venerdì 10 gennaio 2014

10-1-1993:LA MORTE E' UGUALE PER TUTTI

Il 10 Gennaio 1993 è una data che ha cambiato in modo ambivalente la storia degli ultras italiani in quanto la morte di Celestino Colombi per arresto cardiaco nei pressi dello stadio Comunale di Bergamo dopo la partita Atalanta-Roma ha segnato un punto di non ritorno nel panorama del tifo nostrano.
Questo cambiamento è stato sia positivo che negativo in quanto forse tra le primissime volte si è avuta una coscienza collettiva tra tifoserie differenti del"quello che oggi è capitato a me domani può capitare a te",e la grande solidarietà che ha abbracciato gruppi e squadre diverse verso questa sfortunata vittima che nemmeno aveva assistito alla gara è stata emblematica.
Il turno successivo di campionato la maggioranza delle curve espose lo storico striscione"10-1-1993:
La morte è uguale per tutti"e da allora sia a Bergamo che in altri stadi italiani si vede ancora lo slogan che ricorda quella data nel proseguo degli anni.
Celestino Colombi morì per lo spavento provocato dalle cariche dei celerini quando ormai non c'era più pericolo che le opposte fazioni venissero a contatto,gli scontri furono violentissimi ed i lacrimogeni volavano ad altezza uomo ed erano sparati per far male e venivano manganellate persone che non c'entravano nulla con gli scontri,c'erano bambini in lacrime con i genitori che tentavano di trovare un posto sicuro,famiglie che scappavano ed un caos totale immerso nella nebbia artificiale provocata dalla celere impazzita.
Ero lì con mio papà,quel giorno portai a casa un bossolo di lacrimogeno che s'infranse contro la tribuna di Viale Giulio Cesare a pochi metri da dove ci eravamo rifugiati,dei bigliettai vedendo la situazione riaprirono i cancelli per dare modo alle famiglie e ai passanti occasionali(la gara era finita da un bel pezzo)di trovare rifugio.
Al ritorno mi ricordo mia mamma impazzita ad urlare dicendo che c'era stato un morto,noi non sapevamo ancora nulla,non c'erano mica i cellulari,le notizie si apprendevano da 90°Minuto e gli scontri con la celere a Bergamo erano all'ordine della domenica ed erano tosti,che chi va oggi in curva non se li può nemmeno sognare.
Da quel momento le forze dell'ordine ed in particolar caso la celere capirono che l'impunità sarebbe sempre stata dalla loro parte:Celestino non è stata la prima e non è stata nemmeno l'ultima vittima di scontri avvenuti negli stadi o comunque in ambito di tifo,ma da allora nulla è cambiato e solo ora forse con il processo all'agente Spaccarotella che ha ammazzato Gabriele Sandri qualcosa è cambiato.

10 gennaio 1993 - La morte è uguale per tutti
 
 
 

10 gennaio 1993 - La morte è uguale per tutti

Il 10 gennaio 1993, esattamente 21 anni fa, moriva a Bergamo Celestino Colombi, colpito da infarto in seguito ad una carica della celere dopo Atalanta-Roma.

Il 10 gennaio 1993 è purtroppo diventata una data tristemente famosa. Quel giorno infatti dopo la partita Atalanta – Roma perse la vita Celestino Colombi, 41 anni.
La partita è finita, i tifosi romanisti sono già stati riportati in stazione, dove stanno per prendere il treno per tornare nella Capitale. Tutto liscio. Quando improvvisamente, e senza alcun motivo, la celere di Padova (di servizio quel giorno a Bergamo) decide di caricare gli ultrà bergamaschi rei di trovarsi al loro solito baretto a bere qualche birra. Durante queste cariche, 3 poliziotti si trovano davanti Cestino Colombi, che passava di li assolutamente per caso (era appena uscito da una seduta con lo psicologo). Minacciano con i manganelli il malcapitato, il quale preso dal panico si accascia a terra e muore per arresto cardiaco.

Celestino, va ricordato, non frequentava lo stadio. Aveva un passato da tossicodipendente. La questura si limitò ad uno scarno comunicato in cui si sottolineava la sua condizione di tossico, quasi a voler dire “tanto sarebbe morto lo stesso”. I giornali sportivi e non liquidarono la notizia con poche righe, parlando genericamente di “scontri fra tifosi” (con i romanisti che avevano già abbandonato la zona dello stadio), e di “cariche di alleggerimento” da parte della celere.

Per la prima volta un gran numero di tifoserie di serie A (e qualcuna anche di serie minori) misero da parte le rivalità (che nei primi anni ’90 erano ancora molto forti e quasi “invalicabili”) per portare avanti un’iniziativa comune di solidarietà. E così all’unisono in molte curve (Bergamo in primis, ma anche Roma, Lazio, Milan, Fiorentina, Genoa, Sampdoria, ecc) per una domenica sparirono i consueti striscioni per far spazio ad un unico telo raffigurante la frase: “10-01-1993: LA MORTE E’ UGUALE PER TUTTI!”. Fu un numero ridotto di tifoserie a partecipare all’iniziativa, ma quasi tutte profondamente rivali fra di loro.

Ancora adesso, e la nostra curva lo fara' anche domenica, in occasione della ricorrenza, viene esposto uno striscione a ricordo dell'accaduto..

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