domenica 3 luglio 2011

PICCHIATORI

Quello odierno è un post che volendo è la conseguenza e un continuo di quello precedente:l'argomento trattato ieri ha visto l'assaassinio di Michele Ferrulli ammazzato forse impunemente dagli sbirri e quello odierno vede un ragazzo romano,Angelo Bonanni,in fin di vita in un ospedale della capitale.
I due pestaggi hanno visto protagonisti i fascisti in divisa nel primo caso e quelli senza(almeno quella di Stato)nel secondo,legittimati ad aggredire e massacrare sempre più spesso e sempre più violentemente consci di avere una sorta di legittimo impedimento spalleggiati dalle forze del disordine.
E che non mi dica che uno degli infami del pestaggio di Roma,Perozzi(e mi scuso con i familiari di Alberto per averne accostato l'immagine),preghi affinchè la sua vittima possa vivere perchè si sente pentito e non perchè la sua posizione giudiziaria si aggraverebbe ulteriormente(per quel che conta).
L'articolo de"La Repubblica"è preso da Indymedia Lombardia,e la solfa della questione è che i compagni devono far ballare l'occhio soprattutto in certe zone di alcune città visto che i ratti di fogna alzano la crestina un pò troppo spesso:bisogna essere più cattivi e agire secondo le dinamiche che si potrebbero creare durante situazioni di pericolo.
Perchè qui se non le si da per primi si rischia di prenderle e farsi molto male,anche se l'antifascismo militante conosce strade e modi per poter farla pagare a chiunque venga toccato da queste merde infami.

Pestaggio fascista a Roma, in fin di vita un musicista.
Tentato omicidio. Si aggrava la posizione di Cristian Perozzi e di Carmine D'Alise, i due ragazzi di 21 anni che hanno massacrato di botte, la notte di sabato, il musicista Alberto Bonanni, 29 anni, all'angolo tra via Leonina e via dei Serpenti. Le condizioni della vittima sono ancora gravissime: codice rosso e prognosi riservata. Il giovane è ricoverato al reparto di rianimazione del San Giovanni e i medici tentano il possibile per salvarlo ma le speranze sono, purtroppo, sempre più labili.
E intanto sulla selvaggia aggressione di Monti spuntano nuovi aspetti inquietanti. Nel profilo Facebook di Perozzi, il ventunenne mostra alcune foto che lo riprendono col braccio alzato nel saluto romano o assieme ad alcuni amici che levano la mano nello stesso gesto. Non basta: il ragazzo esibisce un tatuaggio col simbolo delle "Brigate Rione Monti" e, sempre su Facebook, colleziona immagini del gruppo ultrà Bisl ("Basta infami solo lame", una delle frazioni più violente e incontrollabili della tifoseria giallorossa) e uno striscione che inneggia a Luciano Liboni, detto il "Lupo", l'assassino di un carabiniere che fu ucciso a sua volta in una sparatoria vicino Termini il 31 luglio del 2004). Le fotografie hanno fatte pensare a un movente legato, in qualche modo, alla politica anche perché Alberto Bonanni e i suoi amici sfoggiavano un abbigliamento abbastanza "alternativo" ma la questura smentisce. Nè gli aggressori nè le vittime risultano segnalati dalla Digos o mai coinvolti in tafferugli di piazza e di stadio e si tratterebbe, piuttosto, di un ambiente spurio di teppisti con simpatie per l'ultradestra.
Nel frattempo gli uomini del commissariato Esquilino continuano a lavorare per rintracciare gli altri giovani che hanno partecipato al pestaggio. Almeno due o tre persone, che sarebbero già state identificate) facevano parte del gruppo che, all'improvviso, ha assalito alle spalle il musicista e i suoi amici ma, dalla ricostruzione dei testimoni, sembra che soltanto Perozzi e D'Alise abbiano infierito contro Alberto Bonanni (un ragazzo che soffre di una grave patologia alla testa) massacrandolo a pugni, calci in faccia e colpi sferrati con un casco prima di fuggire a piedi. Il ruolo degli altri sarebbe stato molto marginale. La polizia sta passando al setaccio i filmati delle numerose telecamere di sicurezza che inquadrano la zona e quelle dei varchi del centro storico ma per adesso dalle immagini non è arrivato alcuno spunto utile alle indagini. Non si esclude che i ragazzi, sentendosi il fiato sul collo, possano decidere di presentarsi spontaneamente nei prossimi giorni per chiarire la loro posizione.
E il pm Roberto Felici, che indaga sull'aggressione, ha sollecitato la convalida del fermo (un atto giudiziario praticamente scontato) con un'accusa più grave di quella iniziale. Da lesioni gravissime, infatti, il capo d'imputazione passa a quello di tentato omicidio. Una decisione a cui il magistrato è arrivato in considerazione della durata e della violenza del pestaggio. L'udienza di convalida, inizialmente prevista per oggi, venerdì, è slittata a domani mattina. In carcere, come scriviamo in un'altra pagina del giornale, gli arrestati alternano momenti di disperazione e crisi di pianto. L'atteggiamento strafottente delle prime ore si è dissolto immediatamente con l'arrivo a Regina Coeli e soprattutto Perozzi sembra provatissimo. "Voglio sapere se quel ragazzo è vivo - ripete ossessivamente - perché se si salva, lo giuro, io lavoro, la sera vado a casa e in giro non ci sto più". Dolore e grande dignità tra i familiari di Alberto mentre su Facebook continuano ad arrivare centinaia di messaggi di sostegno, auguri, speranza e solidarietà. I genitori e la sorella si alternano fuori dal reparto di rianimazione (dove le visite sono consentite solo per tempi molto brevi) e continuano a sperare. Ma ormai l'unica speranza è in un miracolo.
(da La Repubblica)

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