giovedì 22 agosto 2013

I DUBBI DI LETTA

Dopo qualche giorno di apertura del Pd a un'eventuale rientro in politica di Berluscojoni direttamente dalla porta principale passando direttamente dal via senza passare letteralmente dalla prigione,le ultime news parlano di attacchi politici sempre più violenti da parte dei sudditi del neoduce pronti a lasciare questo governo già alla frutta da quando è nato.
Il presidente Letta stavolta riesce a nascondersi dietro ad un dito e fa scaricabarile lasciando la decisione sulla grazia per l'ex premier puttaniere direttamente a Napolitano,mentre sulla questione dell'incandidabilità ammette che una legge per evitare ai ladroni e i truffatori di rappresentare gli italiani c'è e l'ha votata pure il Pdl.
L'articolo preso da Senza Soste parla un po' della possibile sorte del governo che è stato creato in una maniera incomprensibile e vergognosa per gli elettori di tutti gli schieramenti,aggiungerei anche valutando il fatto che per un'altra maggioranza di governo del Pd con altri è molto dura(ovvero si andrà al voto con la stessa legge elettorale?).

Letta e il PD alle strette sul salvacondotto per Berlusconi.  
Parlando da Vienna dove si trova in visita di Stato, il premier Enrico Letta – a proposito della grazia per Berlusconi - aveva puntualizzato: ''Non sono il presidente della Repubblica e quindi non è un mio potere''. Le dichiarazioni di Letta però non sono piaciute al vertice del Pdl che ieri sera si è riunito nella villa di Berlusconi ad Arcore. Il Pdl pare orientato a chiedere un ''approfondimento'' sulla vicenda Berlusconi nella riunione della Giunta delle elezioni e punta a rimandare alla Corte Costituzionale la ''legge Severino'' (approvata anche dal Pdl durante il governo Monti) che stabilisce l'incandidabilità in caso di condanna per reati come la frode fiscale. Alla fine del vertice ad Arcore, Berlusconi avrebbe deciso di dare incarico al fido Alfano e a Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, di incontrare Letta per comunicargli ufficialmente che se non sarà risolto in tempi brevi il nodo della sua agibilità  politica la crisi di governo sarà inevitabile. Le indiscrezioni sulla riunione del Pdl parlano di un Berlusconi disposto a correre il rischio delle elezioni anticipate.
Enrico Letta continua ad ostentare ottimismo (anche se la faccia dice ben altro). In una intervista alla tv austriaca ha ribadito che: ''Il mio è un governo parlamentare di grande coalizione e deve la sua fiducia al presidente della Repubblica e al Parlamento e lavorerà finche' avrà la fiducia del presidente della Repubblica e del Parlamento''. Il ritornello è quello di sempre ma ormai potrebbe essere un disco incantato e non più fruibile ''Sono convinto che gli italiani sappiano i costi che avrebbe l'interruzione di un processo virtuoso che da' la possibilità di agganciare la ripresa. La ripresa è a portata di mano, sarebbe un errore non coglierla”.
Ieri Letta aveva pranzato con Epifani. Le agenzie parlano di intesa perfetta sulle scelte da compiere ma dentro il PD qua e là crescono le preoccupazioni (rese note oggi dal Corriere della Sera) di una fronda che in nome della prosecuzione del governo in carica sarebbe disponibile a concedere una qualche via d'uscita a Berlusconi in sede di voto segreto al Senato o magari nella Giunta che deve decidere sulla decadenza del cavaliere dal mandato di senatore. I prossimi venti giorni ci diranno quale sarà lo scenario:  il 31 agosto, il governo deve prendere la decisione sull'Imu; il 9 settembre, ci sarà il voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore. Due scadenze che serviranno solamente a stabilire chi, tra Pd e Pdl, potrebbe staccare prima la spina all'esecutivo. Che dire? Dura minga!!
Alessandro Avvisato
tratto da http://www.contropiano.org
22 agosto 2013

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