giovedì 25 dicembre 2008

UN MAFIOSO PRESIDENTE DEL SENATO

Come promesso due parole sullo stato di totale follia del nostro presidente del senato Renato Schifani,più volte colluso con esponenti mafiosi e sempre salvato da leggi "ad personam" come il suo caro amico Berlusconi.
Ecco alcuni passi dei suoi privatissimi deliri chevuole fare propri di tutti gli italiani tipo:
-"Siete portatori di pace e non di guerra. Protagonisti di presenze coraggiose in territori difficili e proprio per questo il nostro grazie non compenserà mai il nostro debito di gratitudine nei confronti di tutti voi";
-"Dovete essere orgogliosi del vostro paese perché ovunque la vostra presenza si è resa necessaria avete mostrato le vostre doti di solidarietà e di generosità. Fino alla prova suprema del sacrificio della vita. Ma sempre e soltanto per servire la causa della pace";
-"La nostra missione é di pace e siamo orgogliosi e fieri di quanto voi fate, e con me è fiera l'Italia".


Ecco una piccola biografia di Renato Schifani tratta da Wikipedia,non preoccupatevi se può sembrare tranquillamente una scheda riguardante un criminale...siamo in Italia!


Schifani, figlio di impiegati,si laureò in giurisprudenza con 110 e lode. Nel 1979, praticante legale nello studio del deputato Giuseppe La Loggia,fu inserito da quest'ultimo nella società di brokeraggio assicurativo Sicula Brokers, di cui facevano parte Enrico La Loggia, figlio di Giuseppe e futuro politico di spicco di Forza Italia, ed alcuni soci che negli anni 1990 furono incriminati per associazione mafiosa o concorso esterno in associazione mafiosa; Schifani lasciò la società nel 1980, riprendendo l'attività di avvocato. Nel 1992 fondò, assieme a due due soci tra cui Antonino Garofalo, rinviato a giudizio nel 1997 per usura ed estorsione, la società di recupero crediti GSM; a causa di tale attività fu successivamente definito in una battuta del ministro della giustizia Filippo Mancuso il "principe del recupero crediti".
Schifani, già iscritto alla Democrazia Cristiana, aderì a Forza Italia nel febbraio 1995 e, dopo un incarico da consigliere comunale a Palermo, fu eletto al Senato della Repubblica alle elezioni politiche italiane del 1996 nel collegio palermitano di Altofonte-Corleone, in rappresentanza della coalizione di centrodestra. Nella sua prima legislatura è stato capogruppo di Forza Italia nella commissione Affari costituzionali ed ha fatto parte della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali, la cosiddetta "Bicamerale".
Intanto negli anni 1990 Schifani, già attivo come avvocato cassazionista, si affermò come avvocato urbanista, ricevendo numerosi incarichi in amministrazioni comunali siciliane. In uno di questi fu consulente per l'urbanistica e il piano regolatore del comune di Villabate, il cui sindaco Giuseppe Navetta era il nipote di Nino Mandalà, capocosca della cittadina ed ex socio di Schifani nella Sicula Brokers; secondo il pentito Francesco Campanella tale incarico fu concesso, tramite Enrico La Loggia, nell'ambito di un patto tra mafia e politica per la realizzazione di un megastore, progetto poi abortito a causa delle indagini.
Rieletto nelle elezioni del 2001, nel corso della XIV Legislatura Schifani è stato tra i fautori della stabilizzazione dell'articolo 41 bis, che ha reso definitivo il cosiddetto «carcere duro», previsto espressamente per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, istituto fino a quel momento di natura provvisoria.
Porta il suo nome e quello del senatore Antonio Maccanico (l'Ulivo), il «lodo Maccanico-Schifani», una legge approvata il 20 giugno 2003, che sospendeva i processi in corso contro le «cinque più alte cariche dello Stato» oggetto di numerose polemiche perché sospendeva di fatto il processo SME per il presidente del Consiglio Berlusconi fintanto che questi fosse rimasto in carica. In seguito la legge fu dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale il 13 gennaio 2004.
Schifani nelle elezioni politiche italiane del 2006 viene rieletto senatore per la terza volta, per Forza Italia, nella circoscrizione Sicilia e nel corso della XV Legislatura è stato membro della Commissione Territorio e Ambiente.
In qualità di capogruppo di Forza Italia nella XIV e XV Legislatura dal 2001 al 2008 Schifani è stato protagonista dei dibattiti parlamentari del Senato.
Alle elezioni politiche del 2008 è stato eletto per la quarta volta, sempre in Sicilia, per il Popolo della Libertà.
Nel corso della prima seduta della XVI Legislatura, il 29 aprile 2008 è stato eletto Presidente del Senato della Repubblica al primo scrutinio, riportando 178 voti, (162 richiesti dal quorum), 4 in più della coalizione formata da PdL, Lega Nord e MpA.

Schifani nel salotto parlamentare dell'amico tuttofare Bruno Vespa.

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