Ora è uno scaricabarile tra tutti questi personaggi che tra un"si sapeva"ed un"io non sapevo"hanno convinto la Polverini a fare un aut aut minacciando un"tutti a casa"se entro pochi giorni non si arrivi ad una soluzione.
Decisione comunque interna visto che ancora salta fuori il vero ago della bilancia,ovvero Berlusconi,
che ha tosto organizzato la solita riunione in una delle sue proprietà,con l'ancora accesa guerra interna tra i forzaitalioti e quelli di An,pronti a scannarsi e probabilmente dividersi in vista delle prossime elezioni.
L'articolo preso dal"Corriere della sera"parla delle ultime notizie che fan sì che Roma e tutta la regione,come evidenziato in questo link(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2012/08/comune-di-roma-o-regina-coeli.html ),è sempre più una cloaca di criminali,ladri e truffatori.
GIUNTA AL CAPOLINEA
Renata Polverini tentata dalle dimissioni:
«Decido domani», fragile armistizio nel Pdl
Rischio nuove elezioni per la Regione Lazio. Dopo la battaglia sui tagli e le liti nel Pdl, la governatrice ha chiesto al Viminale chiarimenti sui tempi per il voto in caso di sua rinuncia
Roma:La governatrice del Lazio Polverini è ancora in bilico, anche dopo le dimissioni di Battistoni, il capogruppo Pdl. Una decisione presa dopo un incontro con il segretario del partito Angelino Alfano. La governatrice Renata Polverini cerca di resistere: «Non ho chiesto la testa di nessuno, non è mia abitudine. Il Pdl è un partito che sostiene la maggioranza, ci ha messo nei guai attraverso delle persone che si sono rivelate poco perbene, a voler essere generosi, e chiedo a questi ragazzi, che hanno avuto un'opportunità straordinaria potendo rappresentare gli elettori all'interno di un consiglio regionale, che è ora di tacere». Ma intanto i militari della Guardia di Finanza si sono recati negli uffici del Consiglio in via della Pisana per acquisire nuovi documenti nell'ambito dell'inchiesta che vede già indagato per peculato l'ex capogruppo del Pdl Franco Fiorito. Venerdì 21 è convocato il Consiglio regionale. Ma intanto Fiorito durante l'interrogatorio ha detto: «Polverini non poteva non sapere»
IL NUOVO SISTEMA DI GESTIONE FONDI - «Queste sono questioni di competenza della magistratura» ha detto il coordinatore regionale del Pdl Vincenzo Piso interpellato, alla Pisana, sul quadro tracciato dagli inquirenti sulla «gestione caotica» dei fondi. «Sotto Storace c'erano le cosiddette tabelle, con la giunta Marrazzo c'erano i bandi e adesso questa gestione che, da quello che ho potuto capire, transita direttamente attraverso la presidenza del Consiglio e i gruppi. Sono tre sistemi diversi». Poi ha aggiunto: «Ora, però mi sembra di capire che la Polverini abbia tagliato la testa al toro azzerando completamente la manovra d'aula (facendo approvare i tagli lunedì ndr) e di conseguenza credo che per il futuro non ci saranno più di questi problemi». Ma il capogruppo regionale del Pd Esterino Montino aveva criticato i tagli fatti approvare lunedì in aula alla Regione: «la Polverini resta, restano i vitalizi ai suoi sodali che in trent’anni ci costeranno quasi 20 milioni di euro e i suoi 14 assessori esterni che pesano sulle tasche dei cittadini per 5 milioni l’anno. Restano le indennità per tutte le cariche, i rimborsi chilometrici, restano le consulenze. Gli unici tagli riguardano i fondi per i gruppi, su cui siamo d’accordo».
PISO (PDL): «VALUTARE LE RISPOSTE DEI PARTITI» - Il coordinatore Pdl Piso interpellato sulle possibili dimissioni della governatrice del Lazio, ha poi detto: «Io credo che la Polverini stia valutando anche sulla base delle risposte che arrivano dai partiti, se questa situazione è governabile o no. Credo che sia un ragionamento legittimo: o i partiti dimostrano di volerla seguire in un'operazione di risanamento serio oppure chiaramente trarrà le dovute conseguenze». E in queste ore la Polverini sta incontrando i capigruppo di maggioranza: nel palazzo di via Cristoforo Colombo si sono succeduti Francesco Storace (la Destra), Mario Brozzi (Lista Polverini) e Francesco Carducci (Udc). Assente, ovviamente, il Pdl. «Con Polverini abbiamo fatto un'analisi della situazione e abbiamo preparato il Consiglio regionale di domani- ha detto Carducci - Andiamo avanti sulle decisioni prese dalla conferenza dei capigruppo e sul processo di rigore che il Consiglio si è dato».
ZINGARETTI: «TUTTI A CASA» - La governatrice Polverini «sta sicuramente considerando l'idea delle dimissioni - afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -, io la invito a non dimettersi, a tenere duro e a fare pulizia». Diverso l'atteggiamento del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti: «Per salvare le istituzioni ormai c'è una sola cosa da fare: tutti a casa». Il leader della Destra, Francesco Storace, sostiene: «Avanti con Polverini, questo sì. Il Pdl ha i suoi problemi da risolvere, non c'è dubbio, e non può pensare che noi siamo turisti della Regione». Netta la presa di posizione del presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario: «Con tutto quello che è già emerso, che altro deve venir fuori perchè la Polverini si dimetta? Quanto ancora dovremo aspettare prima che la governatrice faccia quel passo indietro obbligato e necessario? La Polverini rappresenta la casta che non vuole piegarsi all'etica, perchè si sarebbe dovuta dimettere subito e invece si permette di dire ancora "si vedrà"».
BERLUSCONI E VIMINALE - Mercoledì, alla fine di una giornata convulsa, in cui si erano rincorse le voci di imminenti dimissioni, Renata Polverini aveva lasciato il Viminale dove si era recata per parlare con il ministro Anna Maria Cancellieri: tema del colloquio, la richiesta di un parere sulle modalità tecniche e giuridiche di un eventuale ricorso alle urne. Prima di questo, però, un colloquio con Silvio Berlusconi avrebbe rassicurato Polverini sul fatto che l'ex presidente del consiglio e tutto il Pdl sono con lei. Anche se ancora non si è risolto il nodo delle eventuali dimissioni di alcuni esponenti di rilievo del partito nella Regione: dimissioni che la governatrice ha chiesto e pretende.
«DECIDO DOMANI» - Proprio per la mancata «resa» dei suoi nemici interni alla Giunta, la governatrice mercoledì ha trascorso una giornata sull'orlo dell'addio. In tarda serata l'intervento dell'ex premier sanciva una sorta di fragile armistizio interno al Pdl, ma le certezze sul futuro della giunta del Lazio rimangono scarse. «Dimissioni? Qualcuno parla al posto mio, domani (ndr. venerdì 21) si riunisce il consiglio, poi vediamo», ha detto Polverini uscendo di casa giovedì mattina per recarsi ad una visita medica.
ELEZIONI ENTRO SEI MESI - Se le dimissioni - annunciate più volte e mai arrivate negli ultimi tre giorni - dovessero avvenire, avverte l’opposizione di centrosinistra in Regione, «con la rinuncia del presidente eletto dai cittadini, a termini di legge, si dovrebbe tornare alle urne in una forbice che va da 45 a 70 giorni». Ma l'Avvocatura dello Stato corregge: la presidente dimissionaria resterebbe in carica per l'ordinaria amministrazione e potrebbe indire le elezioni entro sei mesi dalla data delle dimissioni.
DECADREBBE IL CONSIGLIO - Le dimissioni volontarie, la rimozione, la decadenza, «l'impedimento permanente e la morte del presidente della Regione comportano le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento del Consiglio regionale». Lo stabilisce l'articolo 44 dello Statuto della Regione Lazio. Se Polverini si dimettesse, decadrebbe quindi l'intero Consiglio regionale.
INFORMATI GLI ASSESSORI - Secondo fonti parlamentari del Pdl, la governatrice avrebbe già comunicato ai suoi assessori la volontà di rassegnare le dimissioni. Nel pomeriggio si era sparsa la voce che intorno alle 18.30 la presidente avrebbe convocato una conferenza stampa, che però non c'è stata.
Contrari alle dimissioni anche il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - «Mi auguro si tratti solo di voci e non della realtà. Polverini deve andare avanti» - e gli esponenti in regione dell'Udc: «Polverini deve continuare la sua azione perché un milione e mezzo di elettori ha creduto in lei. Andare alle urne in questo momento sarebbe una catastrofe che si aggiunge alla catastrofe», sottolineano in una nota congiunta il capogruppo Udc in Consiglio regionale del Lazio Francesco Carducci, il vicepresidente della Giunta Luciano Ciocchetti e l'assessore alle Politiche sociali e Famiglia Aldo Forte.
L'APPUNTAMENTO AL VIMINALE - Dopo aver minacciato le dimissioni lunedì e aver gestito con fatica il faccia a faccia con i colleghi di partito, quindi la riunione di giunta che ha votato - martedì 18 - i tagli per circa 50 milioni (in tre anni) al bilancio della regione Lazio, la governatrice Renata Polverini si preparava al peggio fin dalla mattinata di mercoledì.
Non ancora certa che le gli esponenti del Pdl coinvolti nello scandalo dei fondi regionali spariti e ricomparsi su conti all'estero avrebbero davvero rassegnato le dimissioni, meditava di giocarsi il tutto per tutto. Così, di prima mattina, ai microfoni della trasmissione «Mattino Cinque», aveva avvertito di essere pronta ad andare a nuove elezioni.
BALLETTO E RESPONSABILITA' - L'incertezza sul futuro della giunta aveva provocato nervosismo: «Le dimissioni che a corrente alternata la Presidente Polverini annuncia non vanno minacciate ma presentate immediatamente - commenta il deputato del Pd Michele Meta -. Ciò rappresenterebbe l'ultimo atto di responsabilità nei confronti della martoriata istituzione regionale, una scelta coerente e conseguente alla scuse rivolte dalla Presidente Polverini ai cittadini nell'aula del Consiglio regionale».
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