sabato 22 ottobre 2011

I GAS LACRIMOGENI UCCIDONO

La morte del manifestante cinquantatreenne M.Dimitris Kotsaridis avvenuta negli scorsi giorni ad Atene durante i duri scotri contro la polizia per protestare contro la tragica situazione economica greca ha avuto già diverse interpretazioni,passando dall'infarto arrivando al trauma subìto per una pietra lanciata,mentre prende piede l'ipotesi che a causare il decesso del sindacalista del Pame sia stato l'avvelenamento da gas lacrimogeno,usato in abbondanza dalla celere ellenica.
Già qualche mese addietro su questo blog era stato spiegato la nocività di tali artifizi utilizzati dalle forze del disordine per disperdere le folle in occasioni di scontri,e in quel particolare caso si trattava di Chiomonte in Val di Susa(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2011/07/anche-da-noi-armi-chimichese-gia-non-lo.html )e nonostante la provata pericolosità di tali armi chimiche la polizia continua ad utilizzarle nei propri raid omicidi.
I due articoli proposti sono tratti da Indymedia Lombardia e dal quotidiano"Europa",mentre segnalo una news sempre di Indymedia ed i relativi commenti per farsi un'idea degli screzi avvenuti all'interno della manifestazioni greche visto che si è fatta molta confusione sul ruolo che hanno avuto il KKE,il Pame(ed i loro servizi d'ordine)e gli anarchici presenti(http://italy.indymedia.org/node/1635 ).

[Grecia] manifestante muore per effetto del CS sparato dalla polizia.
53-year old demonstrator Dimitris Kotsaridis dies from police chemical warfare – translation of official medical report
LATEST UPDATE, 18.26: The 53-year old demonstrator was a member of the stalinist union, PAME. His name was Dimitris Kotsaridis. It is officially confirmed by the hospital’s report that the 53-year old carried no head injuries as originally reported, and that he has died from inhaling an excessive amount of asphyxiation gas shot by the police.
A rough translation of the official medical report from the Evangelismos hospital:
At 16.45 this evening a 53-year old male was brought to our hospital by the Ambulance Service with no pulse, no breathing mydriasis and an isoelectric line in his cardiogram. He carried no wounds, yet the doctors’ attempts to resuscitate him proved fruitless.

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La Grecia insanguinata.

Un sindacalista comunista è morto ieri durante scontri violentissimi tra manifestanti del Pame, il potente sindacato del Kke, il partito comunista della Grecia, e giovani incappucciati nel momento in cui, a pochi passi, dentro al parlamento in un clima eccessivamente teso si stava discutendo sul maxi disegno di legge che prevede nuovi tagli e sacrifici per i greci.
Fin dalle prime ore di ieri, seconda giornata di sciopero generale, il paese era paralizzato. Decine di migliaia di persone si stavano radunando nella plateia Syntagmatos (piazza della Costituzione) ad Atene e in altre piazze delle principali città greche.
Nonostante le ingenti forze di polizia schierate e gli scontri del giorno precedente tra giovani incappucciati e poliziotti in tenuta antisommossa, che avevavo trasformato il centro della capitale in un vero campo di battaglia, la gente non si è fatta intimidire.
Mercoledì erano 500mila i manifestanti, ieri un po’ meno: dipendenti pubblici, professionisti, commercianti, giovani, pensionati, lavoratori di ogni categoria e addirittura poliziotti che aderiscono alla protesta.
A differenza però dei giorni precedenti, dove gli scontri cominciavano con il solito lancio di sassi e bottiglie molotov da parte di piccoli gruppi di incappucciati e con gli attacchi dei poliziotti contro manifestanti pacifici, ieri il sindacato comunista Pame ha deciso di schierarsi a protezione del monumento al Milite ignoto, che sorge a lato del parlamento.
Al nutrito lancio di pietre scagliate da decine di giovani, vestiti di nero e muniti di maschere anti-gas, contro i manifestanti pacifici, il servizio d’ordine del partito comunista, con dei bastoni in mano, ha reagito, cercando di allontanare gli incappucciati. La polizia solo dopo più di mezz’ora è intervenuta con lanci di lacrimogeni, ma giá la plateia Syntagmatos si era trasformata in un campo di battaglia.
Almeno quaranta i feriti, da entrambe le parti, mentre il 53enne sindacalista del settore edile affiliato al Pame, secondo le prime testimonianze, si sarebbe accasciato al suolo dopo essere stato colpito alla testa da una grossa pietra. I compagni del sindacalista invece sostengono che l’uomo é svenuto a causa di un lacrimogeno scoppiato a pochi passi da lui.
I sanitari dell’ospedale Evanghelismos, dove il 53enne era stato ricoverato, hanno detto che l’ uomo era arrivato già in fin di vita, ma è morto d’ infarto. Più tardi quadri del Kke, riferendosi ai giovani incappucciati, hanno parlato di provocatori e collaboratori dei servizi segreti che mirano alla destabilizzazione del paese.
Intanto, in un clima di altissima tensione è andato avanti fino a sera il dibattito parlamentare sul nuovo programma “lacrime e sangue”. Le critiche più dure contro l’austerità imposta dal governo che «ha lasciato intatti i redditi alti e le reti mafiose che rubano tuttora il denaro pubblico» non sono arrivate tanto dalla sinistra o dai conservatori, ma dagli stessi parlamentari socialisti. «Perché il governo non ha imposto una tassa straordinaria alle seimila imprese che hanno un fatturato sopra ai 200 miliardi di euro, oppure a chi dichiara redditi superiori ai 100 mila o è in possesso di proprietà sopra ai 500mila di euro?», ha detto Alexis Tsipras, leader della Coalizione della Sinistra Syriza.
L’unica buona notizia per il premier Papandreou é arrivata da Berlino. La Grecia, secondo un documento citato dall’ agenzia tedesca Dpa, ha rispettato le condizioni per ottenere la sesta tranche da 8 miliardi del piano di salvataggio.
Ma l’andamento dei conti resta estremamente preoccupante. La sostenibilità del debito greco, recita il rapporto della troika, «è peggiorata notevolmente a causa dei ritardi nella ripresa economica, nel consolidamento fiscale e nel piano di privatizzazioni », ma anche «alle incertezze politiche, alle proteste, scioperi e manifestazioni di massa».
Trent’anni fa, il 18 ottobre 1981, il Pasok, fondato nel 1974 da Andreas Papandreou, padre dell’attuale premier Georgios, vinceva per la prima volta nella sua storia le elezioni. Sul piano politico, l’avvento di Andreas Papandreou al potere segnò la stabilizzazione del sistema democratico con la fine dell’ideologia anticomunista, risultato di una guerra civile vinta dalle forze reazionarie del paese, e l’esclusione dei militanti della sinistra dai meccanismi dello stato.
Sul piano economico, il primo governo di Andreas Papandreou ha contribuito sensibilmente al miglioramento del livello di vita dei greci aumentando il reddito delle classi piú deboli. Oggi Georgios Papandreou si trova a guidare un governo che licenzia i lavoratori, taglia le pensioni e gli stipendi, abolisce i contratti collettivi di lavoro e mette in mobilità oltre 30mila dipendenti pubblici.

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