sabato 17 gennaio 2015

IL FURTO DEL CORRIERE DELLA SERA

La vignetta qui sopra è una di quelle disegnate da molti autori che si sono visti rubare i loro lavori dal Corriere della sera in un libro pubblicato in questi giorni per sostenere economicamente la redazione del giornale Charlie Hebdo colpito la scorsa settimana da dei terroristi.
Infatti senza dir niente a nessuno il quotidiano milanese ha raccolto molte opere di vignettisti per completare il libro in vendita a 5 Euro in puro stile sciacallaggio,e molti di questi hanno scritto sia al Corriere che su social networks il loro disappunto non tanto per la finalità del progetto ma per l'appunto per il furto di un lavoro nato l'indomani della strage per solidarietà.
La lettera qui sotto scritta da Giacomo Bevilacqua(A panda piace)è la sintesi e la perfetta sensazione di molti degli autori depredati,contributo di Infoaut.

Corriere della Sera: non c'è business senza sciacallaggio.


Il Corriere della Sera ha stampato un libro con i #JeSuisCharlie di vari vignettisti che è stato distribuito nelle edicole milanesi nella giornata di ieri e da domani nel resto d'Italia. Al suo interno, il quotidiano milanese ha inserito una serie di vignette disegnate in solidarietà con Charlie Hebdo e raccolte sui profili social o sui siti/blog di noti vignettisti senza informare gli autori delle stesse. Lo scopo da parte del Corriere della Sera è stato evidentemente un vero e proprio atto di lucro, un atteggiamento meschino, tipico di chi intende il lavoro svolto dai fumettisti come privo di riconoscimento e in quanto tale, utilizzabile in qualsiasi momento per garantirsi più profitto.
L'atto di sciacallaggio da parte del Corriere della Sera, è stato criticato da molti fumettisti implicati nel brutto affare (Roberto Recchioni, che ha già pubblicato una lettera aperta al Corriere, Leo Ortolani, Milo Manara, Giuseppe Palumbo, Paolo Bacilieri, Sio, Gipi, Manuele Fior, Don Alemanno, solo per citarne alcuni) e nella giornata di oggi hanno denunciato pubblicamente l'operato becero del quotidiano, attraverso diversi post sui social networks e alcuni articoli su quotidiani on-line.

Proponiamo qui sotto la risposta di uno degli autori danneggiati, Giacomo Bevilacqua di 'A panda piace'. Tra gli altri, anche Leo Ortolani conosciuto come l'autore di Ratman, ha reso pubblico oggi un post su fb che potete trovare qui.


Caro Corriere, mi è giunta voce che tu abbia preso la mia vignetta e quelle che altri autori di fumetti come me hanno realizzato nella tragica giornata dell’attentato a Charlie Hebdo, autori che si sono visti minacciare il diritto e la libertà di poter dire la propria su qualsivoglia argomento.

Ed è proprio con questa libertà che tanto cerchiamo di difendere che mi permetto di dirti che il tuo gesto di creare un libro con le opere d’altri, prese da internet, stampato in maniera becera e venderlo a 5 euro, per poi donare il ricavato alla redazione di Charlie Hebdo, tu puoi vederlo benissimo come un gesto nobile, e magari visto dall’esterno lo è pure. Ma lo sarebbe stato molto di più se avessi scritto a me e a molti altri autori come me, chiedendoci il permesso di pubblicare i nostri lavori, prima di farlo, perché a me non risulta essere arrivata alcuna richiesta formale, e in questo modo, caro Corriere, a me spiace dirtelo, ma la tua operazione risulta essere soltanto una versione ancora più becera del più becero sciacallaggio, oltre che il tentativo di farti nobile con la roba di altri.

Ci sarebbe da farti causa tutti assieme. Tutti gli autori presenti nel volume e di cui ti sei arrogato i diritti di pubblicazione, ci starebbe bene il fatto di venire risarciti e poi donare tutti soldi della causa alla redazione di Charlie Hebdo o alle famiglie delle vittime, cosa ne pensi, caro Corriere? Secondo te cosa sarebbero più contenti di ricevere, loro? I soldi ricavati da un libro fatto sulle spalle e sulle opere di persone di cui non avete rispettato i diritti, o gli eventuali soldi ricavati dal riconoscimento di questi ultimi? Spero di ricevere una risposta, o quantomeno una scusa formale sul giornale stesso, oltre alle prove relative ai guadagni del libro e alle cifre effettivamente versate a favore della redazione di Charlie Hebdo. Prego inoltre le persone, se possibile, di condividere questo stato, per fare in modo che, come la mia vignetta è arrivata a loro e non si sono fatti scrupoli a prenderla, gli arrivi anche questa lettera. Le illustrazioni mie e degli altri autori erano contro il terribile attacco alla libertà di stampa, non a favore della libertà di far stampare a voi il cazzo che vi pare.

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