La loro protesta è stata differente da quella dei colleghi asturiani in quanto si sono barricati all'interno della miniera a quasi 400 metri di profondità per sollecitare il governo per il rilancio della loro attività che prevederebbe la produzione di energia pulita dal carbone tramite gli accumuli di anidride carbonica stoccata sotto terra.
Nella zona del Sulcis non è la prima volta che i minatori protestano fortemente sia per le difficili condizioni di lavoro che per la precarietà di questo e ora si attende la risposta dell'esecutivo che deve dare spiegazioni a questi lavoratori che stanno nelle viscere della terra assieme pure a 350 chili di esplosivo.
Articolo preso da"contropiano.org"a sua volta postato da Senza Soste.
Sulcis. I minatori si barricano nella miniera di Gonnesa.
Aggiornamenti
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Una trentina di minatori della Carbosulcis ha deciso di occupare le viscere della terra di Nuraxi Figus, a Gonnesa a 373 metri di profondità.
Dopo ave visto che il governo nazionale e l’Enel non hanno alcuna intenzione di intervenire per mantenere un'attività aperta, la decisione di "barricarsi" nelle viscere della terra.
I minatori sono scesi in fondo ai pozzi alle 22,30 di ieri. L'accesso ai pozzi è stato bloccato con cumuli di carbone e mezzi meccanici.
La protesta è esplosa per convincere il governo a sbloccare il progetto di rilancio della miniera con la produzione di energia pulita dal carbone attraverso la cattura e lo stoccaggio di CO2 nel sottosuolo. I lavoratori chiedono una risposta rapida ai rappresentati delle istituzioni affinché venga fissato un incontro con i leader dei partiti che appoggiano il governo Monti, Alfano Bersani e Casini al fine di indurre l'esecutivo nazionale a dare il via libera al progetto integrato carbone-miniera-centrale elettrica. Un’azione, questa dei minatori, preceduta nei giorni scorsi, dal blocco degli accessi alla discarica di Gessi.
All'interno della miniera è custodito un carico di circa 350 chili di esplosivo, utilizzato dai minatori durante le lavorazioni e ora 'sequestrato' dagli occupanti in rappresentanza dei 463. La protesta ricorda quelle del 1984, del 1993 e del 1995, quando i lavoratori rimasero asserragliati in galleria per 100 giorni.
La protesta è esplosa per convincere il governo a sbloccare il progetto di rilancio della miniera con la produzione di energia pulita dal carbone attraverso la cattura e lo stoccaggio di CO2 nel sottosuolo. I lavoratori chiedono una risposta rapida ai rappresentati delle istituzioni affinché venga fissato un incontro con i leader dei partiti che appoggiano il governo Monti, Alfano Bersani e Casini al fine di indurre l'esecutivo nazionale a dare il via libera al progetto integrato carbone-miniera-centrale elettrica. Un’azione, questa dei minatori, preceduta nei giorni scorsi, dal blocco degli accessi alla discarica di Gessi.
All'interno della miniera è custodito un carico di circa 350 chili di esplosivo, utilizzato dai minatori durante le lavorazioni e ora 'sequestrato' dagli occupanti in rappresentanza dei 463. La protesta ricorda quelle del 1984, del 1993 e del 1995, quando i lavoratori rimasero asserragliati in galleria per 100 giorni.
tratto da www.contropiano.org
27 agosto 2012
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