venerdì 18 settembre 2020

SULLA RESPONSABILITA' DEI DATORI DI LAVORO

La questione sulla responsabilità del datore di lavoro nel caso di contagio da Covid-19 di un proprio dipendente era stata preventivamente discussa ancora a maggio grazie all'assist di Berlusconi,ai tempi latitante in Costa Azzurra e decisamente imbeccato da Confindustria(vedi:madn berlusconi-invoca-lo-scudo-penale-per gli imprenditori ),mentre in queste ore sulla diatriba intervengono a sostegno dell'ex premier dalla carica virale da macho un fronte allargato che comprendono FdI,Italia viva e la Lega.
Mentre l'Inail ormai da tempo avvalla quello che dice Confindustria,praticamente sarebbe giuridicamente impossibile stabilire se un lavoratore abbia o meno contratto il coronavirus sul posto di lavoro,solamente dal fatto che lo scompenso dei valori economici in campo non permetterebbe una difesa da parte di avvocati per il lavoratore stesso.
Nel redazionale di Contropiano(storie-colonna-infame-renziani-e-salviniani-a-difesa-di-confindustria )una breve considerazione che dev'essere fatta per farci capire che i difensori dei diritti dei lavoratori a parole non lo sono nei fatti,con possibili sanzioni verso gli imprenditori che non adotterebbero misure contro i contagi per gravi inadempienze,mentre su troppi posti di lavoro ormai il distanziamento sociale e la misurazione della temperatura sono ormai ricordi lontani.

Storie da colonna infame. Renziani e salviniani a difesa di Confindustria.

di  Redazione Contropiano   

“In caso di accertamento di infezione da Covid-19 in occasione di lavoro, il datore di lavoro è escluso da ogni responsabilità, civile e penale, anche ai fini dell’adempimento dell’obbligo di cui all’articolo 2087 del Codice civile”. E’ questa la sostanza dell’emendamento che Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva presentano al “decreto agosto”  che dovrebbe diventare legge entro il mese prossimo.

Questa “brillante” idea, già accennata ai tempi del piano Colao su forte “suggerimento” di Confindustria, si fa strada oggi tra le fila dell’opposizione e definisce le posizioni del partito di Renzi, in aperta opposizione alle forze di governo.

Se fino ad oggi il governo era riuscito in un qualche modo a frenare questa istanza, rimettendosi a pareri inconcludenti dell’INAIL, oggi, grazie anche alla presa di posizione dei renziani, ci sono tutte le condizioni per cui venga introdotto il principio di deresponsabilizzazione delle imprese nei confronti della gestione della prevenzione al contagio, lasciando i lavoratori privi di ogni garanzia.

L’emendamento, in sostanza, inverte l’approccio alla responsabilità dell’imprenditore, che secondo il codice civile dovrebbe garantire e tutelare “l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”, ma che potrebbe invece ora liberare il padronato da ogni responsabilità, fatto salvo il caso di “gravi violazioni” delle norme sulla prevenzione.

Quale sia poi il limite tra la “grave violazione” e la sostanza delle condizioni di lavoro di migliaia di lavoratori, soprattutto nei settori meno tutelati e, guarda caso, più colpiti dal contagio, non è dato sapere.

Il governo Conte si troverà presto quindi di fronte a una scelta politica di campo: cercare di insabbiare la discussione, ricorrendo alla fiducia, o emendare il decreto a favore di Confindustria, come già successo in piena pandemia, quando il braccio Conte-Confindustria si tradusse in una chiusura non-chiusura delle aziende, con tutte le conseguenze che ben ricordiamo sulla diffusione del virus.

Ma al di là della battaglia interna ai partiti dell’imbroglio, che da Lega a M5S al PD collaborano su vari fronti ad un piano antipopolare contro gli interessi della popolazione, il dato che emerge dalla politica di palazzo in questo Paese, è che ancora una volta la salute dei lavoratori e dei cittadini viene messa in ultimo piano rispetto ai privilegi riservati alle classi imprenditoriali.

Bisogna produrre, se crepate non fa niente…

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