martedì 29 maggio 2018

IL TENTATIVO TEDESCO DI FORMARE UN GOVERNO


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Mentre Cottarelli tornerà domani pomeriggio a trovare Mattarella per vedere se l'approccio tedesco abbia migliore sorte di quello di Conte per la formazione di un nuovo esecutivo,le dichiarazioni del commissario europeo al bilancio,il teutonico Oettinger,sono di una trasparenza estrema poiché afferma testuali parole che"i mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto".
Una minaccia,una promessa,una cosa buona e cattiva allo stesso tempo?
Ha esagerato a fare questa dichiarazione in quanto ormai Di Maio e soprattutto Salvini avevano già messo da parte e da tempo la loro voglia adolescenziale di uscire dall'Euro e dall'Europa,e lo stallo di questi mesi e la querelle su Savona(madn cottarella-e-mattarelli)farà solo il bene per la Lega in quanto l'Italia,paese d'ignoranza atavica oltre che di forti debiti pubblici,premierà nuovamente gli ex del Roma ladrona.
I due redazionali di Contropiano(i-mercati-insegneranno-agli-italiani )e di Senza Soste(nome-dello-spread-sovrano )narrano del diktat europeo che già ha affossato senza via di ritorno la Grecia che grazie ai complici del capitalismo globale,FMI,banche,agenzie di rating e interessi di speculatori di ogni dove,che ormai viene sbandierato senza nessun pudore né ritegno.
Perché hanno capito che agli italiani le robe bisogna dirle in faccia senza nessun messaggio tra le righe sennò non ci si arriva alla comprensione,partendo dal premier e arrivando all'ultimo dei votanti,in un turbinio di moniti provenienti direttamente dalle alte sfere di Bruxelles.

“I mercati insegneranno agli italiani come votare”. Parola di commissario “tetesco”.

di  Redazione Contropiano 
Non fosse bastato il colpo di Sergio Mattarella, ora intervengono direttamente i boss della Commissione Europea a spiegare che non solo “la sovranità” appartiene ormai ai mercati globali, ma anche il diritto di voto individuale deve essere reimpostato integralmente.

A spiegarlo – secondo quanto anticipa su Twitter il giornalista Bernd Thomas Riegert, che ha intervistato il Commissario Ue a Strasburgo per l’emittente Dwnews – è il commissario europeo al Bilancio, non a caso tedesco, Gunther Oettinger: “I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto“. Ossia come dicono loro, altrimenti non vale più…

Nel suo delirio di onnipotenza come portavoce dei “mercati” – con cui intrattiene probabilmente rapporti continui, vista la straripante presenza di lobbisti legali a Bruxelles e Strasburgo – Oettinger si lascia addirittura sfuggire i dettagli di una strategia intenzionale concordata tra Unione Europea e “mercati”: “Lo sviluppo negativo dei mercati porterà gli italiani a non votare più a lungo per i populisti“. E’ bene sapere che in questo termine, a Bruxelles, si identificano sia alcuni partiti di destra, sia o forse soprattutto quelli di sinistra, a cominciare dalla sempre più forte France Insoumise, capace di raggiungere il 10,6% alle elezioni presidenziali ed essere al centro delle mobilitazioni popolari contro Macron che stanno scuotendo la Francia da oltre un mese.

E ancora: «Le regole sono chiarissime: i criteri del nuovo indebitamento e dei debiti complessivi vanno rispettate. Se questo non accade ci saranno colloqui molto seri. Anche il governo greco alla fine si è attenuto ai diritti e ai doveri dell’eurozona».

In pratica Oettinger spiega che l’attacco della speculazione ai vari paesi segue una logica condivisa dalla Commissione Europea: chi minaccia di non rispettare i diktat (come è avvenuto per la Grecia tre anni fa ed ora con il defunto governo grillin-leghista) deve essere sbranato con attacchi tali da generare il terrore nella popolazione di quel paese. Che in questo modo “imparerà” a obbedire agli ordini, invece di “montarsi la testa” con pretese pericolose come un po’ di welfare, la scuola pubblica e gratuita, un reddito minimo garantito, salari decenti, occupazione non precaria e magari anche un po’ di autodetrminazione nelle scelte fondamentali.

Una entrata a gamba tesa così sguaiata e reazionaria da spaventare i suoi stessi colleghi, fin qui “narratori” della bella favola secondo cui vivremmo in un mondo libero e democratico, visto che fin qui abbiamo almeno potuto votare apparentemente per chi vogliamo (non ci addentreremo ora sulle conseguenze del “marketing politico”).

E’ stato dunque il più conosciuto commissario agli affari economici, il francese ex “socialista” Pierre Moscovici, a cercare di ammorbidire i toni: “Gli italiani hanno bisogno di scegliere il loro destino ed avanzare con le loro regole democratiche verso il destino che si sceglieranno e allo stesso tempo di restare nell’ambito delle regole comuni e nell’euro, che è positivo per tutti noi“.

Tradotto: potete scegliere se essere spolpati fino alla morte, restando sotto i nostri ordini, oppure essere bombardati subito se provate a fare diversamente (qualunque sia la direzione, anche opposta, verso cui scegliete di andare).

I più disorientati, al momento, sono gli esponenti del Pd (ricordate? Il partito di Renzi…), che stavano aprendo la campagna elettorale proprio sul tema ormai non più nascondibile dell’Unione Europea («Siamo consapevoli che siamo gli unici con una chiara posizione europeista. Su queste basi lavoreremo nelle prossime settimane per costruire una larga e credibile coalizione di centrosinistra», concionava ancora ieri Ettore Rosato). Tanto da costringere il “reggente” Martina a far finta di indignarsi: “Nessuno può dire agli italiani come votare. Meno che mai i mercati. Ci vuole rispetto per l’Italia”. Lo spiegasse a Mattarella, che ha messo i mercati davanti a tutto…

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In nome dello spread sovrano

Mattarella, invocando il potere oscuro dello spread, ha silurato l’avventuriero Savona per incoronare il delfino Cottarelli. Ma, come era chiaro, la nomina di Cottarelli non avrebbe placato gli spread. In poche parole, è cominciato un periodo finanziario drammatico per questo paese, già visto nel 2011. La mossa di Mattarella, la nomina di Cottarelli, si è rivelata arrogante quanto inefficace 

“La democrazia dovrà venire a capo anche del problema della moneta”. Così scriveva, in un articolo del 1931, Karl Polanyi. Siamo del periodo degli effetti in Europa del crack di Wall Street del ‘29, dopo un decennio di crisi finanziaria in Gran Bretagna e Polanyi fa emergere, con tutta la sua drammaticità la contraddizione tra democrazia e moneta. La salute della prima non coincide con il protagonismo della seconda. Una contraddizione arrivata fino ai giorni nostri. La moneta, con i suoi derivati finanziari, è sempre in contraddizione con la democrazia. Il resto è marketing. Una contraddizione così grossa che oggi è stata risolta mettendo sul trono del sovrano lo spread.

Mattarella, invocando il potere oscuro dello spread, ha silurato l’avventuriero Savona per incoronare il delfino Cottarelli. Ma, come era chiaro, la nomina di Cottarelli non avrebbe placato gli spread. Nominato presidente del consiglio grazie al potere dello spread sovrano, Cottarelli è stato subito disarcionato. Da uno spread quota 320. In poche parole, è cominciato un periodo finanziario drammatico per questo paese, già visto nel 2011. E quanto abbia sofferto questo paese, dal 2011 a oggi, quanti rivolgimenti politici ci siano stati, è sotto gli occhi di tutti. Del resto, le crisi finanziarie durano anni, solo le trimestrali di cassa ne godono. Come l’ultima di BlackRock, uno dei più potenti fondi al mondo.

Cosa è accaduto? In fondo, qualcosa di semplice. Il debito pubblico italiano, il quarto del mondo che forma il terzo mercato obbligazionario del pianeta, quest’autunno tendeva ad allargarsi nonostate la cosiddetta crescita italiana fosse la migliore degli ultimi anni (e comunque, nel periodo, sempre la penultima in Europa). Nonostante che il costo del rifinanziamento del debito fosse calmierato dalla Bce, con i suoi acquisti, c’erano tutti i segnali che per l’Italia sarebbe stata di nuovo tempesta. All’epoca segnalavamo che il fondo Bridgewater, un altro molto importante, si stava posizionando per fare guerra finanziaria all’Italia e speculare

Come a marzo segnalavamo che, in questa situazione, l’alleanza Lega-5stelle, stava in uno scenario di inizio di guerra finanziaria con al centro il nostro paese. Proprio in contemporanea con i riposizionamenti di Bridgewater

Ora, la nuova crisi dello spread è riemersa alla fine della scorsa settimana, con l’ipotesi di un governo gialloverde a guida Savona, ed è esplosa con l’inizio della settimana, causando guadagni veri a Bridgewater (e ad altri fondi). E così il Cottarelli incoronato in nome dello spread sovrano si trova a governare su una distesa di macerie. La mossa di Mattarella, la nomina di Cottarelli, si è rivelata arrogante quanto inefficace.

Cosa è accaduto ulteriormente?

Gli spread quando aumentano, una volta acceso il conflitto, rappresentano una spirale: rendono più costoso il rifinanziamento del debito pubblico e svalutano il debito pubblico posseduto. Così il contagio si estende alle banche, che possiedono un’ampia fetta di debito pubblico nazionale (e infatti i titoli bancari crollano). Dalle banche italiane alle partecipazioni estere quindi perdono anche le borse di altri paesi e lo stesso euro. Anche perché, al momento, si intravede anche una crisi spagnola oltre ad altri fattori di tensione internazionale.

Ora, al momento, le tifoserie pro-Mattarella e quelle pro-governo gialloverde si stanno reciprocamente sbranando sulle responsabilità della crescita impetuosa dello spread. Il punto è che il terzo mercato obbligazionario del mondo, in una situazione finanziaria di nuovo difficile, produce naturalmente due frutti pregiati in periodi come questi: la possibilità di giocare al ribasso, guadagnando scommettendo sul crollo dei titoli pubblici di un paese, e la volatilità, un rapido saliscendi dei valori che può produrre grosse perdite ma anche grossi profitti.

Le parti attualmente in conflitto dovrebbero spiegare come uscire da questa situazione. La fazione gialloverde non mostra ricette reali. Dietro la fazione Mattarella, invece, spunta, se la crisi continua, il rischio del reale commissariamento, dall’estero, della spesa pubblica italiana. Mentre lo spread spadroneggia,sovrano. E la contraddizione tra democrazia e moneta rimane di quelle dolorose.

redazione, 29 maggio 2018

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