lunedì 17 gennaio 2011

COME IN TUNISIA!

Come accaduto in Tunisia ed in parte in Algeria ecco che un vento impetuoso di rivolta ha colpito questi paesi mediterranei,ed essendo pure l'Italia fecente parte di tali nazioni ecco perché è doveroso e lecito avere la possibilita che tali sommosse possano accadere pure qui da noi mandando il nostro premier fuori dal belpaese a calci in culo.
Il ministro Frattini,sempre e comunque assieme al governo italiano a fianco del dittatore Ben Alì,ha esternato frasi ingiuriose a nome del popolo italiano intero che naturalmente non nella sua integrità professa simili pensieri a favore del presidente tunisino che ora è stato cacciato dal popolo sovrano.
Qui sotto due commenti tratti da Indymedia Lombardia riguardanti il Manifesto e il sito disinformazia.il cannocchiale che ben  spiegano l'attuale stato delle cose in Italia,che con Berlusconi al governo ha praticamente una politica estera inesistente e quel poco che fatto rimane comunque vergognosa e fallimentare,oltre al fatto di venire sempre derisi e discussi visto anche le ultime vicende personali del premier magnaccia.
Sempre nel ricordo del latitante criminale Craxi andato a morire proprio in Tunisia(per lui ai tempi nessun scandalo per estradizioni).

Ben Ali sincero democratico!


Questa brava persona è il Presidente della Tunisia Ben Alì, al potere da più di 20 anni in una dittatura di fatto... In Italia è conosciuto grazie agli ottimi rapporti d'affari personali con Berlusconi, visto che quest'ultimo è proprietario della TV privata più importante della Tunisia, Nessma TV, insieme al tunisino Tarek Ben Ammar. E' uno di quei personaggi che piacciono al Caimano, perchè quando li incontra in veste ufficiale, si complimenta sempre perchè sono venti anni che vince elezioni (truccate) ed è amatissimo dal suo popolo, che lo vota al 90% dei voti (sempre in elezioni truccate).... Ma soprattutto perchè gli piacerebbe avere i poteri illimitati e anti-democratici di Ben Alì, per poter fare totalmente i cazzi suoi! Inoltre, alla ghenga berlusconiana non può non piacere anche per un'altra ragione: grande amico di Bettino Craxi, dal 1994 fino alla sua morte gli ha dato asilo politico ad Hammamet, nonostate fosse un latitante condannato dalla giustizia italiana... ma, a differenza del caso Battisti, nessuno si è mai preoccupato di richiedere indietro Craxi, di minacciare ritorsioni alla Tunisia ed insultare il suo Presidente... bisogna solo capire la differenza tra i due casi, ma un La Russa o un Cicchitto potrebbero spiegarcela! Ora viene fuori però tutto il carattere brutale e disumano del regime di Ben Alì, che reprime nel sangue le proteste dei giovani di un paese senza futuro, dove il Ministro degli Interni e il Capo di Stato Maggiore dell'esercito vengono rimossi perchè si rifiutano di sparare sulla folla! In questo massacro di uomini e diritti, qual'è la posizione del Governo italiano, tramite il suo Ministro degli Esteri, il Manichino della Standa Frattini? Ma ovviamente pro-Ben Alì, il sincero democratico! Poi magari il maestro di sci dei figli di Berlusconi fa la verginella e l'indignato quando si parla di Iran o Cuba, senza spiegarci mai perchè, per lui, esistono diritti umani di serie A e diritti umani di serie B... Ma forse è chiedere troppo ad un manichino con il dono della parola!

da www.ilmanifesto.it
Marco Bascetta
Frattini al fianco del massacratore tunisino.

La faccia di plastica e la voce digitale, tanto da indurre il sospetto di un pupazzo meccanico, tendono a far sfumare nel nulla da cui provengono sciocchezze e nefandezze enunciate dal nostro ministro degli esteri. In pochi le sottolineano e i media ne riferiscono spesso in modo asettico e distratto. Tra le prime giganteggia la definizione dell'affaire Wikileaks come «11 settembre della diplomazia» e la conseguente equiparazione di Assange a Osama bin Laden. Tra le seconde il tempestivo attestato di solidarietà, lo schierarsi «a fianco» dei governi di Algeri e di Tunisi che rispondono con una spietata repressione ai tumulti giovanili e popolari scaturiti da un crollo drammatico delle condizioni di vita e delle prospettive per il futuro.
Con quale improntitudine, mentre le strade di Tunisi e di Algeri sono disseminate di un numero imprecisato ma assai elevato di morti, ci si affretta a distribuire attestati di benemerenza a governi fondati sulla repressione e la corruzione? Se l'Europa, La Francia e la Germania condannano fermamente le violenze e chiedono il rilascio dei molti dissidenti detenuti nelle carceri algerine e tunisine, il nostro elegante manichino si affretta ad assicurare il suo plauso incondizionato ai due governi «che hanno avuto coraggio e hanno pagato con il sangue dei propri cittadini gli attacchi del terrorismo». Ma non è sangue dei propri cittadini, quello che è stato fatto scorrere abbondante in questi giorni? Sangue di cittadini strangolati dal carovita o di giovani e studenti derubati, come in tanti altri paesi mediterranei, il nostro compreso, di ogni possibile futuro? E non solo dalla crisi globale che tutto e tutti attanaglia, ma dagli appetiti e dai privilegi che i clan al potere e le loro clientele difendono con ogni mezzo. Da una distribuzione della ricchezza scandalosamente iniqua.
Per l'automa della Farnesina si tratta direttamente di terroristi o di "effetti collaterali" della lotta contro il terrorismo? Il governo italiano ha forse accreditato il risibile teorema del presidente tunisino Ben Ali secondo cui le proteste di piazza sarebbero fomentate da oscure potenze straniere e magari da Al Qaeda in persona, piuttosto che dal disastro sociale di cui il suo lunghissimo regno si è reso responsabile?
Ancora una volta l'Italia si distingue indecentemente nel contesto di una Unione europea che pur non eccelle nella condanna della repressione, quando a esercitarla siano governi «amici». Certo, la diplomazia si ispira al principio di «non ingerenza negli affari interni» ed è obbligata a un linguaggio tortuoso e allusivo, detto, appunto, diplomatico. Ma quando non ha il coraggio di denunciare, ha almeno la facoltà di tacere. Neppure gli interessi più inconfessabili richiedono di applaudire alla macelleria cui stiamo assistendo. Bisogna metterci in più una cospicua dose di stupidità. C'è ancora qualcuno in Parlamento in grado di chiedere a Frattini di render conto delle sue vergognose esternazioni?
Ai dissidenti e ai perseguitati che dovessero lasciare la Tunisia o l'Algeria in cerca di asilo converrà dare un fraterno consiglio: con l'aria che tira guardatevi dall'Italia, un paese il cui governo vi considera tutti terroristi o amici dei terroristi e che non esiterà ad estradarvi, restituendovi ai vostri persecutori. A queste tristi avvertenze è ormai ridotta la nostra democrazia.
http://disinformazia.ilcannocchiale.it/?TAG=Ben%20Al%C3%AC

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