Sciogliere le formazioni neofasciste, subito.
di Simona Maggiorelli
Per anni hanno imperversato, seminando terrore in Grecia con azioni squadriste contro venditori ambulanti, centri sociali di sinistra, arrivando anche ad uccidere. Nel 2012 la formazione fascista Alba dorata aveva ottenuto 21 seggi in Parlamento con il 7% dei voti. Sembravano inarrestabili. Il 7 ottobre 2020 finalmente, la svolta: il processo di Atene ad Alba dorata si è concluso con una sentenza storica. È stata dichiarata organizzazione criminale, responsabile dell’omicidio del musicista e militante antifascista Pavlos Fyssas nel 2013 e di numerose altre aggressioni. Con tutta evidenza la questione della messa al bando delle formazioni fasciste non è qualcosa che riguardi il passato. È più che mai necessaria oggi.
Non riguarda solo l’Europa del Nord dove un movimento neonazista lo scorso settembre progettava 20 attacchi antisemiti nel giorno dello Yom Kippur in Danimarca, Svezia, Norvegia e Islanda. Spicca positivamente la reazione della Finlandia che ha prontamente bandito il gruppo che pare abbia centinaia di membri nei Paesi scandinavi.
Non riguarda solo la Germania dove manifestazioni no mask e negazioniste del Covid vedono la partecipazione di gruppi neonazisti, e dove, a inizio ottobre sono emerse attività di estrema destra nella polizia, nell’esercito e nei servizi di intelligence. (Addirittura una intera compagnia di forze speciali è stata sciolta per questo motivo).
Non riguarda solo gli Usa dove l’attuale presidente Trump da sempre flirta con gruppi fondamentalisti religiosi e personaggi filonazi come Dave Duke e ora plaude ai Proud boys, un violento movimento che inneggia alla supremazia bianca. Negli Stati Uniti che si preparano alle presidenziali, pochi giorni fa, è stata scoperta l’attività criminale di una formazione di estrema destra che nel Michigan intendeva rapire la governatrice democratica e pianificava azioni di destabilizzazione per creare un clima da “guerra civile”.
Non è neanche una questione che riguardi solo autocrazie come la Russia di Putin, accusato di finanziare gruppi di estrema destra in varie parti d’Europa.
La messa al bando di formazioni neo fasciste è qualcosa che ci riguarda da vicino. Sciogliere gruppi che si auto definiscono fascisti del nuovo millennio è urgente in Italia. Come impongono la nostra Costituzione nata dall’antifascismo e la legge Scelba del 1952.
Il processo che si è aperto il 12 ottobre a Bari contro CasaPound finalmente punta a fare giustizia su quel che avvenne il 21 settembre del 2018 quando l’europarlamentare Eleonora Forenza, il suo assistente parlamentare Antonio Perillo e altri attivisti furono aggrediti e pestati a sangue al termine di una pacifica manifestazione antirazzista e contro Salvini.
Gli esponenti di CasaPound alla sbarra a Bari sono accusati di aggressione squadrista ma anche di ricostituzione del partito fascista. Di quella gravissima vicenda ci occupammo molto su Left. Anche per l’importante azione politica che ne seguì: coinvolgendo altre due parlamentari europee, Ana Miranda e Soraya Post, Eleonora Forenza stilò una risoluzione per la messa al bando delle formazioni neofasciste. L’approvazione di quella risoluzione da parte del Parlamento europeo nell’ottobre del 2018 fu un atto di grande valore, anche sul piano simbolico.
Anche per questo abbiamo chiesto a Forenza di inviarci una sua testimonianza oggi. Accanto al suo contributo troverete la puntuale (e spiazzante) ricostruzione dei fitti rapporti fra Alba dorata e formazioni neofasciste italiane ed europee fatta da un attento studioso come Saverio Ferrari dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre. Ma anche l’appassionato e appassionante dialogo a distanza fra il partigiano Mario Fiorentini (che il 7 novembre compie 102 anni) e lo studente liceale Gabriele Bartolini che a 14 anni decise di iscriversi all’Anpi, Non è il solo.
La ventiduenne Valentina Tagliabue, alla guida del circolo di Cesano Maderno, in Brianza, è la più giovane presidente Anpi d’Italia. Patria indipendente, la rivista dell’Anpi riporta che sono il 10% gli iscritti juniores fra i 18 e i 30 anni. Non credono alle scorciatoie populiste che offrono soluzioni veloci per problemi complessi, rifiutano l’uso della forza contro i deboli, chi semina odio e costruisce capri espiatori. «Io sono femminista, antirazzista, sono per la laicità dello Stato e per i valori della Costituzione, vivo per una società che non adotti la disumanità come legge», scrive Bartolini. Ecco cosa significa essere partigiani e antifascisti oggi.
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