giovedì 3 dicembre 2020

VITTORIA SULLA CARTA O SULLA CARTINA?

L'importante decisione presa dalla Commission on Narcotics Drugs(Cnd)dell'Onu riguardo l'uscita della cannabis dalla lista delle sostanze stupefacenti di livello IV(quelle più pericoloso comprese cocaina ed eroina tra le altre)riconoscendone le indubbie proprietà terapeutiche che già da decenni sono di grande aiuto contro alcune malattie come la sclerosi multipla ed il morbo di Parkinson oltre che antiemetico per le cure tumorali,antidepressivo e contro l'epilessia,il dolore cronico e l'inappetenza(wired cannabis-onu-proprieta-terapeutiche ).
Per un solo voto a favore(27 Stati membri contro 25 e con un astenuto,l'Ucraina)e su indirizzo dell'Oms si è arrivati a questa storica decisione dopo cinquant'anni di repressione e di criminalizzazione:di questi stati favorevoli c'è pure l'Italia che ha votato positivamente assieme a tutta la Ue a parte l'Ungheria(viste le ultime vicende magari lì viene usata da tutti ma nessuno lo ammette)mentre tra i contrari spiccano la Russia e la Cina.
Propongo due altri articoli(madn la-cannabis-in-canada-e-in-italia e madn un-governo-braccetto-con-la-malavita )dove si parla ancora della cannabis nel resto del mondo e da noi,dove il penultimo governo arrivò addirittura a chiudere i negozi dove si vendeva la cannabis light ed i prodotti derivati dalla canapa favorendo ancora una volta le mafie con ideologie ottuse da paese retrogrado(facile aggiungere che storicamente le destre siano le più bigotte).
Ciò non significa la legalizzazione ma con questo grande contributo sui riconosciuti effetti benefici della cannabis tutte le associazioni ed i partiti politici che si battono da anni per essa hanno da ieri un'arma in più per le loro battaglie.

Cannabis, cosa significa che l'Onu ne ha riconosciuto le proprietà terapeutiche.

di Marta Musso

La commissione delle Nazioni Unite ha votato per rimuovere la cannabis per uso medico dall'elenco delle droghe più pericolose, come l'eroina. Un grande vittoria che apre la strada a ulteriori ricerche sui benefici terapeutici di questa sostanza.

Ricordiamo che la cannabis a scopo terapeutico ha molteplici benefici sul sistema nervoso e viene oggi usata per il trattamento di diverse malattie, come il Parkinson, la sclerosi, l’epilessia, il dolore cronico e i tumori. Eppure, sebbene in Italia sia ormai da anni consentito il ricorso alla cannabis terapeutica con prescrizione medica, ancora troppo spesso molti pazienti non riescono a ricevere la terapia di cui necessitano, perché il fabbisogno italiano è di molto superiore alla produzione e all’importazione della sostanza. Basti pensare che, stando alle stime dell’International Narcotics Control Board, il nostro fabbisogno totale è pari a 1980 chilogrammi all’anno. Ma, nel 2019, secondo il Ministero della Salute, lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze ne ha prodotti circa 150 kg. Una carenza che richiede necessariamente l’importazione della sostanza da un altro Paese, l’Olanda, che non riesce comunque a soddisfarne la domanda.

Con questa riclassificazione, quindi, l’Onu ha riconosciuto ufficialmente le proprietà mediche della cannabis. Infatti, dopo aver preso in considerazione una serie di raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) diffuse nel 2019, la Cnd si è concentrata su quella di riclassificare la cannabis nelle quattro tabelle che dal 1961 suddividono le piante e le loro sostanze in base alla pericolosità, decidendo di rimuovere la sostanza dalla Tabella IV, la più pericolosa, la stessa di quegli oppioidi più dannosi e altamente dipendenti, come l’eroina. In particolare, dei 53 Stati membri, 27, tra cui l’Italia e gli Stati Uniti, hanno votato a favore della riclassificazione della cannabis, 25 si sono dimostrati contrari, come Cina, Egitto, Nigeria, Pakistan e Russia e uno solo Stato si è astenuto (l’Ucraina).

Sebbene il voto non avrà un impatto immediato e concreto sull’allentamento dei controlli internazionali alla produzione della cannabis per scopi terapeutici (perché i singoli governi avranno ancora il potere di decidere dove classificare la cannabis), questa decisione è comunque una grande passo in avanti che riconosce finalmente gli effetti positivi della sostanza sui pazienti e che servirà a rafforzare la ricerca medica e la sua legalizzazione in tutto il mondo. “Questa è un’enorme e storica vittoria per noi, non potevamo sperare di più”, ha commentato al New York Times Kenzi Riboulet-Zemouli, un ricercatore indipendente per la politica sulle droghe. “Ci auguriamo che questo consentirà a più paesi di creare strutture che consentano ai pazienti bisognosi di accedere alle cure”, aggiunge Dirk Heitepriem, vicepresidente della società canadese Canopy Growth.

Un vittoria, aggiunge l’Associazione Luca Coscioni, della scienza. Le raccomandazioni dell’Oms, infatti, sono state elaborate sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni e finalmente la scienza e il progresso scientifico diventano elementi chiave per aggiornare le decisioni di portata globale. “La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici”, commenta Marco Perduca, coordinatore della campagna Legalizziamo!, dell’Associazione Luca Coscioni.

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