martedì 18 gennaio 2011

MA NON SPARIAMO CAZZATE!

Spero che la notizia riportata dal sito di"Senza Soste"sia un pesce d'aprile ancora da scongelare piuttosto che il solito depistaggio del governo italiano che indirizza verso queste notizie più"leggere"l'attenzione della plebe evitando di parlare dei problemi ben più opprimenti di questo paese.
La minaccia della messa al bando della stella a cinque punte che richiama le Brigate Rosse ha messo sul chi va là parecchia gente che su questo simbolo ci campa e da sempre,da molto prima che le Br abbiano utilizzato questo simbolo nei loro messaggi.
Quel che più mi fa ridere è che il logo della nostra Repubblica abbia una bella stella al centro del logo,ed ora i reazionari fascistoidi promotori di tali decreti barzelletta altro non potrebbero fare quel che desiderano sempre,ovvero sovvertire Costituzione e simboli della Repubblica italiana nata dalla Resistenza contro il nazifascismo perpretando il loro volere di continuare ad instaurare la dittatura del ventennio col neoduce ingrifato.
La stella rossa simbolo tra l'altro delle Brigate nerazzurre dell'Atalanta è uno dei simboli che personalmente più amo e che fin dagli albori dell'umanità ha avuto un uso per molteplici scopi,dalla divinazione all'esoterismo passando per la massoneria,e a dir la verità quanto bella sta tra la scritta Brigate e Rosse!
Maxi-operazione contro la stella a cinque punte. Anche Senza Soste accusata di collusione con le Brigate Rosse.

Si chiama "Lista Strafalciani" e coinvolge più di 20 soggetti tra multinazionali, squadre di calcio, società varie e, purtroppo, anche Senza Soste, tutti accusati di appartenenza o favoreggiamento alle Brigate Rosse. Ma la scure della magistratura, con l'avallo dei media, si spinge ben oltre e coinvolge, direttamente o meno, anche soggetti insospettabili come i vip del mondo dello sport e dello spettacolo e gli astri del cielo.

Le liste di proscrizione.

Da quanto si apprende da una nota battuta dalle agenzie di stampa, prontamente riprese dai media locali e nazionali, tutti avrebbero un minimo comune denominatore, quello di possedere un particolare riferimento grafico che rimanda alle BR: la famigerata stella a cinque punte. Le posizioni più delicate sarebbero quelle delle Heineken, la famosa multinazionale della birra, e della Stella Rossa di Belgrado, il glorioso club calcistico serbo, il cui logo sarebbe proprio una stella a cinque punte, per di più rossa. Non va meglio al nostro giornale, la cui testata possiede una piccola stella, anch'essa a cinque punte ma amaranto ("ancor più grave - ribattono però gli inquirenti - perché l'amaranto altro non è che un rosso più intenso"). Nel mirino degli inquirenti sono finiti anche migliaia di disegni realizzati da bambini delle scuole elementari. "Essendo minori non possono essere giudicati - fanno sapere dalle procure titolari dell'inchiesta - e comunque la colpa non è loro, ma di chi continua a fargli credere che le stelle hanno cinque punte. Sfidiamo chiunque - prosegue la nota diramata dalle procure - a prendere un telescopio e dimostrare che gli astri del cielo hanno cinque punte. E' un'evidente forzatura atta a trasmettere un pericoloso e sovversivo messaggio subliminale alle nuove generazioni". Prossimamente sarà anche vietato chiamare i vari Lionel Messi, Robert De Niro o Fiorello "stelle" dello sport o dello spettacolo. "A meno che - si legge nelle note di agenzia - non si specifichi chiaramente che non si tratti di stelle a cinque punte".

Il sindaco Cosimi.
Ed è polemica anche a Livorno per un campo di calcio che fino agli anni '80 si trovava in via Masi, alle spalle della stazione, e si chiamava "Stella Rossa". "Sono illazioni prive di qualsivoglia fondamento", ha detto il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi. "E' vero, in molti lo chiamavano così, ma il nome reale era un altro: 'Centro (sportivo) democratico e partecipato'. Ovviamente - ha preseguito il sindaco - 'partecipato' da tutti e non solo da coloro che della partecipazione ne hanno fatto una professione. Se quel campo era conosciuto col nome 'Stella Rossa' è solo per colpa di pericolosi sobillatori che con un preciso disegno criminoso inculcarono quel nome ai livornesi imponendo di fatto un immaginario simbolico che non ci riguarda e che è sempre stato totalmente estranea alla cultura civile e democratica di questa città".

Il Tirreno e la Cisl.

E non poteva certo mancare Il Tirreno nella crociata contro la stella a cinque punte. Il quotidiano livornese, la cui direzione brilla da sempre per acume e indipendenza, ha scovato una scritta particolarmente sovversiva, ovviamente firmata con una stella a cinque punte (nella foto), accanto alla sedi della Cisl e di Confindustria a Viareggio e Carrara. La scritta, di palese matrice terrorista, recita "Figli di operai, figli della stessa rabbia". A chi evidenziava qualche perlessità, sostenendo che si tratta della frase di una famosa canzone della Banda Bassotti, che ad essere figli di operai non c'è niente di male, che essere operai oggi può legittimare anche un malcelato malessere e che, infine, la stella delle BR è cerchiata, al contrario di quanto vogliono far credere i media, ha risposto sdegnato il segretario della Cisl Bonanni: "Gli operai buoni accettano contenti gli accordi siglati a Pomigliano e Mirafiori e non ne fanno un dramma se la Fiat chiude lo stabilimento a Termini Imerese. La Banda Bassotti? Pericolosi sovversivi, non si spiegherebbe altrimenti la scelta di un nome che rimanda ai personaggi più malvagi della storia di Walt Disney. Vi chiedete perché non si sono chiamati Qui Quo e Qua? Sono cattivi maestri e in Italia oggi c'è bisogno di tutto fuorché dei cattivi maestri, che si chiamino Banda Bassotti, Lenin o Rosa Luxembourg".

Tito Sommartino


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