I giganti del Web hanno “guadagnato” 46 miliardi in tasse non pagate.
di Stefano Porcari
Secondo Mediobanca, in 5 anni grazie ai paesi con fiscalita’ agevolata, le multinazionali del Big Data hanno risparmiato 46 miliardi di dollari di tasse non pagate.
Circa la metà degli utili ante imposte dei giganti del web e del software e’ infatti tassato in paesi a fiscalita’ agevolata, come l’Irlanda e Singapore, con un conseguente risparmio fiscale di oltre 46 miliardi nel quinquennio 2015-2019.
Il tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft (Software & WebCompanies), come le ha ribattezzate il report di R&S Mediobanca nella sua ricerca sul settore, e’ pari al 16,4%, al di sotto di quello teorico che si attesterebbe al 22,2%. Per citare solo alcuni dei big Microsoft, Alphabet (Google) e Facebook hanno potuto pagare meno tasse rispettivamente per 14,2 miliardi,11,6 e 7,5 miliardi a testa sfruttando tra l’altro, al pari degli altri giganti, il fisco piu’ favorevole anche in Usa e Cina.
Il report di Mediobanca analizza poi anche i bilanci dei 25 giganti del WebSoft valutando l’impatto del Covid-19 sui risultati del primo semestre 2020.
Nel quinquennio 2015-2019 le WebSoft – si rileva nel report – hanno più che raddoppiato il fatturato aggregato, con una performance complessiva superiore a quella delle multinazionali manifatturiere. Aumentano anche utili, forza lavoro e valore di Borsa. A fine 2019 i giganti del WebSoft valevano oltre otto volte l’intera Borsa italiana e quasi il triplo di quella tedesca. E hanno chiuso l’anno con 520 miliardi di euro di liquidità.
In Italia le società WebSoft hanno generato nel 2019 un fatturato aggregato pari a 3,3 miliardi di euro (lo 0,3% del totale globale) occupando però solo 11mila lavoratori (lo 0,5% del totale), con Amazon a vantare il maggior numero di lavoratori (circa 6mila a fine 2019). Ed hanno versato al fisco italiano solo 70 milioni di euro. Praticamente una petecchia!
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