Ecco comunque il link dove si potranno guardare nomi,cognomi,mansioni e alcuni stipendi di chi ha"trovato"un ottimo posto di lavoro grazie alle conoscenze e non alle competenze(http://italy.indymedia.org/n/7485/16-08-12/100-raccomandati-matteo-renzi-merducola-che- )e che il generoso Renzi ha saputo distribuire con una certa abilità.
Questo caso è molto simile a quello di Alemanno a Roma che con la sua parentopoli e amicopoli ha riempito il comune e le amministrazioni e organizzazioni gestite dalla capitale,con la sola differenza che per ora la cricca costruita da Renzi non è poi così piena di fascisti e criminali come quella del picchiatore podestà.
Che Renzi sia un Piddino atipico lo si è già visto in parecchi casi(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/search?q=matteo+renzi )e considerando comunque l'attuale Pd un'emanazione del centro destra in quanto mantiene il governo Monti cancellando i diritti dei lavoratori e prostrandosi a potenti e banchieri,Renzi sarà certamente uno di quei nomi caldi per le primarie a livello nazionale del partito dei rapanelli.
I 100 raccomandati di Matteo Renzi [merducola] che costano 25 milioni alle casse del Comune di Firenze.
I 100 raccomandati di Matteo Renzi che costano 25 milioni alle casse del Comune di Firenze
Corrisponde a circa 25 milioni la somma che graverà sul bilancio del Comune di Firenze, e quindi sulle tasche dei fiorentini, nei cinque anni di giunta Renzi a causa della pazze assunzioni a chiamata diretta del “Rottamatore”.
Un vero e proprio ufficio di collocamento, o per meglio dire un sistema efficace di clientelismo che ha permesso al sindaco in carica di assumere amici, parenti, ex dipendenti della provincia o semplicemente colleghi di partito trombati alle elezioni. O dipendenti della Florence Multimedia, la società partecipata dalla provincia di Firenze ai tempi in cui Renzi ne era presidente, creata appositamente per valorizzare l’immagine del “Rottamatore” a spese della collettività.
Una di queste è Maria Novella Ermini, figlia del direttore del Corriere Fiorentino, ma ne abbiamo già parlato su Qelsi lo scorso 28 luglio.
Nell’elenco degli assunti a chiamata diretta si possono pure trovare ex assessori comunali come Lucia De Siervo e Simone Tani; l’ex sindaco di Palazzuolo sul Senio, Bruno Cavini; il candidato alle provinciali 2004, non eletto, Giovanni Palumbo già responsabile dell’ufficio di gabinetto del presidente della provincia (Renzi medesimo, of course) poi dirottato alla direzione delle risorse finanziarie del Comune di Firenze: alla guida dell’ufficio del sindaco gli è stato preferito Luca Lotti.
Vale la pena ricordare che Matteo Renzi ha già subito una condanna in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana per danno erariale, proprio a causa dei criteri di assunzioni anomale messe sotto la lente d’ingrandimento quando il Rottamatore era presidente della provincia..
E ancora, scorrendo l’elenco dei 100 assunti: dirigenti regionali e provinciali in pensione come Valerio Pelini e Luigi Brandi; l’ex direttore dell’agenzia del turismo Antonio Preiti, non confermato dall’allora neo-presidente della provincia Andrea Barducci ed immediatamente chiamato da Renzi a dirigere l’ufficio esteri con la creazione ex novo della figura di dirigente.
Poi i trasferimenti: dipendenti dell’amministrazione provinciale che vanno a ricoprire ruoli dirigenziali in Comune: un esempio è l’architetto Giorgio Caselli.
Senza tralasciare le mogli e i figli di amici o colleghi del Pd, stupisce oltremodo la necessità di tenere in organico sia un segretario sia un direttore generale.
E i responsabili delle segreterie degli assessori arrivano tutti da fuori: a loro viene riconosciuto e generosamente retribuito il servizio straordinario che in precedenza era compreso nelle indennità accessorie allo stipendio.
Il bilancio del Comune di Firenze è molto fragile, ma a Renzi non sembra interessare granché. L’importante è costruire una fabbrica del consenso, costi quello che costi (è proprio il caso di dirlo).
Corrisponde a circa 25 milioni la somma che graverà sul bilancio del Comune di Firenze, e quindi sulle tasche dei fiorentini, nei cinque anni di giunta Renzi a causa della pazze assunzioni a chiamata diretta del “Rottamatore”.
Un vero e proprio ufficio di collocamento, o per meglio dire un sistema efficace di clientelismo che ha permesso al sindaco in carica di assumere amici, parenti, ex dipendenti della provincia o semplicemente colleghi di partito trombati alle elezioni. O dipendenti della Florence Multimedia, la società partecipata dalla provincia di Firenze ai tempi in cui Renzi ne era presidente, creata appositamente per valorizzare l’immagine del “Rottamatore” a spese della collettività.
Una di queste è Maria Novella Ermini, figlia del direttore del Corriere Fiorentino, ma ne abbiamo già parlato su Qelsi lo scorso 28 luglio.
Nell’elenco degli assunti a chiamata diretta si possono pure trovare ex assessori comunali come Lucia De Siervo e Simone Tani; l’ex sindaco di Palazzuolo sul Senio, Bruno Cavini; il candidato alle provinciali 2004, non eletto, Giovanni Palumbo già responsabile dell’ufficio di gabinetto del presidente della provincia (Renzi medesimo, of course) poi dirottato alla direzione delle risorse finanziarie del Comune di Firenze: alla guida dell’ufficio del sindaco gli è stato preferito Luca Lotti.
Vale la pena ricordare che Matteo Renzi ha già subito una condanna in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana per danno erariale, proprio a causa dei criteri di assunzioni anomale messe sotto la lente d’ingrandimento quando il Rottamatore era presidente della provincia..
E ancora, scorrendo l’elenco dei 100 assunti: dirigenti regionali e provinciali in pensione come Valerio Pelini e Luigi Brandi; l’ex direttore dell’agenzia del turismo Antonio Preiti, non confermato dall’allora neo-presidente della provincia Andrea Barducci ed immediatamente chiamato da Renzi a dirigere l’ufficio esteri con la creazione ex novo della figura di dirigente.
Poi i trasferimenti: dipendenti dell’amministrazione provinciale che vanno a ricoprire ruoli dirigenziali in Comune: un esempio è l’architetto Giorgio Caselli.
Senza tralasciare le mogli e i figli di amici o colleghi del Pd, stupisce oltremodo la necessità di tenere in organico sia un segretario sia un direttore generale.
E i responsabili delle segreterie degli assessori arrivano tutti da fuori: a loro viene riconosciuto e generosamente retribuito il servizio straordinario che in precedenza era compreso nelle indennità accessorie allo stipendio.
Il bilancio del Comune di Firenze è molto fragile, ma a Renzi non sembra interessare granché. L’importante è costruire una fabbrica del consenso, costi quello che costi (è proprio il caso di dirlo).
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