giovedì 21 luglio 2016

SOTTOVOCE


Processo Olgettine, Senato nega uso intercettazioni di Berlusconi. Scambio di accuse tra dem e M5s
Mentre il mondo ma oggi parlo esclusivamente dell'Italia sono stati monopolizzati dalle drammatiche vicende francesi e turche,da noi anche dalla strage del treno in Puglia ma per ora scordandosi per esempio dei morti che continuano ad esserci nel Donbass e in Palestina,sottotono e sottovoce stanno passando notizie che dovrebbero interessare molto più l'opinione pubblica.
Parto innanzitutto dai due contributi presi da Repubblica(www.repubblica.it/politica )e da Contropiano(contropiano ai-politici-italiani-la-tortura-piace )che parlano di due argomenti discussi negli ultimi giorni in Parlamento e che sono rispettivamente la negazione del Senato di poter usare le intercettazioni telefoniche di Berlusconi nel caso delle olgettine e il rinvio della discussione dell'inserimento del reato di tortura e dei nuovi regolamenti sulle prescrizioni e sulle intercettazioni(guarda caso)a dopo l'estate.
Il caso olgettine,modelle e non,prostituzione,droga,stupri di minorenni e quant'altro con il litigio e lo scambio di accuse tra piddini e grillini su chi abbia potuto far accadere questo ennesimo regalo all'ex presidente puttaniere.
Il caso torture con un Alfano sempre più indisponente e dalla parte(sempre e comunque)dei torturatori in divisa in modo che possano giocare ancora con i manganelli fino(e dopo presumibilmente)a settembre.
Segnalo altri link sul vergognoso atteggiamento del Coisp nei giorni del ricordo di Carlo Giuliani(contropiano carlo-giuliani-facebook-censura-zerocalcare e senza soste perche-la-pagina-facebook-di-zerocalcare-e-stata-oscurata )con i soliti insulti gratuiti alla sua memoria e col caso del fumettista Zerocalcare minacciato in rete in quanto partecipante ad un incontro in Piazza Alimonda,massima solidarietà all'autore.
Un altro ancora,e questo pesantemente taciuto o ridotto a poche righe o a qualche secondo sui notiziari televisivi,che riguarda le decine di arresti in Calabria e in tutta Italia di politici,mafiosi,faccendieri,assicuratori e imprenditori legati a doppio filo per le famose grandi e inutili opere quali Mose,Tav ed Expo per citare i casi più eclatanti(contropiano quella-fatale-attrazione-della-mafia-le-grandi-opere ).

Processo Olgettine, Senato nega uso intercettazioni di Berlusconi. Scambio di accuse tra dem e M5s.

Grillo: "Pd salva Silvio in cambio sì a referendum". Il voto a scrutinio segreto. Zanda, capogruppo democratici: "Certo del nostro voto a favore uso telefonate. Meno certo che altri gruppi, che erano su questa posizione, l'abbiano poi mantenuta nell'urna"


Roma-Il Senato salva Berlusconi, ed è bagarre tra dem e grillini. L'Aula di Palazzo Madama, con voto a scrutinio segreto, non ha dato l'autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi e le cosiddette Olgettine. I voti favorevoli sono stati 120, i contrari 130 e 8 gli astenuti. La Giunta per le immunità parlamentari aveva chiesto il via libera all'autorizzazione, ma solo per tre delle 11 intercettazioni inviate al Senato dalla magistratura milanese, e che erano state effettuate in un'altra indagine con al centro una presunta truffa su finanziamenti pubblici, poi archiviata. Quelle tre erano quelle che si riteneva che fossero finite nell'indagine casualmente. Si trattava di conversazioni cosiddette "casuali", ossia i pm non potevano prevedere "che si sarebbe intercettato il Parlamentare" e quindi non avevano l'obbligo di chiedere all'epoca l'autorizzazione al Parlamento. Sulle altre c'era il dubbio, e così sono state stralciate. Il Cavaliere, sempre ad Arcore per completare la riabilitazione dopo l'operazione al cuore, tira un sospiro di sollievo e Fi esulta.

Ma è scontro, ora, sul voto segreto con scambio di accuse tra M5s e Pd. Subito dopo la votazione dell'assemblea, i senatori grillini hanno protestato tanto che il presidente Pietro Grasso ha sospeso la seduta. Beppe Grillo, sul suo blog, accusa: "È un inciucio che non finisce mai". "Ora che il referendum costituzionale si avvicina - continua il post - il Pd salva Silvio in cambio di un benevole atteggiamento, suo e del suo potente impero mediatico, nei confronti della consultazione popolare. Il #PdSalvaSilvio, ma chi salverà il Pd dal giudizio popolare?".

 Uscendo dall'emiciclo, esponenti del Pd hanno attaccato sostenendo che, complice il voto segreto, a votare per il no all'utilizzo delle intercettazioni sono stati i grillini. "Prove di alleanza in aula tra M5s e destre", è l'accusa del senatore dem Andrea Marcucci. Rincara la dose contro i 5Stelle la vicesegretaria dem Debora Serracchiani. "I moralizzatori della politica italiana, quelli dello streaming e del vaffa- commenta - quando si va al sodo mostrano la vera faccia: zero scrupoli e accordi sottobanco con la destra". "Purghe interne sanzionate dai tribunali, parentopoli accertata, partito eterodiretto da una società privata - aggiunge Serracchiani - e adesso anche lo scambio di favori con i forzisti: questo il ritratto di chi si propone come l'unica vera alternativa alla politica".

M5s: "Nazareno risorto". "il Patto del Nazareno è risorto", replicano i 5Stelle. "Il Pd con il voto segreto - avverte il capogruppo del Movimento, Stefano Lucidi - salva Berlusconi e prova a puntellare la sua sempre più scricchiolante maggioranza. Un modo subdolo, dando la colpa ad altri come già accaduto in altre occasioni, giocato sulla pelle della Giustizia, per provare ad assicurarsi anche un comportamento benevolo da parte dei berlusconiani e del loro potente sistema mediatico nel referendum costituzionale".

Zanda: "Certo del nostro voto, ma non di quello degli altri". Il capogruppo Pd, dopo lo scontro con i grillini, e forse anche per rispondere a chi sospetta che alcuni senatori democratici abbiano votato in favore di Berlusconi, conferma che il partito ha rispettato quanto deciso dalla Giunta. "Sono certo - dichiara il presidente dei senatori dem, Luigi Zanda -  che il mio gruppo ha votato compattamente a favore della decisione della Giunta di concedere all'autorità giudiziaria l'uso delle intercettazioni di Silvio Berlusconi". "Sono molto meno certo - prosegue - che, nel voto segreto, ci sia stato lo stesso comportamento da parte di gruppi che pur avevano espresso, nel dibattito d'Aula, la stessa posizione. Siamo di fronte ad un episodio analogo a quello del 1993, quando la Lega salvò Bettino Craxi".

Il processo. Il fascicolo oggetto del voto in Senato contiene in tutto 11 intercettazioni tra l'ex premier e due 'Olgettine' e aveva subito in Giunta un iter travagliato. Le intercettazioni sono relative al 2012, quando Berlusconi era deputato. Il gip di Milano ha ritenuto di inviare le carte al Senato, cioè all'ultima Camera dove Berlusconi è stato parlamentare, perché l'inchiesta su Ruby Ter (dove l'ex Cavaliere è accusato di corruzione di testimone) è stata formalizzata nel 2013 quando era senatore. Le intercettazioni resteranno comunque agli atti del procedimento Ruby ter ma potranno essere utilizzate dai pm come prove a carico soltanto nei confronti delle ragazze e non dell'ex premier.  Per il gip Stefania Donadeo, che lo scorso primo ottobre aveva accolto la richiesta del procuratore aggiunto Pietro Forno e dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, quelle telefonate "appaiono rilevanti" nell'ambito dell'inchiesta con al centro il reato di corruzione in atti giudiziari, perché dimostrerebbero le "trattative" per elargire "alle due donne somme di denaro" e regalare loro "immobili" in cambio di una sorta di "lealtà processuale". Il procedimento è in fase di udienza preliminare con la prossima udienza fissata per il 3 ottobre.

Il processo Ruby ter.  Nelle conversazioni inviate alla Giunta del Senato, alle "pressanti richieste" delle due giovani ("Olgettine"), in passato ospiti delle serate ad Arcore, "di adempimento degli obblighi di dazione di quanto promesso", Berlusconi "subordina" il loro "atteggiamento processuale". L'ex Cavaliere, infatti, avrebbe chiesto "esplicitamente a Barbara Guerra di convincere Iris Berardi a revocare la costituzione di parte civile" e nella telefonata del 12 aprile 2012 la showgirl "confermava a Berlusconi che avrebbe messo 'i suoi buoni uffici' per convincere 'la matta' (Berardi, ndr), ad abbandonare la strada scelta". E dal diario della brasiliana agli atti dell'inchiesta, secondo il gip, "si evince ancor più quanto e perché Berlusconi dovesse temere la deposizione testimoniale della stessa, atteso che vi si fa esplicito riferimento ad una relazione di tipo prostitutivo tra i due quando la Berardi era ancora minorenne". Le due Olgettine, dopo essersi costituite parti civili nel processo Ruby 2 a carico di Fede, Mora e Minetti, ritirarono la loro costituzione. E nelle intercettazioni, come scrive il gip, Berlusconi "non esitava ad ordinare alla Guerra" di revocarla, chiamando la revoca "quella cosa lì".

Il video di accusa. Gli inquirenti potranno usare come prova documentale a carico di Berlusconi il video di una telefonata filmata dalla stessa Barbara Guerra mentre parlava con l'ex Cavaliere nel giugno 2013 (alla presenza anche di Alessandra Sorcinelli) e nella quale l'ex premier, tra le altre cose, diceva: "Ho fatto un assegno io ieri di 160.000 euro per pagare i mobili della casa". E Guerra: "Ascolta, Silvio, non è casa mia quella! Sono in mezzo a una strada ancora! Dopo 4 anni di merda! Ma stiamo scherzando?".

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Ai politici italiani la tortura piace.

di Redazione Contropiano.
Trent’anni fa è stata approvata la Convenzione Onu contro la tortura, definendo questa pratica come rato con chiarissime parole: “il termine «tortura» designa qualsiasi atto con il quale sono inflitti a una persona dolore o sofferenze acute, fisiche o psichiche, segnatamente al fine di ottenere da questa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimidirla od esercitare pressioni su di lei o di intimidire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito. Tale termine non si estende al dolore o alle sofferenze derivanti unicamente da sanzioni legittime, ad esse inerenti o da esse provocate”. Si deve sottolineare come la definizione sia pensata proprio per i “funzionari pubblici” sotto qualsiasi regime politico, tanto che la tortura viene distinta con precisione dalle conseguenze di “sanzioni legittime”.
L’Italia ha ratificato la Convenzione con appena nel tre anni di ritardo, nel 1989. Senza mai varare però una legge che rendesse operativa quella convenzione.
Nel 2015 la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per i fatti del G8 di Genova, spiegando che in Italia le varie polizie si sentono legittimate a torturare fermati e arrestati proprio per l’assenza di sulla tortura.
Il Pd ha rabberciato in Commissione Giustizia del Senato, che doveva raccordare il testo approvato alla Camera con quello approvato dal Senato, un testo molto cauteloso sul tema, adottando oltretutto una definizione della “tortura” in modo molto diverso da quanto previsto nella Convenzione Onu (“Chiunque con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa”), che nell’affollarsi di parole interpretabili apre varchi giganteschi ai futuri avvocati messi alla difesa degli agenti accusato di questo reato, vanificando di fatto l’effetto deterrente di una legge penale. Per esempio, con questa definizione potrebbe essere condannato per tortura un dipendente di una casa di cura “manesco”, ma difficilmente un poliziotto o un carabiniere.
Ma anche questo nulla sembra troppo a decisivi sostenitori del governo o loro ex compari nei governi Berlusconi.
Angelino Alfano: “Evitiamo messaggi fuorvianti nei confronti delle forze dell’ordine”Fabrizio Cicchitto: “Sono inutili gli sproloqui sul terrorismo se si indeboliscono le forze dell’ordine e il sacrosanto disegno di legge sul reato di tortura non va bene in questa formulazione, no si devono accomunare le forze dell’ordine e i delinquenti”.Carlo Giovanardi: “Sono penalizzate le forze dell’ordine, si graziano i delinquenti”. “I sindacati di polizia sono tutti d’accordo per l’altolà a questa legge. Noi siamo solidali con i sindacati di polizia e il Cocer dei carabinieri che si oppongono al disegno di legge sulla tortura, che è un provvedimento intriso di pregiudizi nei confronti delle forze dell’ordine”. Ne consegue che gli unici sindacati rispettati da Giovanardi sono quelli di polizia…
Erika Stefani (Lega): “nel momento in cui il poliziotto effettua l’arresto, nel prendere il delinquente probabilmente esercita una violenza nei confronti di un soggetto che è quanto meno sottoposto alla sua vigilanza o custodia, quindi arrivava a commettere un reato di tortura e ad avere una punizione addirittura aggravata fino a quindici anni in quanto pubblico ufficiale”.
Riccardo Mazzoni (Ala – Verdini): “I vertici delle Forze dell’ordine hanno in particolare messo l’accento sul rischio che con questa legge non si possa più garantire l’ordine pubblico, perché ogni tafferuglio potrebbe essere seguito da un diluvio di denunce alla magistratura”.
Se ne può trarre un’unica conclusione: per una parte consistente e decisiva della “classe politica” italiana gli agenti delle varie polizie devono sempre avere massima discrezionalità nell’uso della violenza, altrimenti non potrebbero fare nulla.
Di conseguenza, per questi politici i poliziotti di ogni arma sono dei torturatori autorizzati che non devono aver nulla da temere dal loro datore di lavoro. Lo Stato. Che in regime di democrazia parlamentare, sia pure borghese, sarebbe in teoria il nostro rappresentante.
Se vi sembra illogico come un uroboro, non è colpa nostra.

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