martedì 5 luglio 2011

IDIOZIE RAZZISTE

Pura follia razzista quella che ha contraddistinto un festa a Caprino Veronese dove dei delinquenti quasi tutti appartenenti alle frange estreme del tifo dell'Hellas Verona hanno massacrato un ragazzo di pelle nera di botte solo per quel motivo di pigmentazione cutanea.
L'imbecillità di molti ultras veneti è proverbiale per chi frequenta i campi di calcio in quanto considerata la tifoseria più razzista(e sfigata)d'Italia con molti appartenenti a gruppi organizzati che bazzicano in politica nelle varie letamaie di Fogna Nuova,Caga Pound e nel Fronte Veneto Skinheads vero centro di reclutamento di merde nazifasciste col cervello mangiato da pastigliotti e pronti sempre a menare duro.
La cronaca tratta dal quotidiano on-line de L'Arena condanna fermamente quello che questi stronzi avevano già cominciato a fare durante la serata di una manifestazione sportiva di pallavolo molto seguita in zona e che alle luci dell'alba vi hanno fatto ritorno picchiando il ragazzo e distruggendo un'ambulanza oltre a vari danni collaterali che la loro nefasta ed immonda presenza portano come sempre quando passano loro.
Alba di follia all'Havana Volley.

Rissa, cinque fermati, tre feriti BLITZ DI TEPPISTI.
A Caprino un manipolo di «butei» ha cercato dapprima la zuffa, poi sono arrivati i rinforzi e si è scatenata una guerriglia. Nel quintetto, un giovane già denunciato per gli scontri a Salerno. Sassaiole, picchiato un volontario del 118 e distrutta un'ambulanza.

Caprino. La festa è la stessa da anni: migliaia di persone che nel primo weekend di luglio si trovano a Caprino per giocare a pallavolo di giorno, mangiare, ballare e bere birra la sera. Ma chi gioca, la maggior parte, si ritira a un'ora decente perché il mattino successivo scende in campo, chi vuole può montare la tenda e dormire lì.
Questo è l'Havana Volley, organizzato da 11 anni, luogo di incontro di chi ama lo sport e la compagnia. Per molti, per i più, è così, non per tutti però. E alle prime luci dell'alba di ieri si è verificata una sorta di spedizione punitiva in mezzo a quel fiume di uomini e donne (non solo giovani) proveniente da mezza Italia che a quell'ora dormiva. Qualche problema un manipolo di butei lo aveva creato qualche ora prima provocando, cercando la rissa e lanciando bottiglie, ma il servizio d'ordine era riuscito a bloccare ogni iniziativa bellicosa. Il culmine di una notte di follia è arrivato all'alba, quando tutti stavano dormendo.
Una ventina i giovani (a quanto è emerso appartenenti alla tifoseria dell'Hellas, qualcuno noto alle forze dell'ordine) che verso le 5 di ieri sono arrivati al campo, hanno visto un ragazzo di colore che era ancora sveglio e gli hanno tolto il cappellino lanciandolo a terra. Il giovane si è chinato, ha raccolto il berretto intenzionato ad andarsene ma a quel punto gli sono saltati addosso tutti e hanno iniziato a picchiarlo. Un amico è intervenuto per difenderlo ed è stato aggredito anche lui. A quel punto chi era nelle vicinanze si è svegliato, qualcuno ha chiamato i carabinieri di Caprino ma nel frattempo il personale del 118 si è avvicinato per prestare le prime cure al giovane di colore (che ha segni di percosse ovunque e una prognosi di 8 giorni) e l'orda gli si è avventata contro. Panche, sassaiola contro l'ambulanza, bottigliate e poi calci pugni e transenne buttate in mezzo alla gente.
Un torneo di volley all'aperto non è uno stadio, chi si iscrive lo sa bene e ci va proprio per questo, perché fin dall'esordio, nonostante i grandi numeri, non è mai successo niente. Ma ieri all'alba lo scenario è cambiato, quel gruppo di irriducibili attaccabrighe ha combinato di tutto, arrivando a picchiare un volontario del soccorso, a lanciare bottiglie e oggetti all'interno dell'ambulanza che deve essere presente ad ogni manifestazione. Bilancio vergognoso: facce sanguinanti, giovani medicati in ospedale, tre i feriti individuati dai carabinieri (il primo ad essere aggredito, l'amico che è intervenuto per difenderlo e il volontario) e almeno 10mila euro di danni all'ambulanza perché gli oggetti scagliati con violenza all'interno hanno distrutto o danneggiato le apparecchiature mediche. Quelle che servono a salvare la gente.
Cinque sono stati bloccati, il resto del gruppo è scappato ma probabilmente la loro identità è già nota: su disposizione del pm Elisabetta Labate con l'accusa di danneggiamento e lesioni aggravate oggi compariranno davanti al giudice per la convalida, gli altri verranno denunciati per i medesimi reati ma non si esclude un'aggravante, la discriminazione razziale. E ancora una volta la facciata pulita di una manifestazione dove sport e civiltà sono da sempre protagonisti assoluti rischia di essere imbrattata da schegge di stupidità.
Una giornata di sport, sotto il sole e al caldo, la sera i concerti: l'organizzazione prevede questo per la due giorni sui prati del centro sportivo, per dieci anni non è mai successo niente, nonostante la bevanda «ufficiale» sia la birra. Sabato tutto è filato liscio fin verso le 23, un gruppo era stato individuato e tenuto sotto controllo, erano arrivati con le tende e provvisti di una quantità eccessiva di bevande alcoliche: casse di birra e di superalcolici. Erano stati notati ma fino a quando organizzatori, servizio d'ordine, polizia e carabinieri sono rimasti in zona perché c'erano i concerti, non è successo nulla, qualche scaramuccia, qualche parola di troppo ma le provocazioni, se lasciate cadere, spesso non degenerano.
Poi qualcuno ha iniziato a scaldarsi e anche chi era appena arrivato ha preferito andarsene. «Beh, con alcuni amici eravamo arrivati da poco, verso mezzanotte mi è arrivata una bottiglia di birra su una gamba», racconta una giovane che frequenta l'Università a Trento. «Siamo andati via subito perché non volevamo finire nei guai».
Una notte tranquilla e poi all'alba il blitz: tra gli arrestati ci sono due che hanno precedenti per lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e destinatari del Daspo. Uno poche settimane fa è stato denunciato dalla Digos di Salerno per gli scontri con la polizia. Non risulta fossero ubriachi o che avessero bevuto e questo getta una luce ancor più sinistra sull'episodio. Con il volley e lo sport civile non hanno nulla a che fare, non erano iscritti al torneo: non volevano giocare, a Caprino insieme ad altri ci sono arrivati con uno scopo preciso. Si può intuire, ovviamente, ma a stabilirlo sarà la magistratura.
Fabiana Marcolini

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