venerdì 20 luglio 2012

E SONO UNDICI

L'articolo di oggi che commemora la morte per mano della polizia fascista italiana del combattente Carlo Giuliani parla non solo della sua vita stroncata da un gesto che ha alle spalle molte scelte e decisioni,ma pure della diseguaglianza delle pene cui avevo fatto riferimento più volte nel corso delle ultime settimane riguardanti le condanne alla sbirraglia tutta e quelle ai compagni giudicati con capi d'imputazione gravissimi.(Vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2012/07/chi-saccheggia-e-lo-statochi-devasta-e.html ).
A conti fatti in Italia(ancor senza il reato di tortura nel proprio codice penale)il massacro fisico di una persona costa molto meno che spaccare una vetrina,e questo fa incazzare molto chi lotta,ed è perciò che l'articolo sotto preso da Indymedia(dal blog Mujeres libres Bologna)si intitola"Genova non è finita!".
Questo giorno rattrista un poco i nostri animi ma allo stesso modo incoraggia sempre nel fare qualcosa di più nel tempo,nonostante che lo stesso passi ed anno dopo anno quella data del 2001 sembra così lontana:nel ricordo e nella consapevolezza che le idee di Carlo non moriranno mai dobbiamo continuare a lottare contro questo Stato per avere giustizia e libertà.

GENOVA NON E' FINITA!
Venerdì 13 luglio si è tenuta alla Corte di Cassazione il processo a carico di dieci attivist@ che
avevano partecipato alle manifestizioni contro il G8 di Genova del 2001.
Il reato che è stato loro contestato e per cui, ad alcun@ di loro è stata confermata la condanna, è quello di "devastazione e saccheggio"risalente al codice penale fascista ancora in vigore. La definizione di questo reato è molto ambigua: si tratta, infatti, di una somma di condotte, ciascuna delle quali, se presa singolarmente, sarebbe punita in modo meno grave da altre norme penali.
Gli elementi che integrano il reato sono: l’ordine pubblico messo in crisi e il danneggiamento
ripetuto di beni, anche tramite “compartecipazione psichica” tra gli/le imputat@.
Per dirla in breve, non occorre aver effettivamente“devastato”, ma è sufficiente essere presente mentre gli/le altr@ devastano!!
Cinque degli/delle imputat@, Carlo A., Antonino , Dario , Carlo C. e Luca, sono stati rimandati a giudizio per la mancata concessione dell'attenuante di aver agito per “suggestione di una folla in tumulto”.
Per gli/le altr@ attivist@ sono state confermate le condanne con delle riduzioni che non superano l'anno: Marina è stata condannata a 12 anni e tre mesi, Alberto a 10 anni di reclusione e Ines, a cui è
stata sospesa la carcerazione perchè ha una figlia piccola, a 6 anni e sei mesi.Francesco e Vincenzo, due dei manifestanti che avevan ricevuto le condanne più pesanti, rispettivamente 15 anni e più di 13 anni, si sono resi irreperibili quando è stato emesso l'ordine dicarcerazione.
L'assurdità di queste pene risulta particolarmente evidente se paragonata alla sentenza emessa sempre dalla Corte di Cassazione, lo scorso 5 luglio, nei confronti dei vertici delle forze dell'ordine,
responsabili della “macelleria messicana” avvenuta nelle scuole Diaz.Dopo 11 anni di avanzamenti di carriera e impunità (come ad esempio il caso di De gennaro, ex capo della polizia durante il G8 e ora
sottosegretario di Stato della presidenza del Consiglio), nessuno di loro dovrà passare un giorno in carcere, ma subiranno soltanto un'interdizione temporanea dai pubblici impeghi.
Una condanna che è stata inflitta loro non per aver massacrato degli/delle innocent@ (questa
accusa è caduta in prescrizione), ma per aver falsificato delle prove.Cosa significa tutto questo? Appare chiaro come i “diritti di una vetrina” vengano presi più in considerazione dei diritti umani. Le
condanne che hanno subito i/le dieci manifestant@ rappresentano la condanna ad un intero movimento, e vorrebbero essere da esempio per il futuro.
Ingiustizia è stata fatta una seconda volta: dopo una vita -quella di Carlo - cancellata e le torture subite in quelle giornate, a distanza di 11 anni, è la vita dei e delle condannat@ ad essere stata
devastata e saccheggiata!!!
Diamo tutta la nostra solidarietà e complicità ai compagni e alle compagne che hanno sperato e lottato per un cambiamento, e a Francesco e Vincenzo, augurando loro di non dover mai vedere il cielo attraverso delle sbarre.
“Avevamo ragione.Abbiamo perso.Il nemico si tiene gli ostaggi.
Fino a quando la marea non monterà un’altra volta”. (Wu Ming 4)
Collettivo femminista Mujeres Libres
Mujeres-libres-bologna.noblogs.org

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