lunedì 4 luglio 2016

RESTRIZIONI AL COMUNE DI LIVORNO

Poche parole di commento alla delibera approvata a Livorno che pone restrizioni d'accesso al comune ed al consiglio comunale della città toscana dove governa il Movimento 5 stelle.
L'articolo di Senza Soste evidenzia il fatto che per entrare nel palazzo comunale dal primo di agosto sarà necessario esibire un documento d'identità mentre il pubblico presente nella sala durante i consigli comunali non dovrà superare le cento unità.
La preoccupazione del sito d'informazione labronico è condivisibile anche perché chi detiene il governo della città è proprio quel movimento che fa della trasparenza,della condivisione e della partecipazione i punti più indicativi dei propri dettami politici.
Vuoi che alcuni mesi addietro ci furono scene da circo durante la discussione sulle privatizzate operanti nel territorio livornese e vuoi per un eccessivo zelo nel controllo e per la sicurezza dei dipendenti comunali fatto sta che questa delibera è un passo indietro nell'avvicinare le persone alla politica:preso da Senza Soste(http://www.senzasoste.it/livorno/sicurezza-in-comune-un-brutto-segnale-di-una-brutta-delibera ).


Dal 1 agosto per accedere al Comune di Livorno ci sarà un regolamento più restrittivo, anche per il consiglio comunale. Una limitazione che sa di chiusura politica.

Diciamo subito le cose come stanno. La delibera che vincola l'accesso al palazzo Comunale alla presentazione di un documento di identità è da una parte legato a motivi di sicurezza dei lavoratori e di regolamentazione dei tempi e degli spazi del Municipio, ma dall'altra parte ha un significato anche molto politico, non certo positivo. Ci riferiamo soprattutto alla disciplina del Consiglio Comunale che è limitato alla presenza di 100 persone (consiglieri e funzionari compresi) e che dà l'idea che si voglia affrontare questo momento di difficoltà e di conflitto in città, creando un ulteriore distacco con la cittadinanza. Certo, le scene a cui abbiamo assistito durante le vicende Cooplat o Aamps (ben strumentalizzate e fomentate dalle opposizioni e dai sindacati) hanno degradato il consiglio comunale a circo Barnum, consiglieri e cariche istituzionali comprese. Ma questo non può giustificare la "selezione" e lo svolgimento fra pochi intimi delle sedute. Qualcuno potrà dire: ma se uno vuole protestare o seguire il consiglio può fare un presidio rumoroso fuori o guardarlo in streaming. Vero, ma si conferma il fatto che si vuole creare un distacco fisico fra politica e cittadinanza e se poi a farlo è chi diceva che la sua scorta sono i cittadini e che le pareti del Comune sarebbero diventate trasparenti è normale che qualcuno storga la bocca. Se di questa delibera se ne può capire le motivazioni (oggettivamente molte sedute sono state al limite della praticabilità), non se ne può certo condividere la soluzione che trova. Anche perché gli strumenti per limitare certi comportamenti ci sono e i consigli si possono sospendere (fra l'altro con conseguenze penali per chi lo causa). E come si sa, spesso nei corridoi "politici" del primo piano tante persone disperate hanno avuto la possibilità di confrontarsi o raccontare la propria difficoltà con i consiglieri o con i tecnici. La situazione con la crisi che avanza sta precipitando? Vero. Prendiamo atto che la risposta è questa delibera. Ma non possiamo che prenderne atto negativamente, anche con tutte le attenuanti del caso.
Naturalmente poi c'è da occuparsi degli strumentalizzatori da tastiera e di quelli che hanno la memoria corta. Qualcuno grida al fascismo, altri propongono di dimettersi. Sono gli stessi che hanno trasformato il Consiglio Comunale nel circo Barnum. Poi ci sono quelli che si sono scordati che quando amministravano, la proposta di disciplinare accesso a Municipio e Consiglio era stata fatta dall'ex sindaco Cosimi che poi cedette alle pressioni delle opposizioni. Ma molti si possono ricordare come in quegli anni venne fuori anche il divieto di fare foto in Consiglio Comunale (l'ex sindaco non voleva fossero usate sui social network!) e ogni volta che c'era una protesta, anche composta o organizzata con semplice magliette o striscioni, c'era il pronto intervento dei Vigili e della digos con minacce di denunce annesse (ma in quel caso a protestare c'erano i movimenti antagonisti brutti e cattivi, non i civili sindacati aizzati dal Pd). E come non scordarsi di quando il Pd al potere diceva che il consiglio comunale lo avevano interrotto solo i fascisti nel 1922. Appena è cambiata amministrazione a interrompere i consigli ci hanno iniziato a pensare loro. Attendiamo che diano del fascista a sè stessi.
Insomma, il 1 agosto partono 5 mesi di sperimentazione e vedremo come in concreto di svilupperà la situazione. In ogni caso il comune chiuso o filtrato alla cittadinanza non è un bel segnale. Su questo non ci piove.
redazione, 2 luglio 2016

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