giovedì 28 novembre 2019

LE EVASIONI DELLE WEB CORPORATION


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Il numero 49 rientra spesso e volentieri nella cronaca italiana,soprattutto se si parla di Euro,dai 49 milioni di Euro che la Lega deve dare allo Stato italiano(forse)in comodissime rate(madn 49-milioni  )ai 49 miliardi che le multinazionali del web hanno risparmiato di versare all'erario nel quadriennio 2014-18..
I due articoli proposti(contropiano litalia-e-una-pacchia e left evasori-senza-manette )spiegano quello che lo studio di Mediobanca ha scoperto analizzando tutti i dati delle corporazioni del web come Facebook,Google,Microsoft,Apple e Amazon,che hanno e che continuano ad evadere davvero cifre spropositate a fronte di esigue multe e ovviamente introiti colossali.
Basterebbero semplici regole che però anche se già discusse non ci sono ancora,e di fronte all'imperativo del"ci portano lavoro"(le condizioni dei lavoratori tipo di Amazon le conoscono tutti)allora sarebbero avvantaggiate a scapito delle piccole e medie aziende?
Una domanda che ad ora non ha ricevuto nessuna risposta,solo un lassismo che prosegue da anni perché queste cifre ormai è da tempo che vengono snocciolate e sono sempre più un pugno nello stomaco,ai conti e ai lavoratori seri italiani.

L’Italia è una “pacchia” per le multinazionali. Fanno miliardi, pagano spiccioli.

di  Stefano Porcari
Le filiali italiane delle grandi corporation del Web hanno versato al fisco italiano “solo” 64 milioni di euro nel 2018. Appena 5 in più rispetto ai 59 milioni versati nel 2017, e a seguito di accordi con le autorità fiscali italiane, hanno dovuto pagare sanzioni per un totale di 39 milioni (erano stati 73 mln nel 2017).

Lo rivela il rapporto dell’Area Studi Mediobanca sui giganti del Websoft (Software & Web companies). Occorre dire che il giro d’affari delle loro filiali in Italia  ha un peso assai relativo rispetto al totale mondiale del settore: nel 2018 il fatturato dei giganti del web in Italia ha superato i 2,4 miliardi, occupando però solo oltre 9.840 unità ossia lo 0,5% dei dipendenti a livello internazionale. Ma il 2018 è stato un anno molto “generoso” per le imposte delle multinazionali.

A livello mondiale, quasi la metà dell’utile ante imposte delle WebSoft viene tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con un conseguente risparmio fiscale di oltre 49 miliardi nel periodo compreso tra il 2014 e il 2018.

Microsoft, Alphabet e Facebook hanno risparmiato rispettivamente 16,5, 11,6 e 6,3 miliardi di imposte nel periodo 2014-2018. La tassazione in paesi a fiscalità agevolata combinata alla riforma fiscale Usa, e ai crediti d’imposta sulle spese in ricerca, ha fatto sì che nel 2018 il tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft risultasse pari al 14,1%, ben al di sotto di quello ufficiale del 22,5%.

In particolare, nel periodo 2014-2018 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Apple un risparmio fiscale cumulato che sfiora i 25 miliardi.

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Evasori, senza manette, con nome e cognome.

di Giulio Cavalli
Aproposito della tanto decantata virata sull’evasione fiscale di questo governo (che dovrebbe virare su un bel po’ di argomenti ma continua spedito, dritto) ci sono dei numeri che raccontano perfettamente come sarebbe possibile dare segnali forti (anche quelli, sempre promessi, in calce a ogni governo che si rispetti) con il minimo sforzo.

Se avete bisogno dei nomi e dei cognomi, delle partite Iva, degli indirizzi e dei citofoni di quelli che “evadendo rubano soldi alla collettività” (parole dell’esponente di punta di governo, l’avvocato degli italiani) allora vi basta spulciare nel rapporto di R&S Mediobanca (che non sono propriamente dei pericolosi comunisti) per accorgersi che nel 2018 i «big del web» con una filiale nel nostro Paese hanno lasciato al fisco italiano una cifra irrisoria: 64 milioni di euro (sempre più dei  59 milioni versati nel 2017, eh). Microsoft ha pagato 16,5 milioni, 12,5 milioni di Apple, Amazon 6 milioni, Google 4,7 milioni, Oracle 3,2 milioni, Facebook 1,7 milioni, Uber 153 mila euro e Alibaba solo 20 mila euro.

A livello mondiale fra il 2014 e il 2018 i giganti del web hanno risparmiato oltre 49 miliardi di euro di tasse a livello globale, domiciliando circa la metà dell’utile ante imposte in Paesi a fiscalità agevolata.

Sono le stesse società che vengono celebrate ogni piè sospinto per il loro miracoloso business. Sì, sono loro, quelli bravissimi a fare slalom tra le norme. E la mancanza di una web tax (e la distrazione dell’Europa) rendono tutto questo terribilmente facile.

Inutile ricordare che di solito le battaglie andrebbero fatte partendo dai colossi, quelli che governano l’economia molto spesso più della politica. Inutile dire che ci vorrebbe fegato per portare la questione all’ordine del giorno. E inutile dire che la credibilità di un governo (di qualsiasi governo) si rivela proprio quando ha il coraggio di regolamentare i potenti, mica i sottomessi.

E volendo è tutto qui, con nome e cognome, senza nemmeno bisogno di sventolare manette.

Buon giovedì.

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