mercoledì 4 gennaio 2017

LA SOLIDARIETA' AI MIGRANTI DEV'ESSERE LA NORMALITA' E NON L'ECCEZIONE

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Quando si parla di tema migranti,clandestini o meno,profughi o richiedenti asilo,i social networks danno il peggio di se con commenti che sono quasi sempre di stampo razzista diretto o quello che io reputo più pericoloso che è quello"indiretto",di sponda e che di solito parte con"io non sono razzista ma..."e che racchiude gente di tutti i ceti sociali,prevalentemente credenti e che frequentano la chiesa ma che degli insegnamenti di fratellanza,solidarietà e carità evidentemente non hanno capito nulla.
Fortunatamente c'è anche chi appoggia queste categorie di persone(non bestie,scimmie,portatori di malattie o stupratori di donne)che è un fatto che dovrebbe essere la normalità e non l'eccezione in un paese democratico e solitamente accogliente e con una storia di massicce migrazioni come il nostro,
Comunque con presenze di reminiscenze fasciste,personaggi come Salvini,informazioni date da quotidiani come Libero o Il giornale e pseudo giornalisti che insozzano schermi televisivi come quelli di Rete4 oppure tv locali come Antennatre e Telelombardia,lo Stato italiano tanto libero e democratico non lo è.
Esempio ultimo la rivolta nel centro di accoglienza di Cona,nel veneziano,con la protesta dura dei migranti cominciata per la morte della venticinquenne ivoriana Sandrine Bakayoko sembra per trombosi polmonare dopo aver atteso in vano l'intervento di un'ambulanza per otto ore.
E' stata proprio questa la scintilla della sommossa di questo centro studiato per qualche decina di ospiti e che al momento del disordine ne accoglieva 1400,un sovraffollamento addirittura maggiore se raffrontato a quello carcerario visto che questi centri assieme ai già invocati Cie sono spesso delle prigioni(madn da-un-lager-verso-un-altro e madn violenza-contro-chi-non-vuole-piu ).
Il primo articolo preso da Infoaut parla di cronaca e degli operatori costretti a rintanarsi in un container per sfuggire alla rabbia degli ospiti/detenuti(rivolta-dei-migranti-nel-cie-di-cona )mentre quello successivo di Contropiano(sandrine-morta )parla delle prime parole del presidente della commissione parlamentare voluta per questi fatti che se realmente proferite sembrano comunque abbastanza imparziali in quanto c'è la condanna sia per la sommossa e per il fatto che si sia protratta a lungo come pure c'è l'inaccettabilità di non aver potuto far arrivare soccorsi con un'ambulanza ad una donna in difficoltà e poi morta per otto ore.

Rivolta dei migranti nel Cie di Cona. Operatori costretti a barricarsi negli uffici. 

Scoppia la protesta nel Cie di Cona in provincia di Venezia dove oltre mille profughi, durante la notte di lunedì, hanno impedito l'uscita dalla struttura a 25 operatoti che si occupano dei richiedenti asilo. I 25 dipendenti della cooperativa Edeco – Ecofficina prima di finire in due inchieste per truffa – si erano barricati all'interno di alcuni container e uffici mentre all'esterno la rabbia dei migranti prendeva forma e la protesta si trasformava in rivolta.
La protesta era scoppiata già nel primo pomeriggio per la morte di una giovane donna ivoriana, trovata senza vita in bagno. Le cause del decesso sono dovute, secondo i medici che hanno eseguito l'autopsia, ad una trombosi polmonare. I migranti denunciano che i soccorsi sono arrivati in estremo ritardo all'interno dell'ex base missilistica, fattore che ha scatenato la rivolta bruciando mobili e suppellettili. Solo intorno alle due di notte i 25 operatori trovano il coraggio di uscire lasciando la struttura.
Altre proteste a Verona dove un gruppo di richiedenti asilo hanno bloccato la circolazione rovesciando cassonetti per denunciare le pessime condizioni dell'ostello in cui vivono.
Le rivolte scoppiate in queste ultime ore, ci parlano ormai di condizioni inaccettabili all'interno delle prigioni chiamate Cie o Cara che siano. Forme di rifiuto radicali da parte dei migranti che non accettano più di vivere in condizioni estremamente disagiate, dove un malore si può trasformare in qualcosa di molto più serio perché mancano le medicine, dove le condizioni igieniche sono carenti e il cibo scarseggia.
Grazie alla rivolta di Cona è emersa la realtà dei fatti di quello che prima veniva definito dall'amministrazione albergo a 5 stelle, ma non solo. La dura protesta dei migranti è riuscita a mettere in difficoltà le politiche securitarie e xenofobe del nuovo governo Gentiloni che vorrebbe un Cie per ogni regione e che oggi le perplessità di alcuni esponenti politici mettono in discussione. Certo niente di rivoluzionario, semplicemente invece dei Cie si invocano più espulsioni come da sempre sostenuto dal manovratore di ruspe Salvini che ancora ieri dava fiato alle trombe sulla solita propaganda becera della Lega, chiusura dei Cie ed espulsioni di massa.
Ma a parte le uscite del gruista Salvini, il dato da rilevare è che le rivolte dei migranti mettono in difficoltà le scellerate politiche di controllo che vorrebbero più carceri sul territorio nazionale.

Ad oggi i Cie rimasti attivi, ma che grazie alle rivolte sono stati ridimensionati notevolmente per posti disponibili, sono quelli di Torino, Roma, Brindisi e Bari (quest'ultimo chiuso da mesi dopo l'ultimo incendio).

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Sandrine è morta aspettando per ore l’ambulanza.

di Redazione Contropiano
Sandrine Bakayoko, la giovane ivoriana di 25 anni morta nel Centro di accoglienza di Cona, ha aspettato per ore l'ambulanza. Era rinchiusa nel centro da agosto del 2016, quando era riuscita ad arrivare in Italia. "È inaccettabile che occorra attendere fino a 8 ore per avere sul posto un'ambulanza che presti i dovuti soccorsi a una migrante, che poi purtroppo ha perso la vita. Ed è ancora più inaccettabile la reazione di coloro che hanno tenuto a lungo assediato i 25 addetti del centro liberati solo a tarda notte". Ad affermarlo è il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, Federico Gelli, il quale ha annunciato che "quanto prima la nostra Commissione si occuperà del caso cercando di fare piena luce sui drammatici fatti di Cona ma appena possibile ascolteremo anche il ministro dell'Interno Minniti"
La Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, e sulle condizioni di trattamento dei migranti, aprirà infatti un'inchiesta sulla vicenda del centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, dove è scoppiata una rivolta dopo la morte di Sandrine all'interno del centro. E la Commissione ha annunciato anche di voler ascoltare il ministro dell'interno Marco Minniti, per capire "se predisporre i Cie, centri di identificazione ed espulsione, in ogni regione sia realmente la risposta giusta all'emergenza immigrazione", ha spiegato il presidente della Commissione di Inchiesta sui Migranti, Federico Gelli, perché "i Cie rischiano di creare altri ghetti, meglio l'accoglienza diffusa nei Comuni".
"Con lui vogliamo capire se predisporre i Cie, centri di identificazione ed espulsione, in ogni regione sia realmente la risposta giusta all'emergenza immigrazione". Gelli ricorda che in Italia ci sono 10 Cie di cui però solo 4 operativi e "l'esempio del Cpa di Cona, passato in poco più di un anno da 50 a 1400 ospiti, ribadisce l'inadeguatezza di queste strutture che troppo spesso diventano ghetti difficili da gestire".
"Nei Centri d'accoglienza, le persone sono spesso ridotte a delle merci o pacchi postali tra sfruttamento sociale e lavorativo. Il tutto costruito su un sistema che genera disumanizzazione e ghettizzazione dei profughi" denuncia Aboubakar Soumahoro, portavoce in Italia della Coalizione dei San Papiers e attivista dell'Usb, "Ecco perché ogni vita persa in quei luoghi è sulla coscienza morale e politica dello Stato e delle sue articolazioni territoriali. Verità e Giustizia per Sandrine"!

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