mercoledì 2 maggio 2018

NETANYAHU PAGLIACCIO NUCLEARE

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Alla vigilia del Giro d'Italia che partirà da Gerusalemme tra pochi giorni ecco che il premier Netanyahu,uno che ha voluto approfittare della vasta visione mediatica dell'evento in concomitanza con l'anniversario della costruzione più della nascita d'Israele(madn gerusalemme-occupata ),ha fatto il suo personale show alla televisione minacciando pubblicamente l'Iran,l'ora nemico pubblico numero uno.
Tutto questo odio è dovuto agli accordi internazionali che lo Stato persiano ha stipulato a Vienna nel luglio 2015,e che è sempre stato rispettato da tutte le parti in gioco(madn le-reazioni-demenziali-di-israele all'accordo nucleare iraniano ),che ha visto le volontà israeliane crollare visto che gli iraniani hanno dimostrato al mondo di potere sviluppare e controllare un proprio strumento per approvvigionare energia(giusto o sbagliato il modo è un altro discorso).
L'articolo(contropiano internazionale-news )parla di Israele che aspettando gli aiuti Usa,c'è anche l'affare delle ambasciate a Gerusalemme,denuncia con prove  nuove e conclusive che l'Iran stia costruendo armi nucleari capaci di essere gettata a lunga distanza.


Netanyahu minaccia l’Iran, in attesa di Trump.

di  Sergio Cararo 
Netanyahu rilancia l’escalation contro l’Iran. Lo ha fatto con un discorso ieri sera affermando che Israele sarebbe in possesso di “prove” decisive sull’esistenza di un programma nucleare iraniano segreto. Dopo aver incontrato il nuovo Segretario di Stato americano Mike Pompeo – noto per le sue posizioni oltranziste nei confronti di Teheran – Netanyahu ha annunciato in tv le sue “prove nuove e conclusive” – 55mila pagine di documenti sottratti dalla sua Intelligence da un luogo “altamente segreto” (di cui tuttavia non si conosce la data) – dello storico nemico di Israele. E lo ha fatto citando il nome del programma segreto – Amad – con cui Teheran sarebbe in grado di sviluppare un ordigno nucleare.

Netanyahu ha detto che il dossier ottenuto da Israele, 55mila pagine, mostra che Teheran sta ingannando il mondo. Da sempre parossisticamente ostile all’accordo internazionale sulle attività nucleari della repubblica islamica, Netanyahu ha rilasciato queste dichiarazioni in prossimità della data del 12 maggio, fissata dal presidente americano Donald Trump per decidere se rinnegare o meno l’accordo concluso nel 2015 dal gruppo 5+1 con l’Iran. Nel 2015 Netanyahu aveva usato la grafica di una bomba con miccia per lanciare la sua minaccia, oggi è ricorso alle slide.

Israele intanto è tornata a bombardare sulla Siria. L’ultimo attacco è avvenuto domenica notte con una fitto lancio di  missili contro alcune basi militari siriane,tra Aleppo ed Hama. Il bilancio sarebbe di numerose vittime (25-40 militari). Tra questi vi sarebbero – e non sembra una coincidenza – diversi iraniani. Israele “ufficialmente” non ha rivendicato il raid.

Si torna quindi a respirare aria di escalation in Medio Oriente e questa volta il target sarebbe l’Iran accusato da una potenza regionale – Israele – che è l’unica a disporre effettivamente di un arsenale nucleare di cui nessuno ha mai chiesto conto o effettuato ispezioni.

Come ci ricorda Alberto Negri, “l’Iran fa paura perché è un Paese indipendente, che non si è mai piegato alle direttive occidentali, con un regime assai discutibile ma in grado di preservare l’autonomia di uno stato che ha comunque 2500 anni di storia. Non solo. La sua influenza linguistica e storica è molto ampia e dal cuore del Medio Oriente arriva fino all’Asia centrale: gli iraniani sono una cultura, non solo un regime”.

Ma l’Iran è anche una potenza regionale consistente e influente. Un attacco militare israeliano (magari con il supporto degli Usa e dell’Arabia Saudita), aprirebbe un conflitto di dimensioni assai più vaste e devastanti di un conflitto regionale. Un paradosso? Per impedirlo ci sarebbe da augurarsi che l’Iran – come avvenuto con la Corea del Nord – abbia effettivamente l’arma nucleare. Un equilibrio basato sulla mutua deterrenza, in mancanza di un programma di disarmo nucleare regionale e reciproco, è assai meglio di una asimmetria militare come quella che Israele rivendica solo a favore di se stessa.

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