Si sa che la Lega faccia della furbizia,assieme alla cronica ignoranza del popolo italiano e soprattutto del settentrione(vedi nel Bossi figlio il nuovo e degno rappresentante)uno dei suoi punti di forza,ovvero leccare il culo un pò di qua e un pò di là,ultimamente solo ad uno in particolare e vedi che poi a scapito della politica geografica italiana tengono al guinzaglio il carrozzone del regime.
Ultimo caso il fermo vietare da parte di (so)Maroni l'accorpamento delle elezioni delle prossime elezioni amministrative a quelle che riguardano i referendum(sul nucleare,acqua pubblica e legittimo impedimento),il famoso Election day,con uno sperpero di ben 350 milioni di Euro che viste le disastrate casse dello Stato farebbero di certo comodo tenerseli.
Questi referendum sono a dir poco scomodi al regime,e quindi il sottinteso(nemmeno troppo"sotto")tentativo d'invitare gli italiani di andare al mare o fare un bel weekend a giugno(il 12)fuori città sarebbe giocoforza in quanto difficilmente si raggiungerebbe il quorum del 50% più uno dei votanti,viste già le ultime fughe dalle cabine elettorali che il popolo italiano ci ha abituati negli ultimi anni.
Articolo di Lavinia Rivare tratta dal sito on-line de"La Repubblica".
Amministrative e referendum è già battaglia elettorale.
"Per quest'anno non si vota". E' categorica l'interpretazione che Gianfranco Fini dà della decisione del Consiglio dei ministri di prorogare di quattro mesi la scadenza della delega per il federalismo. Una mossa voluta da Bossi che sempre più, secondo il leader di Futuro e Libertà, è "il vero presidente del Consiglio". Ora infatti la Lega avrà tempo fino a settembre per incassare tutti i decreti del federalismo, con la possibilità di condurre le trattative in Parlamento e con le Regioni (sul piede di guerra) e di aspettare magari che i frutti della compravendita portino un nuovo rafforzamento della maggioranza, sempre promesso da Berlusconi, che consenta un facile passaggio della riforma nello slalom delle commissioni. Questo significa che il Senatur non intende andare alle urne e lo dice chiaramente: "Nessuno le vuole". Ed è pressoche impossibile ipotizzare uno scioglimento delle Camere ad ottobre per andare ad elezioni sotto Natale. Ma se il voto nazionale si allontana la partita politica si è già spostata sulle prossime amministrative che si svolgeranno il 15 e 16 maggio. Il governo ha fissato oggi la data e subito Pierluigi Bersani ha lanciato la sfida al premier: "Saranno un test nazionale" ha avvertito il leader del Pd, sicuro che Berlusconi non ha più la maggioranza dei consensi. E un altro test misurerà direttamente il gradimento degli italiani per Silvio Berlusconi. Si tratta del referendum per abolire la legge sul legittimo impedimento (o meglio quel che resta dopo la scure della Consulta), sul quale la battaglia politica è esplosa proprio oggi. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni si è detto infatti contrario all'election day per unificare il voto sulle amministrative e quello sui referendum (oltre al legittimo impedimento ce ne sono due sull'acqua e uno contro il nucleare), ipotizzando per i quesiti la data del 12 giugno. Un modo ovviamente per scoraggiare l'affluenza referendaria. L'opposizione è già sulle barricate e può utilizzare anche un argomento forte: il mancato election day costerebbe alle casse dello Stato 350 milioni di euro. La partita elettorale dunque si è appena aperta. In mezzo alcuni appuntamenti chiave: la decisione della Camera sul conflitto di poteri ( Fini ha annunciato che non voterà in ufficio di presidenza), l'avvio del processo Ruby il 6 aprile, lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 6 maggio.
di LAVINIA RIVARA
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