venerdì 18 maggio 2018

MA SICUREZZA NELLE SCUOLE?


Risultati immagini per fermo scuola crollo
Alla faccia delle scuole sicure di renziana memoria,quando era il tempo della buona scuola della Giannini accompagnata da tag e notizie che rimbalzavano sui social,ecco un altro esempio accaduto a Fermo dove solo per caso non è successa una strage.
Perché a differenza del caso di Ostuni(madn scuole-differentidestino-differente )dove ci fu il distaccamento di intonaco,qui è crollato proprio il tetto intero,e come si può vedere dalle immagini fornite dai vigili del fuoco sembra l'immagine di un giorno qualsiasi a Gaza o a Damasco.
L'articolo di Contropiano(le-scuole-italiane-sono-a-rischio-di-crollo )oltre a denunciare lo stato delle scuole pubbliche,dove nove su dieci sono a rischio in quanto non rispondono agli standard di sicurezza,pur essendo agibili,parla della speranza di come accade sul lavoro uno studente possa far ritorno a casa il pomeriggio o la sera stessa.

Le scuole italiane sono a rischio di crollo? Colpa degli immigrati.

di  Sergio Scorza 
Quasi tutti i partiti mettono in relazione il tema della “sicurezza” con quello dell’immigrazione. E’ una potente arma di distrazione di massa che molti, troppi, politicanti usano per spostare l’attenzione dalle proprie responsabilità in ordine ad altre ben più reali insicurezze e per fare dei migranti il perfetto capro espiatorio. E’ una vecchia storia e di per sé dovrebbe essere un brutto campanello d’allarme.

Ma si vede che la memoria è corta e gli studi di storia scarseggiano assai, soprattutto tra i numerosi aspiranti candidati a divenire prossima classe dirigente del paese. Oltre all’insicurezza di restare vivi dopo una giornata di lavoro ed a quella che caratterizza le relazioni familiari ed affettive in cui si consumano l’81,3% dei femminicidi (compiuti, in un caso su quattro, da italiani), c’è un altra pesante insicurezza nel nostro paese: quella che ai nostri figli ed al personale della scuola (docenti e personale amministrativo) non crolli, da un momento all’altro, l’edificio scolastico addosso.

Proprio ieri, a Fermo, è crollato il tetto di una scuola. Una tragedia sfiorata per pochissimi minuti. Per fortuna il tetto dell’Istituto Tecnico Statale “Montani” è venuto giù poco prima che studenti e docenti entrassero in classe. L’incidente si è verificato alle 7.10 in un’aula frequentata abitualmente da una trentina di ragazzi e dai loro insegnanti.

Tra il 2014 ed il 2017 si sono verificati 156 crolli che hanno provocato 24 feriti. I dati del MIUR, aggiornati all’anno scolastico 2015/2016, delineano un quadro ben preciso: nove edifici su dieci non garantiscono gli standard di sicurezza a studenti e docenti. In totale sono 44.486 scuole pubbliche su 50.804 ad essere in pericolo.

Nel gennaio del 2008, a Torino, in seguito al crollo di un controsoffitto del liceo Darwin rimase ucciso uno studente di 17 anni e rimasero feriti altri 17. Sempre nel 2008, ad Acilia (Roma), uno studente cadde dal lucernaio della scuola media e morì dopo 24 ore di agonia.

Tra gli episodi recenti più gravi, il crollo l’intonaco di un soffitto in un asilo in Lombardia avvenuto l’8 gennaio 2015 che causò il ferimento di sette bambini. Un anno esatto prima, in un liceo di Lecce, uno studente morì a scuola per la caduta in un pozzo di luce causata dal cedimento di una grata. Nel 2014, a febbraio, crollò l’intonaco del soffitto di una scuola elementare di Palermo e rimasero feriti tre bambini di quarta.

Secondo l’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza nelle scuole, diffuso a settembre 2017, una scuola su quattro ha una manutenzione inadeguata e solo il 3% è in ottimo stato. Un quarto circa di aule, bagni, palestre e corridoi presenta distacchi di intonaco, segni di fatiscenza, muffe ed infiltrazioni.

Questa è la situazione delle scuole italiane e dovrebbe stare in cima alle preoccupazioni di qualsiasi forza politica che si candidi a governare. Per risolverla ci vorrebbe un grande piano di manutenzione straordinaria con investimenti pubblici adeguati. Ma sappiamo che quegli investimenti non saranno possibili fin tanto che avremo il pareggio di bilancio in Costituzione.

E poi ci sono tante altre emergenze che causano altrettante insicurezze e che vengono sistematicamente ignorate. Quante vittime sono sono causate dalla perdita o dalla ricerca inutile di un lavoro? Quante quelle provocate dalla devastazione dei territori? Quanti muoiono per incidenti stradali? Ed ancora, quante sono le vittime per mancata manutenzione dei mezzi di trasporto pubblici? Tantissime/i e e sono numeri impressionanti.

Ecco, fin tanto che il tema della “sicurezza” non sarà affrontato in relazione a queste drammatiche e reali emergenze anziché essere usato per coprire un pesante vuoto di idee e di politiche pubbliche che fa il paio con la pedissequa accettazione dei rigidi vincoli europei che vietano al nostro paese di fare spesa pubblica in presenza di deficit, continueremo, ahimè, a fare la conta dei morti e dei feriti tutti i giorni.

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