venerdì 14 marzo 2014

GIOVINEZZA

Probabilmente in questo unico caso lei è una vittima,e sto parlando di Alessandra Mussolini,fiera nipote del duce e che in tutto e per tutto ne ha sempre appoggiato sia la figura storica che l'ideologia fascista,ma vedere il marito indagato per prostituzione minorile è un'occasione che non posso lasciarmi perdere visto che Dio,patria e famiglia è un motto che ha sempre masticato l'onorevole ora di Forza Italia.
Qui sotto vediamo la cronaca che ha portato all'indagine su Mauro Floriani(dirigente di FS logistica)e molte altre persone della così detta"Roma bene"che usufruivano di servigi di prostitute anche minorenni,e ora vedremo se la moglie insista con la castrazione chimica che ha sempre reputato necessaria contro i pedofili.
Non provo nessuna compassione verso questa cagna fascista che ha sempre difeso l'ideologia di estrema destra e non solo,propagandandolo in uno Stato dove esisterebbe ancora la legge sull'apologia del fascismo stesso,solo che ai giudici"di sinistra"sembrerebbe non molto seguire tale indirizzo giuridico.
Articolo preso da"Corriere della sera.it".

L’ORDINANZA
Milano, 13 marzo 2014 - 07:41
«A che ora ci vediamo domani?»
Il marito della Mussolini e la 15enne
Tra i clienti intercettati anche un funzionario di Bankitalia.


ROMA -Foto e filmini degli incontri con le baby squillo utilizzati per ricattare i clienti. Appuntamenti «registrati» da Mirko Ieni, uno degli sfruttatori, per il quale è scattato ieri un nuovo ordine di arresto. L’inchiesta sullo sfruttamento delle due minorenni si concentra su identità e comportamenti degli uomini ricevuti nell’appartamento dei Parioli a Roma. Nell’elenco consegnato dai carabinieri ai magistrati c’è anche un’utenza intestata alla Banca d’Italia e tanto è bastato per scoprire che un funzionario chiamava direttamente dall’ufficio. Mauro Floriani, il marito dell’onorevole Alessandra Mussolini, preferiva invece il cellulare. La sua voce è registrata mentre si accorda con la quindicenne. Ed è stata proprio quella prima telefonata - «Ci vediamo?», seguita dai dettagli su ora e luogo - a far scattare per lui l’accusa grave di aver sfruttato prostituzione minorile.
La voce al cellulare di Floriani
Tutto comincia quando la mamma di una delle due ragazze si rivolge ai carabinieri e consegna la copia dei messaggi scambiati su WhatsApp dalla figlia con sfruttatori e clienti. Decine e decine di conversazioni che mostrano anche l’elenco delle utenze contattate. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Cristina Macchiusi decidono di andare oltre e mettono sotto controllo il telefono della giovane. Hanno bisogno di altre prove, di elementi certi. E li ottengono. Il cellulare squilla in continuazione. Chiamano in tanti, le ragazze sono gettonatissime. Prendono anche 200 euro per un incontro, nella maggior parte dei casi dividono con Ieni e con gli altri «protettori». Ma per qualcuno fanno un’eccezione. E si accordano autonomamente.
È proprio il caso di Floriani. Agli atti c’è la registrazione della sua voce mentre parla con la ragazza. Le verifiche degli investigatori sui tabulati accreditano l’ipotesi che possa aver avuto svariati incontri, almeno cinque. Il contatto risulta diretto, non mediato dagli sfruttatori. E questo sembra dimostrare che l’adescamento sia avvenuto attraverso il sito «bakecaincontri» dove la ragazza aveva «postato» un annuncio. Quella conversazione è un elemento che i magistrati giudicano «incontrovertibile» e per questo lo interrogano come indagato. Non è l’unico, ci sono almeno una ventina di clienti nella sua stessa situazione. Consapevoli, questa è l’accusa, di avere rapporti con ragazze minorenni.
Le immagini girate con il telefonino
Il primo esame delle utenze intercettate esclude che ci siano altri personaggi famosi nell’elenco dei clienti. Ma la verifica non è terminata. Altri controlli sono stati già disposti. E proprio verificando i numeri di fissi e cellulari si è scoperto che Ieni «gestiva» altre ragazze (l’ultima ordinanza di arresto si riferisce allo sfruttamento di due diciannovenni) e soprattutto che filmava i loro incontri. Scrive il giudice: «A seguito dell’esame del contenuto informatico del computer portatile sequestrato a Ieni, veniva rinvenuto tra i file cancellati un filmato di 7 minuti e 41 secondi realizzato con un telefonino che ritraeva una figura maschile e una femminile di giovane età intenti a un atto sessuale all’interno di una abitazione. Dall’audio del filmato si percepisce l’accordo economico per la prestazione. Verosimilmente le persone ritratte nel video non erano al corrente del fatto che erano state riprese».
Allegato agli atti c’è il verbale della giovane che così viene ricostruito dal giudice: «La ragazza riferiva che il filmino era stato girato a sua insaputa e riferiva che si era prostituita per Mirko perché lui era bravo a inserire gli annunci e a procurare i clienti. Lui le accompagnava nei luoghi delle prestazioni, stabiliva il tariffario, metteva a disposizione il suo appartamento, ma si prendeva una percentuale molto alta. Aggiungeva che Mirko aveva delle foto nude di un’altra giovane e che le aveva “postate” da qualche parte ma non sapeva dire dove».
I video porno con le mascherine
Oltre al funzionario di Bankitalia, l’elenco dei clienti iscritti nel registro degli indagati comprende professionisti, imprenditori, impiegati, e addirittura uomini che contattavano le ragazze con telefoni intestati a donne, forse mogli o fidanzate. Tutti disponibili a versare centinaia di euro pur di avere un incontro con una delle due minorenni. Alcuni potrebbero essere stati fotografati. A raccontarlo al giudice è stata una delle due minorenni. La ragazzina ha spiegato che era Mirko a organizzare tutto: «Ho fatto alcune foto, in una avevo un costume rosso, in un’altra ero a seno nudo». Poi parla anche di un video «un porno, con le maschere però, che non si vedeva il viso». È il materiale che potrebbe essere stato utilizzato per ricattare i clienti e farsi consegnare altri soldi. Immagini compromettenti che soltanto in parte sono state recuperate e che qualcuno potrebbe ancora utilizzare.

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