martedì 10 marzo 2020

PRODUCI,CONSUMA,CREPA


Risultato immagini per produci consuma crepa
L'ultimo decreto emanato dal Presidente del Consiglio Conte ha parificato tutta l'Italia in una zona protetta dove gli spostamenti sono permessi solamente per motivi lavorativi,di necessità(lascia adito a molte interpretazioni)o di salute,e questa decisione in parte condivisibile è stata frutto credo anche per le centinaia di persone in fuga dal nord verso il centro e il sud Italia.
L'articolo di Contropiano(coronavirus-il-governo-blinda-litalia-ma-non-la-produzione )parla dell'ormai pandemia che si sta allargando a quasi tutto il mondo e di alcuni numeri riguardo le fasce d'età colpite e le sintomatologie che portano all'ospedalizzazione o alla quarantena domiciliare,ma il punto forte è la continuità lavorativa e del servizio dei trasporti pubblici che fa di questo decreto un atto a metà in quanto si tende ad evitare assembramenti di gente solamente nel tempo libero ma obbliga tutti indistintamente a recarsi al lavoro come se questo possa riuscire a fermare il Covid-19.
Oltre alle categorie più colpite nel mondo del lavoro,proprio gli operatori sanitari che tanto si prodigano nonostante condizioni al di fuori di ogni limite,ci sono altri gruppi di lavoratori da chi opera nel mondo del commercio a quelli delle industrie(possiamo dire di tutti quelli che producono e vendono e che sono a contatto diretto con clienti e con gli stessi colleghi)che vivono situazioni di forte disagio,alcuni di stress,e che sono più soggetti ad ammalarsi.
Il lavoro smart,quello da casa,è solo un privilegio elitario di una parte del mondo del lavoro,soprattutto ben remunerato e che talvolta non tiene conto delle difficoltà del resto della classe lavoratrice,che non si può fermare perché la gente deve mangiare e produrre.
E' proprio questa produzione senza limiti,la sovrapproduzione tanto cara al capitalismo,che in barba alle condizioni del lavoratore accentuate da questo stato di cose,continua imperterrita nel proprio scopo:c'è solo da chiarire il fatto che se la produzione dovesse fermarsi è ovvio che lo Stato debba usare ammortizzatori sociali straordinari e non calcolabili nel deficit,aiutati magari anche dall'Ue che come spesso è capitato negli ultimi nostri governi foraggia il mondo bancario e finanziario a scapito di tutti gli altri settori economici di ogni nazione.

Coronavirus. Il governo blinda l’Italia, ma non la produzione. L’Oms: “c’è il rischio pandemia”.

di  S.C. 
Con una conferenza stampa diffusa ieri sera con edizione straordinaria sui canali televisivi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo la riunione con i capi delegazione della maggioranza ha annunciato di aver varato un nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri secondo il quale “non ci sarà più zona rossa, zona 1 o zona 2, ma l’Italia, zona protetta”. Ciò significa che le misure adottate in Lombardia e le zone limitrofe individuate come le aree di maggiore contagio del coronavirus, vengono estese a tutto il territorio nazionale.

Tra le misure previste c’è quella di limitare gli spostamenti “salvo che per lavoro, necessità o salute” e “il divieto di assembramento in locali aperti al pubblico”. Le nuove misure che trasformano l’intero Paese in “zona rossa” entreranno in vigore questa mattina. E’ un “provvedimento che possiamo sintetizzare come ‘io resto a casa’” ha detto Conte, ma proprio su questo aspetto si palesano contraddizioni evidenti. Al momento infatti non è stata prevista una limitazione dei trasporti pubblici né delle merci: “Non è prevista e non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici. Vogliamo garantire la continuità del sistema produttivo, dobbiamo consentire alle persone di andare a lavorare”.

Nessuno ormai sottovaluta i pericoli del contagio del coronavirus, però è indubbio che ci stanno dicendo che qui si esce di casa solo per andare a lavorare e poi ci si rinchiude in casa. Ma in quelle dieci/undici/dodici ore tra lavoro insieme ad altri (molti uffici e store sono ancora aperti al pubblico) e i mezzi pubblici usati per andare al lavoro, forse il coronavirus sospenderà miracolosamente la sua aggressività e le sue possibilità di contagio?

Questo maldestro e tardivo tentativo di fermare il contagio ma di salvaguardare gli interessi privati delle imprese, rischia di fare danni, danni seri.

Sul fronte dell’epidemia in una nota diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità si afferma che il 22% dei pazienti positivi al tampone per Sars-CoV-2 ha tra 19 e 50 anni. Dall’analisi emerge che sui 8.342 casi positivi, alle ore 10 del 9 marzo, l’1,4% ha meno di 19 anni, il 22,0% è nella fascia 19-50, il 37,4% tra 51 e 70 e il 39,2% ha più di 70 anni, per un’età mediana di 65 anni. Il 62,1% è rappresentato da uomini. Sono 583 gli operatori sanitari positivi.

Il tempo mediano trascorso tra la data di insorgenza dei sintomi e la diagnosi è di 3-4 giorni. Il 10% dei casi è asintomatico, il 5% con pochi sintomi, il 30% con sintomi lievi, il 31% è sintomatico, il 6% ha sintomi severi e il 19% critici. Il 24% dei casi esaminati risulta ospedalizzato. L’analisi conferma che il 56,6% delle persone decedute ha più di 80 anni, e due terzi di queste ha 3 o più patologie croniche preesistenti.

Con oltre “100.000 casi di Covid19 in 100 Paesi… il rischio di una pandemia è diventato molto reale”  ha affermato ieri in conferenza stampa il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Nessun commento: