martedì 15 settembre 2020

IL CARCERE PER DANA

Dopo essere passati più di otto anni dai fatti del marzo 2012 accaduti in Val Susa in uno dei presìdi che ci sono stati dopo gli atti che avvennero da parte della polizia che bruciarono auto dei No Tav,fecero irruzione in locali pubblici oltre che minacciare manifestanti e giornalisti(madn guerriglia-in-val-susa )ecco che la mano lunga repressiva della questura torinese da sempre accanita contro il movimento contro il Tav obbliga a due anni di carcere l'attivista Dana Lauriola.
Le motivazioni che hanno portato a questa decisione stanno nel fatto che Dana non si sia mai dissociata dai compagni No Tav e che si sia rifiutata di andare a vivere lontana dalla Val di Susa dove avrebbe potuto in teoria usufruire dei domiciliari come da lei scritto in una lettera prima di vedere le porte del carcere aprirsi come riportato nel contributo odierno(contropiano accanimento-giudiziario-contro-i-no-tav-dana-dovra-andare-in-carcere ).
Così come la storia di Nicoletta Dosio(madn finale-col-botto-per-i-no-tav )un'altra donna colpita dal regime carcerario per una vicenda di cui i politici si riempiono la bocca solamente quando c'è da riempirsi la pancia,e con i vertici dei pentastellati che cavalcarono l'onda proprio del movimento No Tav per trovare un varco verso una visione più ampia a livello mediatico che se ne stanno mestamente zitti.

Accanimento giudiziario contro i No Tav. Dana va in carcere.

di  Redazione Contropiano

Da giorni si attendeva l’esito della sentenza del tribunale di Torino. I fatti contestati a Dana Lauriola, attivista No Tav, sono la giornata di lotta del 3 marzo 2012. A 8 anni di distanza si concretizza così un altro pezzo di criminalizzazione del movimento No Tav. Dana in particolare, secondo i giudici che così si sono espressi, dovrà scontare 2 anni di carcere. Sono state rifiutate tutte le misure alternative proposte dalla difesa. Una delle motivazioni della sentenza è che Dana non si sarebbe allontanata nè dal movimento No Tav nè dal territorio continuando a vivere in valle a Bussoleno.

Dopo la vicenda della carcerazione di Nicoletta Dosio, attivista di 73 anni e malata di tumore portata in carcere nel dicembre 2019, un nuovo caso di accanimento giudiziario del tribunale di Torino contro il movimento popolare in Val di Susa.

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Qui di seguito la lettera di Dana

Ho la fortuna di potervi salutare tutt* ancora da qui in attesa di essere tradotta in carcere. 

Questa vicenda rivela la vergognosa condotta del tribunale, della Questura e della procura di Torino che hanno lavorato intensamente, in vista della ripresa dei lavori, per eliminare dalla loro strada chi può dare forza al movimento No Tav.

Uno dei motivi per cui vado in carcere, scritto nero su bianco, che non mi sono dissociata dalla lotta No Tav, l’altro che ho continuato a vivere in Valle di Susa. 

Sono tranquilla per tutte le scelte che ho fatto in questi anni, ho amato la valle e la lotta No Tav per oltre 15 anni e continuerò a farlo anche se fisicamente lontana. 

Intanto vi abbraccio, vi farò avere mie notizie. Vi chiedo di continuare la lotta, con tutta la forza e il coraggio che avete. 

A presto compagn*

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Il comunicato della rete universitaria Noi Restiamo

DANA SARÀ PORTATA IN CARCERE: RIFIUTATE TUTTE LE MISURE ALTERNATIVE.

Il tribunale di Torino continua con la sua opera di persecuzione e repressione del movimento #NoTav arrivando a confermare due anni di carcere per Dana.

Dopo l’arresto dei mesi scorsi di Nicoletta e decenni di persecuzione giudiziaria lo Stato italiano prosegue nel tentativo di fermare un movimento popolare che mette in critica le radici di questo modello di sviluppo.

La lotta non si arresta,

Avanti No Tav!

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Il messaggio di Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo).

La Bielorussia è in Val Susa, Dana libera!

Voi governanti ipocriti che sbandierate i diritti umani e la democrazia là ove vi indirizzano affari, strategie militari e potere,

voi che deprecate gli arresti di chi scende in piazza nei paesi che considerate nemici,

voi siete responsabili che in Valle Susa, Piemonte, Italia, una repressione poliziesca e giudiziaria senza precedenti opprima un intero popolo in lotta.

Dana Lauriola è una compagna dell’Askatasuna e una militante NO TAV che andrà in carcere perché le sono stati negati gli arresti domiciliari.

La motivazione da Comma 22 del tribunale di Torino è che Dana non può scontare la pena a casa, perché la sua casa è in Valle Susa e lei non si è dissociata dalla lotta contro l’alta velocità.

Una vergogna da codice Rocco che ora conduce in carcere Dana per le stesse ragioni che vi portarono all’inizio dell’anno Nicoletta Dosio. Dana, Nicoletta e altri dieci militanti NoTAV sono stati condannati a complessivi 18 anni di pena per mezz’ora di presidio al casello dell’autostrada nel marzo 2012.

Un presidio pacifico che ebbe solo l’effetto di far passare gratis il casello alle auto, con un danno complessivo per la società autostradale pari 700 euro; il che vuol dire che per ogni 37 euro di “danno” è stato comminato un anno di carcere.

Questo del resto è il metro di misura con cui il tribunale di Torino e tutti gli apparati dello stato trattano la lotta della Valle Susa, con centinaia e centinaia di persone condannate, sottoposte a regimi di limitazione della libertà e con una occupazione militare del territorio che è giunta a schierare l’esercito.

Il tutto per difendere un’opera devastante, inquinante, costosa e inutile che solo la malafede della classe politica, da Berlusconi a Salvini e a Meloni, da Conte a Zingaretti e a Di Maio, fa andare avanti. Il TAV è solo un danno, ma la classe politica questo danno continua a procurarlo; e siccome ora i lavori ripartono, Dana deve andare in prigione, come rappresaglia e monito verso tutte tutti coloro che lottano.

E che non si fermeranno certo per questo nuovo momento di brutale repressione.

Un grande abbraccio a Dana che entra in carcere, a Nicoletta che è arrestata a casa, al popolo NOTAV che si sentirà ancora più forte per la fermezza ed il coraggio di queste meravigliose compagne. Noi non siamo solo solidali, noi siamo partecipi e complici.

Libertà per Dana, Nicoletta per tutte e tutti i NOTAV, facciamoci sentire perché la Bielorussia è in Valle Susa.

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