giovedì 15 agosto 2013

CORAGGIO COMPAGNO GIOBBE

La notizia di un altro arresto di un compagno varesino per la vicenda No Tav è stata un pugno dentro in quanto a parte la conoscenza di Giobbe i capi d'imputazione sono allo stesso tempo inauditi e molto gravi,come il sequestro di persona(che i pm infami Rinaudo e Padalino dovranno ben supportare).
Questi ultimi,artefici di una demonizzazione mai vista e che in tutto il mondo ha creato vergogna e proteste(vedi l'appello internazionale:http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/8690-appello-internazionale-contro-la-criminalizzazione-del-movimento-notav )sono gli alfieri di uno Stato che se ne infischia della popolazione intera di una valle che da anni lotta contro questo scempio ambientale ed economico.
Mi unisco all'appello unanime di tutti i compagni di differenti organizzazioni che si stringono vicini attorno al compagno ultimo arrestato Giobbe e a tutti quelli che sono ancora in carcere,indagati o che lo saranno in futuro perché purtroppo almeno nel breve penso che la repressione non si fermerà così come non si arresterà il movimento No Tav.

Nuovi arresti in Val Susa.

Ieri pomeriggio, a Varese, è stato arrestato Giobbe. Dopo aver trascorso le ultime settimane qui con noi in val di Susa era tornato a casa per lavorare. Le accuse sono gravi, tentata rapina, sequestro di persona, concorsi con altri e accuse varie di resistenza aggravata tutti risalenti ai fatti del 16 aprile 2012. Insomma tutto un bel pacchetto “vacanze” che ha permesso alla questura di Varese e pare anche agli agenti della sezione digos di Torino di togliere momentaneamente Giobbe dalle mobilitazioni in valle di Susa e non solo.
La regia della operazioni come sempre arriva dalla procura Torinese, Rinaudo e Padalino , i due pubblici ministeri di punta che ormai come ragione di vita hanno la “distruzione” del movimento no tav. Una regia anomala però, su cui una riflessione va aperta e anche seriamente. Giobbe per tutti noi, per il movimento no tav non è nè colpevole nè innocente, è un no tav che ha resistito e continua a resistere con il suo corpo con le sue idee alla devastazione della valle di Susa. Oltre a questo che è il punto di partenza possiamo affermare che in questo caso la procura di Torino ha percorso a ritroso quello che normalmente viene considerato un iter giuridico.
Succede un episodio che evade dai perimetri della legge, la procura indaga e cerca i colpevoli, qui, per Giobbe, per il movimento no tav e quindi per moltissimi suoi attivisti la procura ha i colpevoli e cerca dei fatti e degli eventi “delittuosi” da cucire sulle spalle dei “mostri”. Non è lontano dalla realtà pensare agli uffici della sezione digos di Torino e quelli della locale procura intenti a scambiarsi le “figurine” segnaletiche degli attivisti più attivi alla ricerca di filmati e eventi di resistenza no tav  con l’unico intento di costruire operazioni giudiziarie di questo tipo. Misure cautelari del tutto arbitrarie affidate ai soliti pm del pool no tav o meglio si tav in grado di imprigionare e allontanare dalla valle di Susa gli attivisti più scomodi.
Giobbe per tutti noi,  per il movimento no tav è un ragazzo generoso, sempre pronto a correre in valle ogni volta che può. E’ un no tav molto attivo che dedidca tutte le sue energie e il suo tempo libero alla lotta no tav. Giobbe, come altre decine di giovani parte da lontano, dalla sua terra per lottare. Nel suo lavoro quotidiano a Varese cura e ama le montagne, le protegge e le fa rinascere con le mani di chi da tempo ha scelto di investire in un futuro migliore, diverso e per tutti. In valle di Susa partecipa alle assemblee, le sue parole sono un fiume in piena che danno morale, coraggio e soprattutto tante idee. Un’eresia di fronte a chi nel nome del progresso porta la distruzione dei territori e della natura.
Tutto il sostegno e la forza del movimento oggi vanno a Giobbe e alle persone a lui care in questa nuova e difficile situazione di lotta. Come molti altri no tav saprà continuare la lotta anche lì, da dietro le sbarre o con restrizioni delle libertà, scrivendo, portando la bellezza e la speranza che questa lotta sa dare a chi la incontra e ancora non la conosce.
E’ un valsusino e tutta la valle oggi lo sostiene, tutti i no tav lo devono sostenere e molte iniziative verranno messe in campo per proseguire la lotta, per la salvezza della valle di Susa, per la sua liberazione e per la liberazione di tutti i no tav che a causa delle loro idee vedono  e vedranno purtroppo la loro libertà ridotta e diminuita.
La valle non si arresta, Giobbe Libero Subito!
Per scrivere e mandare telegrammi:
Davide Giacobbe
Casa Circondariale Lorusso e Cutugno
via M.A. Aglietta 35   10151 Torino


Leggi il comunicato dei compagn* di Varese:
Oggi martedì 13 agosto, verso le 19, Giobbe, un compagno molto attivo nella lotta contro il tav, è stato arrestato mentre si trovava a casa propria, a Dumenza (VA), su mandato della Procura di Torino. L'arresto è stato eseguito da agenti della Digos di Varese e pare anche di Torino.
L'abitazione è stata perquisita. Sono stati sequestrati due pc, materiale stampato, appunti, una maglietta, un foulard da ciclismo. Leggendo il verbale, prima di aver consultato un avvocato, i reati per i quali risulta indagato, in concorso con altri, sarebbero: tentata rapina, sequestro di persona, violenza e minacce contro pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale (articoli 110, 605, 61 nº2, 61 nº10)
Si tratterebbe di un presunto episodio riguardante un poliziotto che scattava fotografie, a Chiomonte (Val Susa) nel novembre 2012. A quanto sappiamo dovrebbe trovarsi nella casa circondariale di Torino.

Questo è l'indirizzo. Raccomandiamo di scrivere il nome corretto per far giungere i telegrammi (non Giobbe).

Davide Giacobbe
Casa Circondariale di Torino Lorusso  e Cotugno
Via Maria Adelaide Aglietta 35
10151 Torino

A sara' dura (per loro).

Compagne e compagni della provincia di Varese

Per approfondire l’episodio del 16 novembre 2012 proponiamo una lucida analisi del comitato no tav di Vaie
Ieri mattina martedì 16 aprile, 4 solerti poliziotti sono andati a dare la sveglia ad Andrea, abitante di Vaie e attivista del locale comitato. Perquisizione in casa e in macchina, sequestro di varie cose tra cui telefono, agende, computer e notifica di obbligo di firma giornaliero alla stazione dei C.C. di Borgone.
Il tutto perché il 16 novembre 2012 (esattamente 5 mesi fa!) Andrea era stato fermato durante un blocco ai cancelli di Chiomonte e aveva passato l’intera giornata in stato di fermo.
Vediamo i fatti: quel giorno c’è stato un alterco vivace tra un poliziotto in borghese che faceva foto e alcuni no tav che presidiavano via dell Avanà. Andrea all’ alterco non ha partecipato, se non per pochi minuti, in quanto si trova davanti al cancello della centrale, mentre il tutto si svolgeva sulla strada a parecchi metri di distanza. Ma le forze dell’ordine, infastidite dall’episodio, decidono di prendere i primi malcapitati che trovano: ed ecco che Andrea e Claudio si ritrovano in stato di fermo.
Oggi, a distanza di 5 mesi, le indagini vengono chiuse e il pm richiede l’arresto per Andrea a causa di gravi fatti di cui è accusato. Ma andiamo a leggere l’ordinanza fatta dal tribunale di Torino consegnata ad Andrea: “La natura della sua partecipazione è, però da individuare in termini di mera assistenza all’altrui condotta… ” il poliziotto in questione dichiara:
“Non hanno proferito alcuna parola o minaccia (Andrea e Claudio n.d.r.) né attuato nessun comportamento violento nei miei confronti. Si sono limitati a rimanere sul posto e ad assistere all’accaduto”
Poi c’è l’operaio che tentava di entrare al cantiere: “A riscontro di tale conclusione (circa il ruolo NON ATTIVO di Andrea nei fatti in oggetto) si richiama la condotta tenuta dallo stesso indagato come emerge anche dalla visione dei fotogrammi…nelle dichiarazioni dell’operaio non vengono attribuite all’indagato alcuna delle condotte minacciose e/o violente descritte e chiaramente attribuite agli altri soggetti presenti…”
Pertanto, per sintetizzare, il p.m. richiede l’arresto nonostante le dichiarazioni dei due teste (poliziotto e operaio) il giudice rigetta la richiesta e dà “solo” l’obbligo di firma. Quindi, semplificando: Andrea a detta loro (e non nostra!) non ha fatto nulla: né minacce né niente ma è un no tav e quindi è colpevole comunque e si merita una perquisizione alle 6 della mattina e l’obbligo di firma.
Commenti è dura farne se non che la nausea e la rabbia aumentano ogni giorno.
Ad Andrea va tutta la nostra solidarietà e vicinanza, Andrea è uno di noi, un valsusino generoso che lotta per un futuro dove nessun tav devastatore e nessuna ingiustizia kafkiana possano avere futuro.
Comitato no tav Vaie
 

Nessun commento: