lunedì 23 novembre 2009

PAUSA PRANZO


Il ministro per l'attuazione del programma di governo Rotondi ha voluto unirsi al coro degli alti rappresentanti del governo in vena di sparare cazzate fornendo una chicca sulla presunta inutilità della pausa pranzo al lavoro,forse perchè lui non ne fa uso(del lavoro credo piuttosto del pranzo)e comunque in fondo ha perso una buona occasione per starsene zitto.
Questo"rituale"del pranzo come definito dal ministro è un'accessorio che rende meno produttivo il lavoro di un dipendente,affermando che i lavoratori autonomi o comunque non salariati tale interruzione non la fanno o la limitano a pochi minuti:echissenefrega se un idraulico piuttosto che meccanico dentista o ristoratore non mangia perchè deve produrre legato al cappio dell'avere sempre di più e sempre in minor tempo(di gente così ne conosco anche se poi alla fine dell'anno dichiarano molto meno al fisco di un semplice operaio subordinato).
Il pessimo Rotondi probabilmente in vita sua non è mai arrivato con i crampi allo stomaco alla fine o a metà di un turno lavorativo,probabilmente non sente nemmeno la necessità nutritiva per la pienezza di cocaina nel suo corpo,altro che critiche e dichiarazioni sul danno della pausa pranzo,questo servo del regime vuole annientare l'intero sistema di ciascun lavoratore sia esso dipendente privato o pubblico estorcendo il cibo in cambio di una(anche questa molto presunta)miglioria della produttività.
L'articolo è tratto da Indymedia Lombardia e solo ora mi rendo conto di poter e voler cambiare l'etichetta da"politica"a"neuro deliri".

CI VOGLIONO TOGLIERE PURE LA PAUSA PRANZO.

RAGAZZI O INCOMINCIAMO A FARE SUL SERIO PURE NOI O QUI SI TORNA AL MEDIOEVO...
Rotondi: «Pausa pranzo, danno per tutti»Il ministro per l'Attuazione del programma di governo: «Non mi piace questa ritualità che blocca tutta l'Italia»
MILANO - «La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l'armonia della giornata. Non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca tutta l'Italia». A sostenerlo è Gianfranco Rotondi, ministro per l'attuazione del programma di governo. Certo, aggiunge nel corso di un'intervista al programma web «KlausCondicio», «non possiamo imporre ai lavoratori quando mangiare, ma ho scoperto che le ore più produttive sono proprio quelle in cui ci si accinge a pranzare. Chiunque svolga un'attività in modo autonomo, abolirebbe la pausa pranzo». Quella del ministro non è però una dichiarazione di intenti da tradurre in legge. Ed è lui stesso a precisarlo: «Non ho fatto alcuna proposta di abolire la pausa pranzo, ho solo detto che io l'ho abolita da vent'anni e lo stesso consiglio alla Camera dei deputati, perchè quella è l'ora in cui si lavora meglio». Ma l'opinione del ministro non sembra essere in linea con quella dei lavoratori italiani: un'indagine pubblicata a fine ottobre metteva in evidenza come gli italiani (la ricerca aveva preso però in considerazione 4.500 lavoratori di sei Paesi europei) stiano in realtà riscoprendo il piacere di pranzare con calma, tenendosi sempre più alla larga da fast food e panini mangiati in piedi.
LA RICERCA -«Si capisce che i lavoratori devono avere le loro pause e devono mangiare - ha poi aggiunto Rotondi -, magari sarebbe utile che ognuno si gestisse questa pausa come crede, ma è chiaro che è impossibile. Casomai sarebbe meglio distribuirla in modo diverso, come avviene negli altri Paesi». Rotondi analizza i dati di una ricerca internazionale sul tema da cui emerge che l'Italia rappresenta un caso isolato. «In Germania, ad esempio - fa notare Rotondi - , per incentivare la produttività la pausa pranzo in alcuni posti di lavoro dura mezz'ora, mentre si estende a 45 minuti per chi lavora oltre le 9 ore. Tuttavia, secondo un recente sondaggio, un quarto dei tedeschi trascorre la propria pausa pranzo lavorando. Anche in Inghilterra molti dipendenti vi rinunciano o la riducono, sia nei minuti che nel numero di pause nel corso dell'intera settimana. Negli ultimi due anni, infatti, si è scesi da una media di 3,5 pause a settimana del 2006 a 3,3 nel 2008. Addirittura meno di 3 per le donne. In Francia lo statuto dei lavoratori riconosce 20 minuti ogni 6 ore, mentre in America la pausa pranzo non è proprio prevista dalla legge federale ed è regolamentata autonomamente dai singoli Stati, mentre in Canada e Svezia si pranza davanti alla scrivania».
«CHIUDIAMO LA BUVETTE» - E la buvette dei parlamentari? «Chiudiamo la buvette. Costa troppo e fa ingrassare i parlamentari». Anche su questo il ministro appare convinto: «Credo che la buvette vada chiusa: costa troppo e sarebbe interessante capire perchè gravi in modo così pesante sul bilancio della Camera - sottolinea Rotondi -. Si parla di 5 milioni di euro. Demagogia a parte, penso che non sia economico e che se ne potrebbe fare a meno. I parlamentari mangiano troppo, ingrassano e questo non è sano. Non è una questione brunettiana, ma di condizione fisica, visto che ne guadagnerebbero in salute. Lo consiglio a tutti».

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