giovedì 23 aprile 2015

EXPO,LAVORO E VOLONTARIATO

Il contributo odierno parla,a pochi giorni dall'inizio di Milano Expo 2015,del lavoro che verrà prestato per l'evento e per la difficoltà di reperire giovani che non cadono fortunatamente per loro nei tranelli di quello che sembra più una richiesta di volontariato piuttosto che di una professionalità.
L'Italia è un paese che dal punto di vista del volontariato soprattutto nel sociale non ha nulla d'invidiare a nessuno al mondo,centinaia di migliaia di persone che offrono il loro tempo e le proprie qualifiche per i più svariati motivi,e che comunque sono gesti ed esperienze gratificanti e per l'appunto volontari.
Ma quando dietro a facili promesse di lavoro si celano contratti truffaldini,che sono tutti incentrati sulle regole del job act,non è più solo una scelta ma un obbligo,uno sfruttamento delle proprie capacità e del proprio tempo.
Le grandi menti e i padroni che sono nascosti dietro a Expo non devono comunque preoccuparsi,ci saranno sempre persone vicine alla canna del gas che per pochi Euro si sobbarcheranno l'onere ma non l'onore di poter prestare servizio all'esposizione milanese proprio per un pezzo di pane.
Il volontariato dev'essere una scelta,il lavoro dev'essere un diritto e vado oltre:sicuri di voler organizzare anche le Olimpiadi di Roma nel 2024 con tutto quello che abbiamo visto nel corso degli ultimi decenni?
Articolo preso da Infoaut.


Modello Expo: ci vogliono schiavi e dicono che siamo viziati.


Oggi il Corriere della Sera ha dato l'ennesima notizia sui problemi di Expo 2015, a soli 7 giorni dalla sua inaugurazione ufficiale. Questa volta non si tratta di corruzione, ritardi nelle costruzioni o morti sul lavoro. A vederla da certe angolazioni è addirittura una notizia che rincuora: per quanto la crisi morda i giovani di questo paese non sono ancora completamente disposti a fare da zerbini per gli organizzatori del grande evento.

Infatti il giornale lamenta la difficoltà avuta dagli organizzatori del grande evento a trovare giovani disposti a lavorare negli stand per 1300 euro al mese (addirittura!). Manco a dirlo, il messaggio (neanche troppo) implicito è che i giovani italiani sono troppo svogliati, viziati, schizzinosi, choosy. Non a caso lo stesso articolo contrappone l'esempio virtuoso dei giovani che hanno accettato di lavorare gratuitamente.

Dai commenti che si leggono sui social network la realtà pare essere diversa, un'idea è data da questo articolo apparso online. Insomma chi si occupa di reclutare i lavoratori per Expo naviga a vista, nella completa disorganizzazione, ma pretende che i giovani siano pronti e disponibili a lasciare tutto e partire al servizio del grande evento senza porre domande sul contratto e su quanto verranno pagati. Oltretutto si scopre che in molti casi non si tratta di 1300euro, ma 500, 190 e via dicendo... (e chi ci vive a Milano con queste cifre?)

Anche questa volta i portavoce della classe dirigente del paese hanno provato a scaricare la responsabilità di questo (ennesimo) fallimento di Expo 2015 sulle spalle dei giovani. Allo stesso tempo aggiungono un mattoncino alla narrazione tossica dei giovani disoccupati e precari perché choosy, cercando di delegittimare ogni tentativo di protesta, di rabbia o di sdegno che una generazione tremendamente impoverita e precarizzata potrebbe mettere in campo.

Ecco che cosa verrà esibito nei padiglioni di Expo: la logica del Jobs Act messa all'opera e il modello di paese e di relazioni lavorative che Renzi vuole per l'Italia. Zero questioni, zero domande, zero diritti: devi ringraziare se ti viene offerto un lavoro (quindi lo puoi fare anche gratis o a pagamento). Ovviamente chi non accetta queste condizioni sarà automaticamente lo svogliato capace solo di lamentarsi e causa dei mali del paese.

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