giovedì 27 gennaio 2011

SE QUESTO E' UN UOMO

Primo Levi


Se questo è un uomo.



Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:



Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.



Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.



O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.



Mi sono accorto che questa è stata la seconda poesia"analizzata"di tutto il blog,e la première l'aveva avuta un altro scritto superbo che era"Lapide ad ignominia"di Pietro Calamandrei(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/01/lapide-ad-ignominia.html) quasi esattamente due anni fa:due testi che narrano seppur in maniera diversa quello che è accaduto durante(e nella Germania nazista e nell'Italia fascista pure prima)la seconda guerra mondiale.
Ci sono pure similitudini e dei moniti imprescindibili che riguardano il tema della memoria,di cui oggi ricorre la giornata mondiale per quanto riguarda l'Olocausto,e forse inconsapevolmente oppure consciamente guidato appunto dalla memoria sono tornato a vedere ciò che avevo scritto nei due precedenti anniversari da quando è nato questo blog.
Il contributo dello scorso anno era decisamente più politico(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/01/non-dimentichiamoci-nemmeno-dellarmata.html) in quanto avevo parlato della liberazione del campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa,e quest'anno forse indirizzato ieri sera dalla lezione del maestro Marco Paolini con lo spettacolo teatrale"Ausmerzen"(non sempre la televisione offre merda)ho voluto ricordare con questa che è tra le più famose poesie sullo sterminio che è avvenuto da parte dei nazisti(non dimenticandoci che pure l'Italia fece la sua sporca parte)che è appunto"Se questo è un uomo"che in realtà è un incipit al racconto omonimo che Primo Levi pubblicò nel 1947 in cui descrisse ciò che ebbe passato in prima persona in quegli anni bui della storia dell'umanità,forse tra i più oscuri da quando l'uomo è comparso sulla faccia della terra.
 
La poesia è un monito,in certi casi può sembrare pure una minaccia ed è giusto che sia così,un avvertimento ed una esortazione che viene dal cuore di non dimenticare tutto ciò che delle menti malate hanno contribuito a creare grazie pure all'omertà di un popolo intero e dal solo fatto che chi seppur venuto a conoscenza di quello che gli accadeva attorno non ha mosso un dito per impedire la tragicità di quegli eventi.
La descrizione pacata e serena di chi non ha vissuto l'orrore dell'Olocausto si contrappone subito alla cosciente e lucida disperazione quotidiana di chi è stato schiavizzato e destinato a finire nei forni crematori una volta finita la loro utilità,l'osceno solo pensare di eliminare degli essere umani perché un peso per la società in base a malattie psichiche o handicap fisici,lo sterminare delle persone per il loro credo politico e religioso,l'annientamento di milioni di corpi partendo dal presupposto dalla distruzione dell'anima.
E la stupenda fine in cui la memoria di ciò che è accaduto faccia in modo che l'abominio nazifascista non possa riaccadere mai più,con una maledizione quasi biblica per chi non ottemperasse a tale comandamento.

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