martedì 3 gennaio 2017

I GRILLINI SONO DIVENTATI GARANTISTI?OH,YES(MAN)


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Le ennesime votazioni on line che il movimento 5 stelle sta svolgendo sul sito del padrone Beppe Grillo in queste ore fanno gongolare l'ormai epurato dalla setta del comico genovese Federico Pizzarotti,uno dei primi eretici cacciato con forconi e torce infiammate virtualmente nel mondo di internet.
L'articolo preso da La Stampa(la-rivincita-di-pizzarotti )parla di questa mezza vittoria del sindaco di Parma che fu uno dei primi a cercare di far ragionare gli iscritti ed i simpatizzanti del movimento,e il suo tentativo venne in modo totalitario messo alla berlina e per questo fu cacciato in malo modo.
Ora che il voto per avere un codice di comportamento in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie,visto da molti come un parafulmine per un possibile prossimo avviso di garanzia per il sindaco di Roma Virginia Raggi,assume un carattere da coda in mezzo alle gambe ed un ritorno al passato verso un garantismo consono e auspicato da tutte le forze politiche che Grillo ha da sempre demonizzato.
Forse questo tentativo di porre un altro codice oltre alle decisioni del direttorio viene direttamente dall'erede Casaleggio oppure da un senso pratico di un movimento che come detto è sotto il giogo di un tiranno(vedi:madn non-avrai-altro-dio-allinfuori-di-me )e che vede sempre più persone impegnate in politica invischiate in casi ed atteggiamenti in sintonia con la criminalità.

La rivincita di Pizzarotti: nel M5S tanti “yes man”

«Quando il M5S mi aveva sospeso illegittimamente mancava un regolamento sulle sospensioni e uno sul codice di comportamento.

Ha dovuto attendere sei mesi, ma alla fine, dalla sponda del fiume, Federico Pizzarotti è convinto di veder passare il cadavere del suo nemico. Il Movimento 5 Stelle, dal quale è stato messo alla porta senza troppi complimenti, ora adotta un codice comportamentale che incarna perfettamente quella serie di regole e procedure che lui, invano, aveva chiesto fino all’ultimo.

«Quando il M5S mi aveva sospeso illegittimamente - ha scritto infatti oggi il sindaco di Parma su Facebook - mancava un regolamento sulle sospensioni e uno sul codice di comportamento. Nelle controdeduzioni che mi erano state chieste lo feci notare: impossibile e illegittimo sospendermi se mancano i regolamenti per farlo. Da parte dei vertici silenzio assoluto, lo stesso da parte del direttorio, ora rottamato senza neppure una spiegazione. Oggi, a distanza di ben sei mesi - è l’amara considerazione -, è arrivata la conferma di quanto ho sempre fatto notare. Il punto è semplice: chi fa notare le incongruenze e i gravi errori di una forza politica non è un traditore, né un infiltrato, ma una persona che con onestà intellettuale dice le cose esattamente come stanno, proponendo giuste soluzioni e senza aver paura delle conseguenze di tenere la testa alta. Chi tace, piega la testa e non sa formulare un benché minimo pensiero critico è solo uno yes man. E oggi - ha concluso - continuo a vedere molti yes man, ma pochi politici con una loro coerenza e una loro autonomia».

Una «rivincita» che, in meno di un’ora, vede concentrare sul suo profilo Fb oltre 1.300 commenti e 181 condivisioni animando un accesissimo dibattito tra sostenitori delle ragioni del sindaco e gli `ortodossi´ del movimento. Un confronto a cui Pizzarotti non si sottrae, aggiungendo così altre rivendicazioni al suo post iniziale.

A chi - ad esempio - gli contesta una mancanza di cautela nella gestione della sospensione («è arrivata la conferma che se tu fossi stato un po’ più calmo le cose sarebbero andate a posto da sole» gli scrive un militante), il primo cittadino di Parma replica serafico: «Lei evidentemente fa parte di quelli a cui va tutto bene. Metti il direttorio, togli il direttorio, metti i probiviri, vota il regolamento, non passa il regolamento ma basta non parlarne più.... e così via...». Meno pacata è stata invece la risposta a chi lo ha accusato di insultare «e a sopravvalutare oltremodo il suo pensiero e quello dei suoi accoliti» con l’aggravante di aver dato tutto in pasto ai mass media: «Io non insulto, sono stati altri», ha precisato Pizzarotti. «Si vada a vedere il doppio peso nelle dichiarazioni su di me o su Raggi e Muraro. E non dovrei farlo notare? Io ho sempre detto cose poi avverate, ma darmi ragione evidentemente era difficile. Servono yes man come piacciono a lei. Su - chiosa - lei girerebbe in maglietta a dicembre se il blog dicesse che c’è caldo»

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