giovedì 12 marzo 2020

IL CAPITALISMO COMANDA?SOLUZIONI ALTERNATIVE ESISTONO


Risultato immagini per confindustria coronavirus
Direi che il livello d'incazzatura generale nel contesto dell'ormai pandemia cononavirus in Italia è giunta al momentaneo apice ieri sera quando Confindustria ha fatto leggere il proprio comunicato al Presidente del Consiglio Conte che dicendolo alla Gattopardo ha detto che"bisogna cambiare tutto per non cambiare niente".
Effettivamente delle poche attività che sono state obbligate a chiudere la maggior parte ci avevano già pensato i datori di lavoro a fare abbassare le serrande,mentre il lungo elenco delle attività ancora aperte(c'è un elenco al link del primo contributo:contropiano pil-vita-governo-conte-sceglie-pil )e che conta sul lavoro di milioni di persone è un dato di fatto che sia un assist,o meglio un obbligo,da parte della congregazione dei padroni riuniti sotto l'associazione di Confindustria(vedi anche:madn produciconsumacrepa ).
E l'Assolombarda che è una costola ancora più truce ed estrema(di destra)ha avuto il suo rilevante peso visto che una buona fetta del Pil nazionale arriva proprio dalla Lombardia,e nonostante il blaterale schizoide dei leghisti che a giorni alterni vogliono o tutto chiuso o tutto aperto,asservendosi a questa potente loggia,l'imperativo della produzione ha avuto il sopravvento.
Devi stare a casa per combattere l'epidemia ma devi andare al lavoro,ma se non vado al lavoro non porto a casa lo stipendio,devo salvaguardare la salute ma anche il mio portafoglio:questo discorso lo si era già fatto per l'ex Ilva di Taranto e per il dilemma del lavoro o della salute(vedi:madn salute-o-lavoro? ).
La soluzione di chiudere tutto,fabbriche comprese mantenendo solamente gli stretti servizi necessari (certamente il personale ospedaliero)come l'approvvigionamento alimentare e medicinale,forze dell'ordine e gli operatori necessari per alcuni servizi inderogabili come acqua ed energia elettrica e pochi altri come avvenuto in Cina,deve essere fatta e supportata con una cassa integrazione(o da un più lontano reddito di quarantena o simile come ipotizzato nel secondo articolo:left il-reddito-di-quarantena ).
I soldi si possono trovare applicando una bella patrimoniale d'urgenza visto che di quella teoricamente standard non se ne vuole parlare,da contributi europei e da risorse straordinarie che lo Stato ha e non vuole toccare,perché l'operaio(uso questo termine generale che comprende dall'artigiano alla partita iva,l'insegnante o il commerciante)non può rimanere a casa senza stipendio,le ferie le ha finite così come i permessi e la situazione di criticità che è venuta a crearsi necessita di misure econome drastiche,per le casse dello Stato ma non per il lavoratore.

Tra il Pil e la vita, il governo sceglie il Pil.

di  Redazione Contropiano 
E insistono ancora! Siamo rimasti basiti dal discorsetto bonario con cui Giuseppe Conte ha annunciato, nella tarda serata di ieri, che si dovranno chiudere tutte le attività meno quelle produttive.

Non che nutrissimo illusioni sul grado di indipendenza e autorevolezza di questa classe politica, ma persino i leghisti lombardi – sotto la doppia pressione degli ospedali che vanno scoppiando di malati e imprese che vanno chiudendo l’attività senza neanche attendere un ordine del governo – erano arrivati a capire che la priorità ormai può essere solo quella della salute. Tardigradi e mentecatti, sordi alle raccomandazioni del mondo scientifico, ma infine piegati dall’oggettività del disastro.

Il governo Conte invece resta in balia di quei trogloditi del profitto ben rappresentati da Assolombarda, la Confidustria regionale lumbard, da sempre rappresentante l’ultradestra del mondo imprenditoriale, che continua a premere – e a imporre – che le fabbriche restino aperte, contrapponendosi anche al resto del mondo imprenditoriale locale.

Come se il virus, al pari della dignità dei lavoratori, dovesse e potesse restare fuori dai cancelli…

Dal punto di vista sanitario, infatti, stare ammassati in fabbrica oppure al pub non fa differenza. Ma al pub e posti similari si consuma e si coltivano relazioni sociali libere, in fabbrica “si produce” per arricchire il padrone e si deve tacere. Una classe dirigente più idiota di questa non c’è probabilmente mai stata in nessuna parte del mondo…

La lista delle attività che vanno chiuse da stamattina è lungo, ma largamente incompleto. Bar, ristoranti, barbieri, parrucchieri, palestre, ecc. Tra le attività che possono restare aperti ci sono ovviamente i punti vendita di farmaci e alimentari (dunque ipermercati e supermercati, discount, ecc), distributori di carburanti, ecc.

Ma anche esercizi commerciali decisamente meno “vitali” (ferramenta, idraulica, ecc) come da lista ufficiale qui in foto.

Ma è soprattutto sulle fabbriche il punto in cui è manifesto il compromesso omicida con le esigenze del profitto privato. Il testo del decreto “raccomanda” infatti alle imprese l’adozione di “protocolli di sicurezza anti-contagio”. Ma subito dopo consente la deroga: “laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale”.

Insomma, una mascherina e via, al lavoro! In realtà, la situazione reale è nele aziende molto peggiore di così, basta guardare questo video pubblicato dal Gazzettino.


Anche sul piano contrattuale, porte aperte alle pratiche peggiori che le aziende stavano già effettuando, a rischio però di sanzione e vertenza sindacale, come le “ferie forzate”.

In poche parole, tra il Pil e la vita, il governo Conte sceglie il Pil.

Per quanto riguarda il sostegno al reddito dei dipendenti nei settori che vengono temporaneamente chiusi, tutto è rinviato a un successivo decreto. La promessa è cassai integrazione in deroga per tutti, ma bisognerà vedere – come sempre – I dettagli. Di sicuro, per ora, non si fa menzione delle partire Iva; che, come sappiamo bene, spesso sono soltanto una forma mascherata del lavoro dipendente.

In linea generale, scorrendo anche a ritroso le “disposizioni governative” dell’ultima settimana, si vede chiaramente un doppi binario. Da un lato una serie misure molto severe per la popolazione, per disciplinarne i comportamenti. E non abbiamo difficoltà a riconoscere che, dopo decenni di individualismo “pompato” dal potere (come dimenticare l'”edonismo reaganiano” e tutte le subculture del narcisismo?), in larghe aree della popolazione era decisamente complicato far crescere una “consapevolezza” dei rischi collettivi derivanti da comportamenti individuali scriteriati.

Ma questa preoccupazione “pedagogica” fa a pugni con l’indifferenza rispetto a quanto accade al di là della porta dei posti di lavoro. Se è infatti comprensibile che i virologi abbiano visto con giusto orrore orde di persone continuare a celebrare i riti della movida, è al contrario scandaloso che il perimetro della fabbrica resti completamente intangibile dal “potere pubblico” anche quando di tratta dalla sicurezza pubblica. Nel senso ovvio della salute, perché anche le fabbriche traboccano di sbirraglia, pubblica o privata.

Si replica insomma, persino durante l’epidemia più pericolosa del dopoguerra, lo stesso atteggiamento ossequioso seguito per decenni nei confronti degli omicidi sul lavoro. Molte “raccomandazioni”, tanti “incentivi”… ma nessun controllo e tantomeno sanzioni.

Si può venire multati perché si porta a spasso il cane e ci si ferma a parlare troppo vicino a un “collega”, ma se ci si intruppa a centinaia dentro un posto di lavoro, tutta salute!

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Il reddito di quarantena.

di Giulio Cavalli
Èapprezzabilissimo lo sforzo di chi ogni giorno ci ricorda che rimanere a casa sia la soluzione più immediata e più intelligente per sconfiggere il coronavirus ed è apprezzabilissimo lo sforzo del governo che ci ripete di evitare gli spostamenti e i contatti sociali. Ci sono anche questi bei video, di influencer e testimonial, che ci invitano a leggere un libro (il loro, magari) o ascoltare buona musica (la loro) e lo fanno dai loro bei salotti. State a casa, dicono. Stiamo a casa.

Ma gli operai? Quelli non possono mica portarsi a casa un pezzo della linea di produzione, non esiste la catena di montaggio a domicilio. Anzi, volendo vedere si fatica anche non poco a mantenere le disposizioni di sicurezza dentro la fabbrica. E quelli (e sono tantissimi) che se non lavorano non guadagnano? Prendete le ferie!, dicono. Sì, ciao. Le Partite Iva le ferie se le sognano, per loro le ferie significa semplicemente non fatturare. E quelli che ne stanno approfittando per licenziare usando la scusa del coronavirus? Ne vogliamo parlare?

È vero che stare. casa significa rendersi conto che non si vive solo di diritti ma quelli che hanno l’inderogabile dovere di uscire? Di prendere i mezzi pubblici? Quelli li diamo per persi? È gente che va a lavorare per mantenersi e per mantenere la famiglia, che si fa?

E quelli che stanno perdendo il lavoro? E quelli che hanno un negozio e non vendono e comunque alla fine del mese devono pagare le tasse e l’affitto?

Insomma, c’è un sottobosco (forse più ampio del bosco) di cui si dovrebbe parlare di più. Sono quelli già sconfitti dal coronavirus perché sono già allo stremo. Se lo Stato impone una misura dovrebbe sapere che ci vuole qualcuno che paghi il danno di quella misura. E guarda un po’ è lo Stato.

Qualcuno ci ha pensato al reddito di quarantena?

Buon mercoledì.

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