la spartizione dei
territori medio-orientali».
Il Deportivo Palestino venne fondato nel 1920 da
immigrati palestinesi a Osorno che ora, con oltre 300mila persone, è da
considerarsi la più grande comunità al di fuori del Medio Oriente tra immigrati
di prima, seconda e terza generazione.
Il club risponde così all'ipocrisia di tale
indignazione rivendicando la sua storia gloriosa e l'immagine sulle maglie
precisando: "Per noi, la Palestina libera sarà sempre la Palestina storica,
niente di meno."
Un gesto, quello del club cileno, che si unisce
alle azioni di boicottaggio che si stanno susseguendo in tutto il mondo contro
Israele. Di poche settimane fa è infatti la notizia che il fondo pensionistico
olandese PGGM, tra i più grandi in Olanda, con un capitale investito di circa
150 miliardi di euro, ha ritirato i suoi investimenti da cinque delle maggiori
banche di Israele.
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