giovedì 22 marzo 2012

IL CORRIDOIO ROSSO

Dopo la triste(per loro e per i falsi patrioti fascisti italiani)vicenda dei mercenari assassini del San Marco l'India investe nuovamente da alcuni giorni la cronaca dei nostri quotidiani e notiziari televisivi con il sequestro di due turisti rapiti da guerriglieri maoisti nello stato centro-orientale dell'Orissa(Odisha).
Due vicende comunque diverse e come tali trattate in maniera differente dove nel caso dei killer in divisa c'è stato un vero e proprio massacro mediatico contro i metodi di giustizia e nemmeno troppo inconsapevolmente contro tutto il popolo indiano,mentre nel caso dei due signori che per interessi propri studiano le tribù locali l'accanimento sembra molto più blando e addirittura contro gli stessi rapiti come voler dire:ci siete andati voi in una zona a rischio e mò son cazzi vostri.
Forse perché i signori Bosusco e Colangelo non indossano immacolate divise militari con tanto di pizzetto sbirresco ma pantaloncini e magliette contornate da capelli lunghi e barba,segno molto più distintivo etnicamente di gente orientata a sinistra?
L'articolo primo che posto è preso da Indymedia e visto che è stato scritto in febbraio è scevro di strumentalizzazioni post-sequestro e parla delle rivendicazioni degli appartenenti del Peoples Liberation Guerrilla Army che,a prescindere dai modi di attuazione della protesta,sono legittime e giustificabili in quanto la popolazione chiede trattamenti adeguati alla dignità umana e paritarie condizioni economiche visto che i governanti indiani insistono nell'affermare che siano la più grande democrazia al mondo.
L'articolo parla di barbariche repressioni attuate contro i manifestanti che protestavano contro l'esproprio delle loro case per costruire una fabbrica siderurgica di appartenenza di una delle più ricche e potenti famiglie dell'India:spalleggiati dalla polizia degli squadristi dell'acciaieria hanno pestato a sangue i dimostranti commettendo violenze coprattutto contro le donne.
Il secondo articolo è preso da"Blitz quotidiano"e parla più della cronaca narrando una breve storia del partito comunista indiano.

INDIA: LA VIOLENZA DELLO STATO E DELLE MULTINAZIONALI IN ORISSA.

Di seguito una delle tante descrizioni di come agisce lo Stato indiano nei confronti delle popolazioni in lotta...
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Odisha: Migliaia di manifestanti contro l’esproprio delle terre attaccati dagli scagnozzi della sicurezza
Posted by redpines il 2 marzo 2012
La seguente dichiarazione comune sta circolando online. Vi si descrive la repressione di massa contro i manifestanti inermi perpetrata dalle forze di sicurezza private dell’acciaieria Jindal, di proprietà di una delle famiglie più ricche dell'India. Il 25 gennaio, migliaia protestavano per chiedere il risarcimento che era stato promesso loro (sia dal Gruppo OP Jindal che dal governo dello stato dell'Odisha) per la terra strappata con la forza per costruire l'impianto. Centinaia sono stati i feriti segnalati e ricoverati in ospedale. Le masse in questa regione, parte del "Corridoio rosso" del potere rivoluzionario nell’India centrale, hanno anche dovuto affrontare il peso della repressione terroristica da parte delle forze di polizia dello Stato e dei gruppi paramilitari durante l’operazione anti-maoista Green Hunt. Grazie all’organizzazione “Donne contro la violenza sessuale e repressione di Stato”. [Introduzione di Joe]
Brutale attacco della multinazionale ai manifestanti pacifici nello stato dell'Odisha
6 Febbraio 2012
Siamo estremamente scioccati e addolorati per la barbara violenza disumana contro i manifestanti pacifici in particolare donne da parte delle guardie di sicurezza e sicari prezzolati dell’impianto siderurgico Jindal in Angul, stato dell'Odisha. Ci sono stati serie di attacchi contro inermi manifestanti pacifici che manifestavano contro il sequestro forzato di terreni in tutto lo stato dell'Odisha. Il 25 gennaio 2012, quando l'intera Nazione si stava preparando per le celebrazioni del giorno della Repubblica e le classi dirigenti indiane, i grandi affaristi e i media delle multinazionali erano impegnati a strombazzare l'approdo dell’India tra le maggiori potenze economiche, queste ricorrenti violenze brutali dei sicari multinazionali contro i movimenti di massa nello stato dell'Odisha mostrano la vacuità delle dichiarazioni dei nostri governanti quando sostengono che l'India è la più grande democrazia del mondo.
Il 25 gennaio 2012 circa quattromila uomini e donne si erano recate presso la fabbrica Jindal Steel, di Angul per chiedere un giusto risarcimento per la terra strappata loro con la forza e anche per i richiedere i posti di lavoro che erano stati loro promessi, sia da parte della Società che del governo dello stato dell'Odisha. Quando il corteo è arrivato davanti la fabbrica le guardie di sicurezza e i mercenari della Jindal Steel Company hanno brutalmente attaccato uomini e donne, soprattutto le donne, che si trovavano in prima linea nella lotta. La scena barbara è difficile da spiegare a parole. Di fronte a un drappello di grandi dimensioni della polizia i sicari assoldati nelle guardie di sicurezza della Multinazionale li hanno attaccati con tondini di ferro e bastoni. Feriti oltre duecento uomini e donne, molti di loro si trovano ora presso il SCB Medical College, Cuttack e diversi ospedali di Angul. Le donne sono state picchiate brutalmente con sbarre di ferro, i loro abiti sono stati strappati, sanguinavano fortemente, la bestialità dei sicari ha raggiunto limiti più scioccanti e terrificanti, quando alcuni di essi hanno inserito tondini di ferro nelle parti intime delle donne. Non c'è molto da dire dopo questa storia sul grande annuncio del primo ministro dello stato dell'Odisha circa la cosiddetta grande industrializzazione pacifica dell'Odisha.
Quando una commissione d'inchiesta si è presentata presso la locale stazione di polizia, nessuno dei dirigenti della società tra cui l'amministratore delegato è stato arrestato; c'è stato solo un finto arresto del responsabile della sicurezza. Questo incidente è un orribile indicatore dei crescenti attacchi dello stato e delle multinazionali al movimento di massa pacifico dell'Odisha. Nel novembre del 2011, i sicari prezzolati della POSCO davanti a un grosso contingente di uomini della polizia hanno attaccato i manifestanti pacifici della lotta Anti-POSCO nel distretto di Jagatsinghpru distretto dell'Odisha, uccidendone uno con le bombe e ferendone molti altri.
Condanniamo fermamente questo attacco vile contro i pacifici manifestanti che protestano contro la Jindal Steel Company nello stato dell'Odisha, chiediamo l'arresto immediato del CEO e di altri dirigenti della fabbrica Jindal, iniziare un procedimento penale contro di loro per il brutale attacco e il ferimento di uomini e donne. Chiediamo il licenziamento e il processo per tutti i poliziotti che erano presenti durante il disumano vergognosa attacco, compreso il dirigente della polizia del distretto.
Facciamo appello a tutti i progressisti, democratici, organizzazioni dei diritti umani e delle donne a condannare questi avvenimenti e chiedere di agire contro i colpevoli.
(Sostenete questa dichiarazione e inviate a asit1917@gmail.com
http://southasiarev.wordpress.com/2012/03/02/odisha-thousands-of-land-gr...
Italiani rapiti in Orissa, fulcro del “corridoio rosso” e “base” maoista.

ROMA – A rapire i due italiani in India, Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, ci sarebbero, secondo la rete Ndtv, i ribelli maoisti Naxaliti. Il termine deriva dal villaggio di Naxalbari, nello Stato del Bengala Occidentale, dove nel maggio del 1967 scoppiò una rivolta di contadini poverissimi contro i latifondisti locali.
Diffusi soprattutto negli Stati indiani dell’Andra Pradesh, dell’Orissa e del Chhattisgarh, i Naxaliti sono accreditati di un esercito di circa 10-15.000 uomini riuniti nel Peoplès Liberation Guerrilla Army, espressione militare del Partito comunista indiano (Maoista) il cui leader è Muppala Lakshman Rao, detto Ganapathi. Negli ultimi anni, dopo essersi macchaiti di sanguinosa attentati, hanno preso a finanziarsi ricorrendo ai rapimenti.
I Naxaliti si ispirano alle teorie di Mao Zedong sulla rivoluzione rurale e sulla Lunga Marcia dalle campagne verso la capitale e riconoscono come loro fondatore il leader comunista Charu Mazumdar, morto in un carcere indiano nel 1972. Dopo il suo ultimo congresso clandestino, il partito maoista ha sancito la leadership di Muppala Lakshman Rao.
L’Orissa è uno stato federato dell’India orientale, con una popolazione di circa 37 milioni di abitanti. La capitale dello stato è Bhubaneswar.
Nello stato indiano sono attivi circa 20mila guerriglieri maoisti, che rappresentano oggi una delle principali sfide per la sicurezza interna dell’India. Occupano un “corridoio rosso” che s’estende dallo Stato meridionale dell’Andhra Pradesh, attraversa il Chattisgarh, fino al West Bengala e al Nepal.
Secondo stime del governo, i ribelli comunisti sono presenti in un terzo dei 600 distretti indiani, in prevalenza campagne e foreste popolate da comunità tribali.
Nel 2009, l’anno più sanguinoso, i ribelli hanno lanciato oltre mille attacchi contro obiettivi governativi, uccidendo almeno 600 persone. Ma i sanguinosi attentati, le estorsioni e i rapimenti per finanziarsi li hanno confinati dietro un muro di ostilità dell’opinione pubblica.

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