mercoledì 31 dicembre 2014

LE ELEZIONI GRECHE DEL 25 GENNAIO

Al terzo tentativo la soluzione parlamentare greca di trovare un nuovo Presidente della Repubblica è fallita e quindi la nazione eleggerà il futuro capo dello Stato,come prevede la loro Costituzione,con una votazione aperta a tutti i cittadini.
Nonostante tutti gli appelli ed i sotterfugi,alcuni al di là dei limiti della legge,l'attuale premier Samaras non è riuscito a varcare la soglia dei 180 voti favorevoli per mettere sul trono l'ex commissario europeo Dimas,ed ora il futuro della Grecia è nelle mani dei propri elettori.
Il leader di Syriza Tsipras attualmente è il candidato favorito per l'elezione,anche se l'ex premier Papandreou potrebbe tornare in corsa creando un nuovo soggetto politico che farebbe da ponte tra i vari schieramenti,un anticipo di governo di unità nazionale modello Italia(!?).
Il 25 gennaio,data prevista per la consultazione popolare,è alle porte,ed ora la troika europea è già al lavoro per convincere i possibili candidati,Tsipras compreso,per cercare di porre qualcosa sul tavolo delle trattative in cambio ai greci per non vederli uscire dall'Euro e dall'Europa.

Grecia alle elezioni anticipate: nuovo tornante per l'Eurocrisi.

Al terzo tentativo il parlamento greco non è riuscito a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. L'uomo di garanzia offerto da Samaras alla troika, l'ex commissario europeo Stavros Dimas, non ha raggiunto i 180 voti necessari per essere eletto alla presidenza, fermandosi a quota 168. Come previsto dalla costituzione il parlamento è ora sciolto automaticamente e il paese chiamato ad elezioni anticipate, fissate da Samaras per il 25 gennaio.
Alla vigilia della terza e decisiva votazione il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble aveva avvertito il parlamento greco dichiarando che «Le nuove elezioni non cambiano nulla rispetto al debito greco, qualsiasi nuovo governo deve rispettare gli accordi contrattuali presi dai suoi predecessori».
Lo spettro del contagio greco nell'eurozona è quello maggiormente temuto da Schaeuble. Per esorcizzare questa paura Samaras ha giocato tutte le carte a sua disposizione: lo spauracchio dell'uscita catastrofica dall'Eurozona, gli accorati appelli televisivi in sostegno della candidatura di Dimas, i tentativi di corruzione di alcuni deputati, le esche trasversali per l'allargamento della coalizione di governo, fino a oggi composta da Nea Dimokratia e dal Pasok, lanciate tanto a sinistra (Dimar) quanto a destra (Greci Indipendenti). Anche il coinvolgimento di Alba Dorata, che avrebbe dovuto far scortare 8 dei suoi 16 deputati dal carcere al parlamento per la votazione, non era stato del tutto scartato dal capo dell'esecutivo.

Cala dunque il sipario sul governo Samaras. La campagna elettorale si prospetta attraversata da due variabili fondamentali: la tenuta di Syriza, fino a oggi favorita nei sondaggi, e la ricerca di una figura di garanzia per i mercati. Se il programma di Tsipras si è andato intiepidendosi negli ultimi mesi - dall'uscita dall'euro alla rinegoziazione del debito - è sempre a sinistra che avanza una nuova candidatura. L’ex premier George Papandreou, lo stesso costretto alle dimissioni nell'ottobre 2011 dalle pressioni congiunte franco-tedesche quando propose un referendum per decidere del secondo piano di aiuti al paese, sembra intenzionato ad abbandonare il Pasok e a presentarsi nella competizione elettorale con una nuova formazione. Papandreou avrebbe l’obiettivo di costituire un governo di unità nazionale riequilibrando i pronostici in favore di Syriza o proponendosi come interlocutore di coalizione obbligato per Syriza.

In ogni caso, la guida a trazione tedesca dell'Europa, con una vittoria o meno di Syriza, dovrà confrontarsi con la significativa affermazione di contrasto e dissenso alle politiche di rigore. Già nella giornata di ieri, quella della mancata elezione, la borsa di Atene ha toccato il - 11% chiudendo poi al - 3,9% e trascinando in negativo anche gli indici delle piazze della periferia dell'Eurozona, tra cui Italia e Spagna. La politica avanzata dalla BCE con il programma di acquisto di titoli di Stato potrebbe incontrare notevoli difficoltà con l'aumento del rischio di investimento su buoni governativi che potrebbero non essere ripagati. Si comprometterebbe così una delle principali ricette per l'immissione di liquidità sul mercato e il rilancio degli investimenti. Nel frattempo il Fondo Monetario Internazionale ha sospeso i colloqui con la Grecia per la revisione del piano d'aiuti.

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