mercoledì 19 settembre 2012

RENZI E I MASS MEDIA

L'analisi proposta da Senza Soste su Matteo Renzi,sindaco di Firenze che si è proposto come candidato alla presidenza del consiglio alle primarie per rappresentare il Pd,per questa volta non tratta della sua linea politica da sempre incline a destra tant'è che ci si chieda perché non vada via dal partito dei rapanelli per andare direttamente dal mentore Berluscojoni.
Parla bensì del modo di proporsi dell'ex presidente della regione Toscana,sempre lo stesso,lineare e ripetuto modo di presentarsi alla televisione e comunque ai mass media in generale:il commento si sofferma sul fatto che purtroppo da anni è la presentazione del prodotto-personaggio che attira i voti e non tanto la serietà e la fattibilità di un programma politico.
Ed ecco che i vari Berlusconi e Grillo hanno avuto sempre un vantaggio in più rispetto ad altri avversari politici,perché sanno vendersi proponendo varianti sul tema,cosa che Renzi,da quando ha avuto un discreto successo,non ha mai fatto.
L'articolo proposto macchia Renzi proprio di questo,ovvero di essere un personaggio che non sa rinnovarsi in questa società dove lo spettacolo conta moltissimo,riproponendo sempre la stessa immagine di sè e sempre la solita figura di innovatore e rottamatore.
Questo link,per concludere,(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2011/11/il-renzi-pensiero.html )offre un richiamino al Renzi pensiero,uno favorevole al nucleare,alla Tav,sostenitore di Marchionne e favorevole alla privatizzazione dell'acqua...ma pensandoci bene forse tutto questo non lo potrebbe offrire anche qualche altro candidato alle primarie del Pd?

Arriva Renzi, il Carcarlo Pravettoni dei nostri giorni .
Qualche mese fa, all'epoca di una delle convention alla Leopolda di Firenze, abbiamo tracciato un profilo di analisi delle strategie di marketing politico di Matteo Renzi

Rileggendolo vi si possono trovare i tratti principali dei comportamenti renziani. Che appaiono quindi stabilizzati, definiti e quindi possibile oggetto di approfondimento. Ma c'è una cosa che Renzi e il suo staff hanno sottovalutato. Ovvero cosa significa, nella società dello spettacolo, reiterare lo stesso tipo di personaggio. Stiamo parlando dell'eterno ritorno del giovane che vuole rottamare, oramai configurabile come un Peter Pan delle primarie di qualsiasi livello.
Una regola fondamentale della società dello spettacolo, tanto più in politica, ricorda che la reiterazione dello stesso personaggio produce un accumulo di satira e di ironia diffusa. Non a caso le grandi dittature hanno prodotto grandi vignette. La reiterazione dello stesso personaggio, delle stesse posture porta all'ingessatura della persona che si propone scatenando profondi moti sotterranei, e non, di riso e di ironia. Siccome Renzi non è un dittatore, in quel ruolo farebbe anche più ridere, e deve prendere voti l'effetto ridicolo creato dalla continua riproposizione della medesima immagine di sè potrebbe davvero essergli nocivo.
Silvio Berlusconi, il maestro di bottega di Renzi, conosceva queste regole. Infatti, per ovviare all'effetto ridicolo (e ne ha prodotto tanto), cambiava continuamente modalità di rappresentazione del proprio personaggio. Abbiamo infatti avuto il presidente-imprenditore, il presidente del Milan, persino il presidente operaio. Renzi, invece, non riesce a liberarsi, da qualche anno, della filastrocca rottamazione-merito-innovazione che oltretutto fa molto nostalgia anni '80-'90. Per uno che ostenta l'ambizione di diventare presidente del consiglio, il primo vero Tony Blair di Rignano sull'Arno, è sicuramente un punto di debolezza. Infatti Renzi, prigioniero non di una politica ma di un personaggio, salta da una primaria all'altra riproponendo, in differenti contesti lo stesso tipo di spettacolo. Non è riuscito a stare politicamente fermo su un ruolo istituzionale, una stagione di governo. Non a caso, quindi.
Anche le figure con le quali si accompagna ripetono lo stesso jingle da sempre. Ad esempio l'economista Zingales, che non si rende conto di apparire in tv come la caricatura dell'economista liberista "tagli e rigore", e il sempreverde Ichino per il quale il salario è equo e conforme a costituzione solo quando coincide con la mancia.
Renzi si è così ormai avvitato nell'imitazione, non si sa quanto involontaria, di CarCarlo Pravettoni. L'imprenditore milanese sintesi del colmo del berlusconismo, della retorica grottesca del merito, impersonato da Paolo Hendel nelle trasmissioni di satira di diversi anni fa. Una delle presentazioni iniziali delle puntate di Pravettoni recitava: "l'unico manager pagato dalla concorrenza perchè resti dov'è".

Il Renzi più giovane deve aver visto troppo quelle trasmissioni. Deve aver fatto come quei giovani aspiranti broker che guardavano Gordon Gekko, nel primo Wall Street, dimenticandosi che quella di Oliver Stone era una rappresentazione critica non la celebrazione del pescecane di borsa. In effetti si pagherebbe volentieri per lasciare Renzi dove è, in una candidatura alle primarie infinita quanto le soap opera giapponesi. Fa ridere, è grossolano e improbabile, attira una audience cinica come infedele e instabile (pronta a disarcionarlo al primo problema) e potrebbe distruggersi da solo con il ridicolo che attira.

Purtroppo, in un paese in seria decomposizione sociale e politica anche personaggi di questo calibro vengono presi sul serio. Persino un Pravettoni al potere può sembrare un programma politico all'altezza dei tempi. Curiosamente, vista anche la parabola politica di Berlusconi e Grillo, il futuro elettorale di questo paese sembra essere scritto nel passato della televisione. Non durerà ma può durare abbastanza per paralizzare un paese.

per Senza Soste, nique la police
14 settembre 2012

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