martedì 2 dicembre 2014

FINALMENTE VI HANNO PRESO

Stando a quello che sta uscendo fuori dall'inchiesta denominata"Terra di mezzo"questa è solo la punta dell'iceberg per quanto riguarda il livello di corruzione e di criminalità della precedente giunta Alemanno che ha devastato Roma mettendola nelle mani dei peggior mafiosi,affaristi e fascisti della sfera dell'ex sindaco.
L'indagine cominciata quattro anni addietro(interessante questo articolo del dicembre 2010 dove già sono elencati per filo e per segno i nomi degli indagati di oggi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2010/12/la-nera-coerenza-di-alemanno.html )ha colpito la cricca di amici fascisti e criminali tipo Banda della Magliana che sono stati sempre a stretto contatto di Alemanno,che risulta indagato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso,e altri bei personaggi come Carminati,Mancini,Panzironi e Odevaine,loro agli arresti.
Prendendo spunto dal link suggerito non posso che citare testualmente questo paragrafo:

Uomini d'oro.

I due personaggi più influenti dell'amministrazione non sono assessori, ma due amici del sindaco: Franco Panzironi e Riccardo Mancini. Del primo, a capo dell'Ama, si sa praticamente tutto. Meno noti, invece, sono i trascorsi dell'uomo che Alemanno ha voluto alla guida di Eur spa, società controllata dal Campidoglio e dal ministero dell'Economia che ha nel suo portafoglio immobili per centinaia di milioni. Mancini, classe 1958, ha finanziato la campagna elettorale del 2006 e ha fatto da tesoriere durante quella del 2008.
È un imprenditore di successo: erede di parte del patrimonio della famiglia Zanzi (energia e riscaldamento), ha comprato nel 2003 la Treerre, società di bonifiche e riciclaggio che fattura oltre 6 milioni di euro l'anno. Anche lui, che ha sempre vissuto all'Eur, è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel 1988 è stato processato - insieme ai leader del movimento Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione con Teodoro Buontempo - e la Corte d'Assise lo condannò a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Ora, dopo vent'anni, Alemanno gli ha dato le chiavi di un quartiere che conosce bene, quello del "mitico" bar Fungo, dove un tempo si ritrovavano quelli di Terza posizione, i ragazzi di Massimo Morsello e il gruppo di Giusva Fioravanti.
Una curiosità: un socio in affari di Mancini, Ugo Luini (amministratore della holding del gruppo, la Emis) è pure tra i consiglieri della fondazione del sindaco, Nuova Italia.
Mancini e Panzironi, ovviamente, si conoscono bene. A novembre il capo dell'Eur Spa ha assunto Dario, il figlio di Franco, già portaborse al Comune e ora funzionario con contratto a tempo indeterminato. La scelta ha fatto gridare allo scandalo il centrosinistra, ma sono altre le indiscrezioni che preoccupano Alemanno.
Mancini, l'uomo che dovrebbe gestire la Formula 1, è infatti amico di Massimo Carminati, tra i fondatori dei Nar e leader della sezione dell'Eur, simpatizzante di Avanguardia nazionale e sodale della Banda della Magliana: il personaggio del "Nero" del film "Romanzo Criminale" è ispirato alla sua storia. I due sono spesso insieme, tanto che qualcuno sospettava che l'ex estremista (incriminato per vari delitti efferati ma assolto - quasi sempre - da ogni accusa) fosse stato assunto dalla municipalizzata. «Una sciocchezza» chiosano a "L'espresso" gli uomini del sindaco «Mancini lo vede solo perché si conoscono da anni. Nessun rapporto di lavoro».

Ebbene sono già citati tutti i nomi coinvolti in questa operazione,già tutti sapevano e già si stava indagando anche se ci sono voluti anni per poter ottenere delle prove concrete contro questi criminali,fermo restando che durante i processi tutto potrebbe cambiare,siamo in Italia dopotutto.

Mafia a Roma, 37 arresti per appalti del Comune. Indagato Alemanno. Perquisizioni in Regione Lazio e Campidoglio.


Arrestati l'ex Nar Carminati e l'ex ad dell'Ente Eur Mancini. Operazione dei carabinieri alla Pisana e in altre amministrazioni della Capitale. Sequestri per 200 milioni della Guardia di Finanza. L'indagine ribattezzata "Mondo di mezzo".

 Mafia a Roma, 37 arresti per appalti del Comune. Indagato Alemanno. Perquisizioni in Regione Lazio e Campidoglio.
Maxi operazione in corso a Roma per "associazione di stampo mafioso" con 37 arresti, di cui 8 ai domiciliari, e sequestri di beni per 200 milioni. Un "ramificato sistema corruttivo" in vista dell'assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal comune di Roma e dalle aziende municipalizzate con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza è quanto emerso dalle indagini del Ros che ha portato alle misure restrittive e ai sequestri da parte del Gico della Finanza. A capo dell'organizzazione mafiosa, secondo gli investigatori, l'ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati. Tra gli arrestati anche l'ex ad dell'Ente Eur, Riccardo Mancini, l'ex presidente di Ama, Franco Panzironi, e Luca Odevaine, a capo della polizia provinciale.
Gli indagati, 39 in tutto, sono accusati di reati che vanno dall'associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati. Fra loro l'ex sindaco della città Gianni Alemanno, la sua abitazione è stata perquisita, il consigliere regionale Pd Eugenio Patanè, quello Pdl Luca Gramazio, e il presidente dell'Assemblea capitolina Mirko Coratti. Nei loro uffici alla Regione Lazio e in Campidoglio sono in corso le perquisizioni dei militari.
E' un'operazione senza precedenti quella che, in queste ore, sta mettendo a soqquadro Roma e il suo hinterland. Coordinata da tre pubblici ministeri - Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini - sotto la supervisione del procuratore capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone ha infatti smantellato un'organizzazione che racchiude almeno dieci anni di malavita. Personaggi che hanno solcato la scena della mala capitolina, come il nero Carminati ex della Banda della Magliana, ma anche politici e amministratori che hanno favorito e consentito a questo malaffare di radicarsi, di mettere le radici, di infilarsi coi suoi tentacoli ovunque. Ribaltando di netto le regole del gioco. Un intreccio pazzesco, degno di un romanzo criminale, che però è pura realtà.
In questi lunghi mesi sono stati indagati in un centinaio, perquisiti e ascoltati a migliaia. Ricostruire la trama e gli intrecci che hanno reso possibile tutto questo malaffare è stata un'impresa titanica. Ma una volta capito il verso, criminali e amministratori sono crollati uno dopo l'altro come nel gioco del domino. Protagonisti di uno sconfinato business che sembrava non dover mai avere una fine.
L'indagine ribattezzata "Mondo di mezzo" è durata olre due anni. La fine è arrivata. E nella giungla del malaffare sono finite ditte, attività commerciali, traffici illeciti che non si ricordavano più dai tempi dell'epopea della banda della Magliana.
Le perquisizioni scattate all'alba hanno riguardato boss della malavita, come esponenti di noti clan di Ostia, e politici di elevato spessore a Roma. Politici che hanno governato questa città e che di certo non potevano non sapere cosa succedeva sotto il loro naso.
No, non potevano.
Ed è per questo che il reato ipotizzato nei confronti degli arrestati è il 416 bis, l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Reato per cui sono già indagate 51 persone dei clan Fasciani e Triassi di Ostia, e che a dicembre si concluderà con la sentenza di primo grado. Reato per cui a Roma, nessuno mai è stato condannato. Perché, come in un refrain, per anni si è continuato a dire che la mafia a Roma non esiste. Almeno fino a oggi.

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