venerdì 30 marzo 2018

GRAZIE MONDO

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Se n'è andato uno dei maestri del pallone,Emiliano Mondonico da Rivolta d'Adda,terra docile,pacata e sorniona proprio come il grande Mondo,che però è stato capace di gesta che rimarranno nel cuore di chi ha amato il calcio che fu e continua tutt'ora ad amarlo nonostante tutti i soprusi che il capitalismo ha minato fin dalle basi.
Rimarrà nel cuore delle squadre non solo dove ha giocato od allentato,perché il Mondo era super partes e non poteva starti antipatico anche se magari la domenica(rigorosamente alle 15)ti aveva servito una sonora sconfitta.
Fortunatamente tanti dei sua anni da allenatore li ha spesi a Bergamo dove è rimasto nel cuore della tifoseria e di certo non fuggirà adesso che la morte l'ha chiamato,anzi avrà un posto d'onore nei ricordi di chi ha già una certa età ed ha avuto la fortuna di vedere l'Atalanta o altre squadre con in panchina il baffo di Rivolta.
Grazie e arrivederci Mondo.
Sotto pezzi di ricordi presi dal sito di Atalantini.com(https://www.atalantini.online/ ).

Finisce una storia, inizia una leggenda.

Questa notte si è chiusa una porta.

E si è aperto un portone.

Non mi voglio aggiungere alla lunghissima coda di aggettivi e di teneri ricordi, per altro più che meritati e mai abbastanza per definirlo appieno, che stanno accompagnando la notizia dell’addio del nostro Baffo di Rivolta.
Mi limito a prendere atto che, questa notte, è finita una storia.

E’ finito un capitolo, memorabile, della storia dell’Atalanta. E’ finita la storia di un uomo sui generis, irripetibile. E’ finita la storia di un calcio che, da stamattina, passerà da realtà a ricordo.

Per noi degli “anta” si chiude una storia che abbiamo vissuto. Che amiamo ricordare e raccontare. E per quelli che negli “anta” non ci sono ancora finisce una storia che non hanno vissuto, ma che hanno potuto toccare.

Ed è proprio per loro, e per chi verrà dopo di loro, che adesso si apre un portone. Quello della leggenda.

Perché quell’Atalanta-Malines, quel Ajax-Torino, quegli Juve-Atalanta da stamattina hanno lasciato le vesti di gesta storiche per calzare quelle di gesta leggendarie.

La storia la si dimentica. Spesso rimane solo sulle pagine dei libri. Mentre la leggenda rimane nelle menti e nei cuori, per sempre.

La vita è crudele. Una storia, per diventare leggenda, deve pagare dazio con la vita del suo protagonista. E’ una dura legge, ineluttabile, che accompagna il nostro essere umani.

Quell’Atalanta-Malines, quel Ajax-Torino, quegli Juve-Atalanta da oggi sono leggenda, come il loro regista. E sfido chiunque, dopo che anche noi degli “anta” avremo raggiunto il Mondo nella sua “Nuova Rivolta”, a dire che quegli anni sono stati dimenticati o sono solo capitoli sui libri della storia fubbaliera.

Perché quella sedia alzata nei cieli di Amsterdam non scenderà mai.

Le coppe e i trofei, quelli sì. Si alzano, si abbassano e si rialzano nelle mani di altri.

Ma quella sedia alzata nei cieli di Amsterdam no.

Quella non scenderà mai.

Rodrigo Dìaz

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Cose dell’ altro Mondo

A dare la notizia è stata la figlia Clara con un messaggio su Facebook. «Ciao Papo.... sei stato il nostro esempio e la nostra forza... ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu... eternamente tua», lo struggente messaggio.

Negli ultimi giorni sapevamo in tanti che il Mondo era messo veramente male. Semplicemente non volevamo credere alla cosa.

Quando sette anni fa insorse il suo grave problema di salute il Mondo rimase innanzitutto scioccato come diede modo di vedere nella conferenza stampa nella quale, in modo estremamente coraggioso, denunciò a tutti la sua situazione.

Col tempo e dopo le prime operazioni il male sembrava debellato anche se fu lo stesso Emiliano ad avvisare che c'erano probabilità tutt'altro che remote di una recrudescenza. Ciò era purtroppo puntualmente avvenuto e lui non ne aveva fatto mistero pero' con uno spirito diverso: combattivo, speranzoso, forse sereno per quanto lo si possa essere in una situazione simile.

Perché il Mondo era una persona particolarmente intelligente, sicuramente furbo e arguto come un contadino, un fattore nella piena padronanza del suo status. Era un uomo che veniva profondamente dalla terra, dalla sua terra posta al confine tra le province di Bergamo e Cremona e che dall'approccio quotidiano con la natura aveva fatto suo quel rapporto disincantato col mondo (nel senso del "tutto" non di lui stesso) secondo il quale la vita non e' ne' buona ne' cattiva ma semplicemente E' e occorre vivere al suo passo, volenti o nolenti.

Persona di buon senso e di una umanità disincantata, che non vuol dire particolarmente buona o cattiva, aveva imparato ad essere uomo di più bandiere senza apparire falso o opportunista. Stamattina lo piangiamo in egual modo noi, i tifosi del Toro, della Fiorentina (della quale si professava tifoso) e giù fino a Como, Cremonese, Cosenza, Albinoleffe e probabilmente altri.

Parlavano di lui come fautore di un calcio "pane e salame". Certo non era un profondo conoscitore di tattica e preparazione atletica come può esserlo il Gasperini attuale ma le sue squadre erano figlie della arguzia e della grinta con cui il Mondo affrontava gli avversari e, perché no, l'ordine costituito. I suoi giocatori prendevano da lui, avevano coscienza dei propri limiti ma si spingevano spesso oltre.

Come capito' in quella Primavera del 1988, e tra pochi giorni saranno esattamente 30 anni. Anzi, sembra quasi un disegno voluto andarsene nel periodo tra il pareggio di Lisbona e l'andata a Malines.

Mondonico era una figura complessa, molto più di quello che dicevano le apparenze. Mai banale la persona, mai scontato il carattere: la sedia alzata di Amsterdam quando guidava il Toro, l'"invasione in tribuna" alla ricerca di un molestatore e chissà quant'altro. E poi la sua Cascina di Rivolta, la "Brusada", manifesto fedele del suo essere e dei suoi affetti.

Dicono che sarebbe andato a Liverpool a veder la Dea se non fosse stato per la salute. Un pezzo di Atalanta se ne va. Non sono parole retoriche, è un pezzo grande stavolta.

Il Mondo da noi ha fatto la storia, la nostra storia, e verrà ricordato per sempre, com'è giusto che sia.

Prima che il pubblico decadimento fisico o psichico ne potessero minare la figura. Un Mondo mai vinto, un Mondo mai visto.

Giusto così, ciao Mondo, sei stato unico.

Calep

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La Curva ricorda il Mondo

Abbiamo il cuore a pezzi, ci ha lasciato il nostro grande Emiliano.
Hai scritto pagine storiche e indelebili nella nostra Storia, legando per sempre il tuo nome a questi colori, a questa città.

Hai conquistato tutti, con la tua semplicità e il tuo modo di fare da "pane e salame", hai affrontato questo brutto male sempre con il sorriso e con serenità.

Ci mancherai tanto, non potremo mai dimenticarti.
Un abbraccio a Clara ed alla tua Famiglia.

CIAO GRANDE "MONDO"!

(dall'account Facebook della Curva Nord)

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