venerdì 17 agosto 2012

MINATORI IN RIVOLTA IN SUDAFRICA

La strage di lavoratori avvenuta da parte della polizia sudafricana sta suscitando parecchia eco nei notiziari mondiali in quanto la protesta dei lavoratori della miniera di Marikana,nei pressi di Johannesburg,è degenerata nell'orrore dopo che la polizia ha mitragliato di proiettili i minatori che stavano manifestando per avere aumenti salariali.
In più ci sono ulteriori scontri tra i due gruppi sindacali maggiori che rappresentano i lavoratori e che hanno scelto subito lo sciopero come unica maniera per ottenere maggiori retribuzioni in quella che è la terza miniera più grande del paese per la produzione di platino.
L'articolo di Indymedia è supportato da un altro in cui c'è un'aggiornamento sulle conseguenze della violenza che sta continuando tutt'ora e che ha già mietuto oltre trenta vittime:il video preso da youtube mostra immagini crude dove si vede la polizia che come un plotone d'esecuzione sopprime dei minatori.

E' stato un eccidio, documentato dalle telecamere: e sono scene che il Sudafrica non potrà dimenticare presto. La polizia ha aperto il fuoco a Marikana, nel Nord-ovest del Sudafrica, su migliaia di minatori in sciopero, uccidendo almeno 18 persone. Alcuni manifestanti erano armati di machete. Nei giorni scorsi nove persone, tra cui due poliziotti, sono morte in scontri tra operai e forze dell'ordine.
I disordini erano iniziati venerdì, quando i lavoratori avevano incrociato le braccia nell'ambito di una disputa sui salari. Lo sciopero è poi degenerato in un conflitto aperto tra i membri dei due sindacati che si fanno concorrenza. Marikana si trova a circa 70 chilometri a nordovest di Johannesburg.
Un cameraman ha detto di aver visto almeno sette cadaveri dopo la sparatoria, che è stata innescata dall'assalto dei minatori, scesi da una formazione rocciosa accanto alla miniera di Marikana, contro i poliziotti, che stavano ergendo delle barriere con il filo spinato. La polizia era già intervenuta con proiettili di gomma e lacrimogeni contro le migliaia di minatori in protesta, molti dei quali armati di bastoni e machete. La miniera Marikana della Lonmin, terzo produttore mondiale di platino, minaccia il licenziamento di tremila lavoratori. La condizione è interrompere lo sciopero. Il sindacato Amcu chiede per i minatori il triplo rispetto al salario attuale, che pari a circa 400 euro al mese.
Stamattina la società aveva fatto sapere in una nota: i minatori che non si presenteranno domani al lavoro saranno licenziati. "I dipendenti in sciopero - si legge nel comunicato - sono armati e non lavorano. È illegale". Intanto, agenti di polizia hanno detto che dopo la rottura delle trattative con l'Amcu non resta altra opzione che l'uso della forza. Un leader del'Amcu al megafono ha urlato: "Non ci muoviamo. Se necessario, siamo pronti a morire!". I produttori di platino lamentano che il calo del prezzo del prezioso metallo - di cui il Sudafrica ospita l'80% delle riserve mondiali - e la crescita del costo del lavoro li stanno portando al fallimento.

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oltre 30 i minatori uccisi

oltre 30 i minatori uccisi dalla polizia
JOHANNESBURG - Sono più di 30 i minatori rimasti uccisi ieri 1 in scontri con le forze dell'ordine nei pressi della miniera di platino della Lonmin Plc a Marikana, in Sudafrica. Lo ha detto, dopo dodici ore di silenzio delle autorità, il ministro della polizia, Nathi Mthethwa. La stessa cifra è stata data dal ministro della Salute del governo locale, citato dall'agenzia Sapa. La polizia schierata in forze ha aperto il fuoco con le armi automatiche contro oltre duemila lavoratori, molti dei quali armati di machete e lance, che avevano respinto l'invito di sciogliere la manifestazione.
Rispetto alle 18 vittime di ieri, il bilancio si aggrava con il passare del tempo per i decessi dei feriti. Con una durezza che ha ricorsato i giorni dell'apartheid, le forze dell'ordine hanno aperto il fuoco su migliaia di lavoratori che da quasi una settimana erano accampati nei pressi della miniera di platino della Lonmin a Marikana, circa cento chilometri da Johannesburg.
Secondo Frans Baleni, segretario generale del sindacato Num, le vittime sono di più: "La cifra che abbiamo noi per gli scontri di ieri è di 36 morti", ha detto parlando a una radio.
Il dieci agosto dieci persone - otto minatori e due poliziotti - erano rimaste uccisi nelle prime manifestazioni. In una nota pubblicata ieri sul proprio sito a poche ore dallo scoppio degli scontri, la Lonmin Plc affermava che la situazione era "relativamente calma" anche se c'era tensione e attribuiva le cause degli incidenti del 10 agosto a una "guerra" fra sindacati rivali. Il titolo della Lonmin ieri ha perso oltre il 6% al London stock exchange e il 12% dall'inizio della protesta.
(17 agosto 2012) repubblica.it

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