giovedì 2 gennaio 2014

ERDOGAN VIA?E POI?

La scandalo che ha colpito la classe dirigenziale turca e che ha portato al rimpasto di dieci ministri del governo Erdogan ha avuto come matrice l'elevato grado di corruzione degli apparati statali in differenti materie e soprattutto per quanto riguarda la concessioni di appalti edilizi,e raffrontando ciò con l'Italia verrebbe proprio da dire che tutto il mondo è paese.
Unica differenza è la partecipazione popolare a supporto della protesta denunciata dai mezzi d'informazione che anche in Turchia hanno martellato sulla vicenda,che da noi è pari a zero a parte la sporadica protesta dei forconi(uno spauracchio montato ad hoc dai mass media che in fondo ha visto pochissima partecipazione e ora più non se ne parla)mentre a Istanbul e dintorni già da quest'estate il popolo si è fatto sentire eccome(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2013/06/caos-turco.html ).
Ora che Erdogan con il ricambio di ministri si sta sempre più arrampicando sugli specchi,ecco che uno dei suoi più grandi sostenitori gli ha voltato le spalle,il predicatore islamico Gulen,che ora è passato ad acerrimo nemico in quanto gli sono stati toccati gli affari.
Questo Gulen non è da confondere con il nuovo ed il necessario per la Turchia perché se dovesse avere proseliti caccerebbe la Turchia indietro nel tempo di centinaia di anni visto la sua politica legata necessariamente alla religione,vedi il caso della Siria e di altre zone mediorientali.
L'articolo è preso da Senza Soste e propongo anche uno di Infoaut:http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/10164-la-crisi-turca-dalla-rivolta-di-gezi-ad-oggi-e-laccelerazione-delle-lotte .

Turchia: contro Erdogan torna a riempirsi piazza Taksim. 
Non si ferma in Turchia la protesta contro il premier Erdogan, il suo governo e il sistema di potere costruito da oltre dieci anni dall’Akp, il partito conservatore islamico turco.
 Le recenti inchieste su tangenti in maxiappalti edilizi hanno portato alle dimissioni di ben tre ministri, oltre a un rimpasto di governo con il cambio di altri sette dicasteri.
 Erodgan cerca di nascondere la testa sotto la sabbia parlando di un “complotto ordito da forze oscure e legate ad ambienti stranieri, a tre mesi dalle elezioni regionali”. Del complotto, secondo Erdogan, farebbero parte anche pezzi di polizia, la stessa definita “eroica” nei giorni più duri della repressione sanguinosa contro le proteste di Gezi Park, e della magistratura, elogiata invece ai tempi del maxiprocesso Ergenekon, la purga collettiva contro stampa, gruppi economici, attivisti politici e militari di ispirazione laica.
Prima di accettare dimissioni e rimpasto, lo stesso premier ha inoltre provato ad arginare l’inchiesta rimuovendo i capi e i quadri della polizia (quasi 500) che hanno investigato assieme ai magistrati sulle presunte tangenti.
Che la situazione sia potenzialmente esplosiva lo dimostra però anche la critica a Erdogan che arriva per la prima volta anche dall’interno del suo blocco di potere, in particolare dal gruppo che fa riferimento al predicatore islamico Fetullah Gulen, autoesiliatosi negli Usa, ex mentore di Erdogan e ora suo feroce oppositore.
Intanto, le piazze tornano con forza ad animarsi, sei mesi dopo l’inizio delle proteste di Gezi Park: a cavallo di Natale manifestazioni di migliaia di persone hanno affollato la parte asiatica di Istanbul.
Nonostante la durissima repressione poliziesca, la mobilitazione non si ferma, anzi alza il tiro: per la prima volta da mesi, in questi momenti, nel pomeriggio di venerdì 29 dicembre, in migliaia sono tornati in piazza Taksim, nel cuore di Istanbul, rispondendo all’appello lanciato dalle piattaforme dei gruppi di Gezi Park, dietro lo slogan “basta corruzione, basta repressione”.
L’obiettivo è chiaro: la cacciata del governo di Erdogan e del suo sistema di potere. In piazza ci sono già violenti scontri, con la polizia che ha oscurato le telecamere di videosorveglianza nei dintorni di piazza Taksim, con evidenti intenti violenti e repressivi.
Ne parliamo con Francesca Pacini, giornalista che si divide tra Italia e Turchia, autrice dei libri “La mia Istanbul” (Ed. Ponte Sisto) e del recente “Ritorno a Gezi” (scaricabile gratuitamente in e-book qui).
tratto da http://www.radiondadurto.org 27 dicembre 2013
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