martedì 12 maggio 2020
TASSE ITALIANE ALL'ESTERO
Tra i più ricercati paradisi fiscali degli ultimi anni l'Olanda sembra essere quello preferito da alcune delle maggiori aziende italiane che grazie alle regole europee che liberalizzano la circolazione dei capitali,e con essi i tributi e gli oneri che ne derivano.
L'articolo di Contropiano(non-regalaremo-le-nostre-tasse-alle-imprese )parla di questa diaspora di contributi di grandi e medie aziende,anche multinazionali,che vanno in giro per l'Europa e per il mondo a dare miliardi di Euro ad altri Stati(si calcolano sei)senza versarli all'erario italiano.
Non si parla di nessuna evasione fiscale,nessuna frode,tutto è alla luce del sole ed è legale,ma queste aziende non possono chiedere quindi aiuto allo Stato italiano per sopperire alle crisi economiche che periodicamente colpiscono il malato sistema capitalistico nostrano,europeo e globale.
Amplificato in questo periodo di recessione dovuto alla pandemia,con migliaia di aziende di tutti i settori e di tutti i campi d'azione,e che offrono lavoro a milioni di persone le cui tasse sono versate in Italia e che non hanno ancora ricevuto aiuti concreti.
Come minimo dovrebbero avere precedenza sulle altre le cui sedi fiscali sono oltre i nostri confini,se proprio queste ultime non dovessero ricevere nessun aiuto,che lo chiedano dove finiscono i loro contributi,ma sarebbe un discorso anche pericoloso prevedendo già i sicuri ricatti.
Il Lussemburgo,l'Irlanda,la Svizzera e il Belgio sono le sirene legalizzate che possono ricevere tasse che non saranno mai trasformate in opere e servizi pubblici in Italia,le famiglie citate qui sotto,gli Agnelli,Berlusconi e Ferrero,danno sì lavoro a migliaia di italiani ma non contribuiscono affatto al loro sviluppo sociale,non danno un Euro per contribuire alla sanità,all'istruzione e al trasporto pubblico,non versano nulla affinché l'operaio possa usufruire di tutti quei servizi che altre nazioni ricevono gratuitamente e di buon livello.
Non regaleremo le nostre tasse alle imprese che vanno in Olanda, anche se lo vuole la UE.
di Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo)
Le grandi imprese italiane e le famiglie di ricconi, dagli Agnelli ai Berlusconi ai Ferrero a tanti altri, hanno trasferito sedi fiscali e legali all’estero ed in particolare in Olanda, dove pagano molto meno.
Sì, i nostri ricconi sono andati proprio nel paese il cui governo non vuol dare soldi a italiani e spagnoli, mentre glieli ruba legalmente come paradiso fiscale.
È tutto perfettamente “in regola con i trattati UE”, che impongono la libera circolazione dei capitali e non una regola fiscale comune. Cioè programmano la concorrenza tra Stati a chi fa più regali ai ricchi.
Con la crisi economica esplosa con la pandemia diversi governi – non quello italiano – si sono posti una domanda di buon senso. Perché dare aiuti di stato ad aziende che pagano le tasse all’estero? Perché versare i soldi dello Stato a chi intasca profitti extra proprio perché non paga lo Stato?
Come ci racconta Il Fatto, i governi di Francia, Danimarca e Polonia si sono posti questo problema, ma subito la Commissione UE ha fatto sapere che negare aiuti di stato ad aziende che hanno sedi in paradisi fiscali, “violerebbe la regola della libertà di circolazione dei capitali”.
Se ci voleva un’altra dimostrazione che la UE è il governo dei ricchi e delle multinazionali, eccola.
Bisogna negare aiuti di Stato a chi paga le tasse all’estero, bisogna smascherare gli europeisti e i sovranisti, che interrompono tutti i loro proclami sulla soglia delle sedi fiscale di FCA e Mediaset.
Facciamo una campagna su questo, non diamo i nostri soldi a chi porta i suoi all’estero. E all’inferno la UE che non vuole.
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