sabato 3 ottobre 2020

PUGNO CHIUSO E MANO APERTA DALL'UE PER BIELORUSSIA E TURCHIA


Gli esiti dell'ultima riunione avvenuta a Bruxelles con i premier e le figure più importanti dei paesi membri,oltre che parlare dei miliardi di Euro in gioco per l'emergenza Covid-19,hanno avuto il pesante esito politico di sanzioni contro la Bielorussia mentre per la Turchia che ne combina di cotte e di crude si è riaperto per l'ennesima volta il dialogo.

Ovviamente nel caso turco ci sono svariati giri di affari per via delle trivellazioni che vedono implicate anche Cipro e la Grecia,e l'ormai"dittatore"Lukashenko almeno a detta di tutti i mass media,è nell'occhio del ciclone fondamentalmente per avere vinto le elezioni del proprio paese.

L'articolo di Contropiano(il-doppio-standard-di-bruxelles-sanzioni-alla-bielorussia-dialogo-con-la-turchia )parla del due pesi e due misure adottati dall'Ue e delle ingerenze che questa sta avendo in Bielorussia con restrizioni ed usando il pugno di ferro mentre nel sultanato di Erdogan si lascia tutto alle spalle,guerre,soprusi,ricatti e sconfinamenti compresi.

Il doppio standard di Bruxelles: sanzioni alla Bielorussia, dialogo con la Turchia.

di  Alessandro Avvisato   

Il vertice europeo in corso a Bruxelles, ha prodotto decisioni contraddittorie ma significative della natura degenerativa dell’Unione Europea rispetto alla narrazione “democratica” sull’Europa. Sono infatti state decise sanzioni “immediate” contro la Bielorussia ma solo un avvertimento alla Turchia affinché fermi le trivellazioni nel Mediterraneo orientale.

Sono stati questi i due punti di compromesso raggiunti in tarda serata dai leader europei al termine della prima giornata di vertice. I 27 sono riusciti a vincere le resistenze di Cipro, che ha bocciato due volte la bozza di conclusioni chiedendo un atteggiamento più duro da parte di Bruxelles nei confronti della Turchia. La questione sarà affrontata al Consiglio europeo di dicembre, ma la Ue si impegna a chiedere alla Turchia il rispetto del diritto internazionale, minacciando di utilizzare come estrema ratio anche lo strumento delle sanzioni. I leader hanno quindi concordato una dichiarazione di sostegno a Cipro e alla Grecia.

L’Unione europea resta aperta al dialogo con la Turchia e auspica che dei “progressi possano essere fatti nelle prossime settimane”, ma se non sarà così “siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti necessari”, compreso le sanzioni. La questione comunque sarà discussa a dicembre all’ultimo vertice europeo dell’anno, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

La presidente della Commissione Europea Von der Leyen ha comunque promesso, in presenza di “un approccio costruttivo”, un “ammodernamento degli accordi doganali” con Ankara. “La Turchia deve dimostrare che vuole avere un atteggiamento costruttivo nei nostri confronti”.

L’intesa sulla questione turca ha sbloccato invece il via libera alle sanzioni contro la Bielorussia.

L’Unione europea “implementerà” immediatamente una serie di sanzioni contro la Bielorussia, ha annunciato Michel. Le sanzioni non colpiranno direttamente il presidente Alexander Lukashenko, ma dovrebbero riguardare circa 40 membri del governo bielorusso che saranno colpiti da divieti di viaggio e congelamento dei beni.

Dunque sanzioni immediate contro la Bielorussia per un contestato esito elettorale ma nessuna sanzione contro la Turchia che sta intervenendo militarmente in Siria, Libia, Mediterraneo Orientale, minaccia stati membri della Ue ed ha annichilito da anni i diritti politici nel proprio paese. Si sarebbe detto che sono “due pesi e due misure”, ma la posizione scelta dall’Unione Europea è andata ben oltre. Rasenta la complicità con la Turchia e l’accanimento terapeutico con la Bielorussia. Insomma deboli con i forti e forti con i deboli.

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