martedì 4 aprile 2017

LA RUSSIA NON E' BELGIO.O FRANCIA O TURCHIA


Risultati immagini per attentato san pietroburgo
Nell'attentato avvenuto ieri nella metropolitana della grande città russa di San Pietroburgo nella quale ci sono state al momento quattordici vittime,tutto il mondo si è stretto attorno ai familiari delle vittime(come ormai da pratica burocratica resasi necessaria negli ultimi anni)con messaggi di cordoglio da protocollo.
Ma sono stati ben pochi gli interventi in diretta e le edizioni speciali e straordinari delle varie emittenti italiane che al contrario di quanto accaduto a Bruxelles,Parigi o Istanbul,vuoi per l'abitudine oppure per la lontananza più culturale che fisica da questa metropoli comunque piena di italiani sia residenti che turisti.
Perché la Russia non è Je suis Charlie né tantomeno così apprezzata a livello internazionale e non solamente parlando d'Italia vista con un occhio di riguardo,mentre sappiamo che dal punto di vista alla lotta al terrorismo estremista islamico è in prima linea.
Purtroppo per loro e per il leader Putin la Russia è vista ancora come un covo di comunisti(che con il loro Presidente ben poco ha da spartire)che deve essere lasciato quanto mendo in disparte e trattato sempre con i guanti non per il rispetto ma per la schifezza che potrebbe suscitare ai più.
Peccato perché questa gente,dopo il crollo dell'Urss,ha sì rivisto negli ultimi anni un certo ritorno in auge del comunismo ma anche di episodi e di organizzazioni naziste(relegate più che altro al di fuori dei propri confini nazionali),senza dimenticarci che quando hanno voluto e potuto questi"rossi"hanno salvato più volte le sorti del mondo e in cambio non hanno mai avuto la riconoscenza degna per quello che hanno fatto soprattutto visti i loro sacrifici sia in termini di vite umane che economici.
Articolo tratto dall'Ansa(strage-nella-metro-di-san-pietroburgo ).

Strage nella metro di San Pietroburgo: 14 morti. Il kamikaze è legato ai miliziani siriani.

Trump chiama Putin: 'Insieme contro il terrorismo'

E' Akbarzhon Jalilov, 22 anni, russo di origini kirghise l'autore dell'attentato nella metro di San Pietroburgo. Il suo Dna è stato trovato sulla borsa in cui era contenuto l'ordigno rinvenuto nella stazione di Ploshchad Vosstania, quello che non è esploso. Secondo gli investigatori russi, Jalilov è l'unico autore dell'attentato. Intanto, sono state riaperte le stazioni della metro chiuse ancora oggi per un allarme bomba. Il secondo ordigno, a quanto si è appreso, doveva essere attivato da un cellulare. Circostanza che porta gli inquirenti a 'non escludere' che pure la bomba esplosa sul vagone della metro sia stata innescata a distanza da complici dell'attentatore suicida.
E il ministero della Sanità ha ufficializzato il bilancio della strage: 14 morti. Ieri in serata Putin è andato a deporre fiori sul luogo dell'attacco. Trump lo ha chiamato esprimendogli le sue condoglianze; i due intendono combattere insieme il terrorismo, afferma il Cremlino. Il Consiglio di sicurezza Onu parla di "vile terrorismo". Da oggi tre giorni di lutto cittadino a San Pietroburgo.
I servizi segreti osservavano l'attività degli estremisti coinvolti nell'attentato di San Pietroburgo e sono riusciti a prevenire il secondo attentato - quello di Ploshchad Vosstania - bloccando dopo la prima esplosione la rete di telefonia cellulare nella stazione. L'ordigno nascosto nell'estintore, infatti, "doveva essere attivato da un telefono cellulare e non da un meccanismo a orologeria". Circostanza che porta gli inquirenti a "non escludere" che pure la bomba esplosa sul vagone della metro possa essere stata innescata "a distanza" dai complici dell'attentatore, che forse "controllavano i suoi movimenti".
I servizi, riporta il quotidiano Kommersant, tenevano d'occhio "da tempo" la cellula ma avevano individuato con certezza solo un elemento di "basso rango" dell'organizzazione, di cittadinanza russa, fermato dopo il suo rientro dalla Siria.
Attentato in Russia, i più gravi dal 1999 VIDEO
Un attentato "terrificante" ha sconvolto San Pietroburgo, l'antica capitale degli zar e città natale di Vladimir Putin, proprio nel giorno in cui il presidente russo era in zona per l'incontro con il collega bielorusso Alexander Lukashenko. Un vagone della linea blu del metrò è stato sventrato da un'esplosione mentre correva fra le stazioni Tekhnologicheskiy Institut e Sennaya Ploshchad causando 14 morti, come è stato confermato dal Ministero della Salute. A compiere l'attentato sarebbe stato un kamikaze russo di origine kirghisa.Un secondo ordigno, mascherato da estintore, è stato rinvenuto in una terza stazione, la Ploshchad Vosstaniya, ed è stato disinnescato dagli artificieri: si trattava di una bomba ben più potente - un chilo di tritolo - di quella usata nel vagone della metropolitana ma di fattura simile, ovvero zeppa di "corpi lesivi" (biglie e chiodi mozzati) utilizzati per massimizzare l'impatto mortifero.
LA CORRISPONDENZA AUDIO - ASCOLTA

Il Comitato Investigativo russo ieri ha confermato di aver lanciato un'indagine per "terrorismo" ma ha sottolineato che ogni altra ipotesi verrà analizzata. Le piste privilegiate, ad ogni modo, sono quella "estremista", dunque di matrice islamica, e quella "nazionalista". La polizia, sulle prime, aveva detto di essere sulle tracce di due attentatori ma in serata - stando a quanto riporta Interfax - gli inquirenti si sono convinti che ad agire sia stato un solo uomo. Ovvero il kamikaze, che prima avrebbe lasciato l'ordigno-estintore alla Ploshchad Vosstaniya e poi sarebbe salito sul treno, dove si è fatto esplodere.

LA VIDEOGRAFICA
Tramontata poi anche l'ipotesi 'dell'uomo con la barba', la cui immagine - l'identikit tipo dell'estremista islamico - era stata diffusa dai media russi come uno dei possibili responsabili dell'attentato: il sospettato si è infatti presentato alla polizia e ha detto di non aver nulla a che fare con la tragedia. "Un aspetto fin troppo convincente", aveva d'altra parte commentato su Facebook Gleb Pavlovsky, ex spin-doctor del Cremlino e ora critico di Putin. Il suo scetticismo sembra aver avuto ragione. Il presidente russo poco dopo l'attentato ha espresso le "condoglianze" alle vittime e ha assicurato che le autorità condurranno indagini a tutto campo.
In serata si è poi recato nei pressi della fermata Tekhnologicheskiy Insitut e ha deposto una corona di fiori in memoria delle vittime, senza però rilasciare dichiarazioni. Secondo Pavel Felgenghauer, esperto militare e di sicurezza, il timore è che ci si trovi di fronte a uno 'sciame terroristico'", dalle conseguenze politiche potenzialmente "profonde". Il Paese, d'altra parte, è appena stato scosso da un'ondata di proteste, in cui molti russi, in maggioranza giovanissimi, si sono scagliati contro la corruzione. "Le autorità - ha spiegato in un colloquio con l'ANSA - potrebbero voler sfruttare l'attentato per sopprimere ogni tentativo di manifestazione". L'ipotesi non è del tutto campata per aria. In tv si sono già udite alcune voci - come lo scrittore Alexander Prokhanov - che hanno legato l'attentato alle proteste, individuando in una misteriosa "fonte estera" la regia di entrambi gli eventi. L'obiettivo sarebbe quello di "destabilizzare il Paese" nell'anno che precede le elezioni presidenziali, previste per il marzo del 2018. Dall'Italia, intanto, sono arrivati messaggi di cordoglio dal premier Paolo Gentiloni e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che a giorni sarà in visita ufficiale a Mosca. Al momento non si ha alcuna segnalazione di italiani che non siano in contatto con le famiglie, ma per escludere con certezza il coinvolgimento di connazionali bisognerà probabilmente aspettare domani (oggi, ndr).
Il presidente russo Vladimir Putin era in città 

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